Pov Megan》
Mentre mi rigiro tra le lenzuola, sento il campanello di casa cominciare a suonare.Facendo finta di non aver sentito nulla, sottero la mia testa sotto il cuscino, in modo da ovattare quel suono irritante che giunge alle mie orecchie.
Ma niente da fare. Il campanello continua a suonare.
Certo che la gente è proprio fastidiosa.
"Neanche si può più dormire in modo tranquillo la domenica!" sbotto infastidita e assonnata, mentre mi infilo una vestaglia che riesca a coprire in qualche modo il pigiama "da nonna" che indosso.
Aprendo la porta di casa, trovo Alicia, con un'espressione abbastanza preoccupata.
Nel giro di pochi secondi, mi ritrovo contro il portone e con la mia amica addosso che mi ispeziona attentamente.
Un po' intontita, impreco "Ma che cavolo..."
Prendendomi le mani e portandosele all'altezza del cuore, mi si rivolge con tono ansioso "Cosa ti è successo ieri notte? Dimmelo! Sei scappata senza avvertirmi!"
Ripensando ai fatti accaduti ieri notte, chiudo gli occhi e inizio a moridicchiarmi l'interno della guancia.
Prendendo Alicia per il braccio, la porto in salotto, e prima di farla accomodare le dico "Ora ti racconterò tutto quanto solo per una volta, quindi capiscimi bene e non farmi domande particolari, dato che ancora il mio cervello non si è svegliato del tutto per colpa di un dannato campanello." termino il mio discorso, rivolgendole uno sguardo truce.
Accomodandomi sul divano, comincio a raccontarle tutto, in ogni minimo dettaglio.
Con la mente, rivivo il "famoso" incontro con il ragazzo misterioso.
La sua figura imponente, i suoi occhi iniettati di nero, il suo sguardo malintenzionato e le sue mani strette in due pugni.
E poi c'ero io, fremente per la sua bellezza e per la aura misteriosa e abbastanza inquietante e ineffabile.
Quando giungo al pezzo del racconto in cui scappo da quell'uomo, comincio a stringere la mia veste in un pugno stretto.
Nella testa sento ancora il rumore incessante dei suoi passi pesanti, come se fosse impostato a replay.
Involontariamente, smetto di raccontare e comincio a tremare come una foglia.
Alicia, notandolo, si fionda su di me, abbracciandomi e stringendomi come se non ci fosse un domani.
Ad un tratto la sento singhiozzare.
Preoccupata, le sollevo delicatamente il viso e lei, senza darmi tempo di parlare, comicia a scusarsi.
"Scusami tesoro. È tutta colpa mia. Sono una stronza, ti ho lasciata sola quando invece ti avevo promesso di rimanerti accanto per tutta la notte. Mi sento una.."
Poggiadole un dito sulle labbra, la zittisco. "Hey, hey, hey, ti perdono Ali. Basta piangere, ormai è tutto finito. Non mi piace vederti piangere, mi sono ormai abituata a vederti sorridere e urlacchiare."
Lei, intanto, aveva smesso di piangere e mi guardava con gli occhi lucidi e pieni di compassione.
Per la seconda volta, mi riabbraccia ancor più forte, sussurrandomi all'orecchio "Scusami tanto, Meg. Ti voglio un mondo di bene."
Sentendola ancora scusarsi, le mie labbra si piegano in un piccolo sorriso e con voce ovattata dai suoi lunghi capelli rossi, le dico "Te ne voglio anch'io, dolcezza", per poi ricambiare il suo caloroso abbraccio.
To be continued》Spazio autrice
Waa, rieccomi qua belle!
Non ho niente di particolare da dirvi questa volta e spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento.
Ah, e mi scuso in anticipo per gli errori, purtroppo non ho avuto il tempo di ricorreggere il capitolo. Alla prossima, Roberta xx
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Demons::zjm (#wattys2016)
Fanfictiondemon. noun de·mon \ˈdē-mən\ an evil spirit a person who has a lot of energy or enthusiasm something that causes a person to have a lot of trouble or unhappiness Per gli ossessionati non c'è scelta: l'ossessione ha già scelto per loro, prima di lor...