|Capitolo 5|

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Pov Megan》
Quando tornai a casa, chiusi con un calcio la porta d'ingresso e dopo aver posato le chiavi  sul ripiano di marmo della cucina, mi recai con passo lento e stanco in salotto e con uno sbuffo mi buttai a peso morto sul divano.
Non avevo voglia di andare al centro. Sicuramente voi penserete che è solamente uno svago lo shopping. Beh, per me no. Per me andare al centro commerciale equivale a stare in inferno per almeno due tre ore.
E poi se c'è Alicia tutto diventa più stancante.
Lei ti farebbe provare tutti i vestiti di un negozio con l'obbiettivo di trovare quello perfetto.

Guardando l'orario sul cellulare, capisco che devo cominciare a prepararmi per uscire. Con pigrizia, mi alzo dal divano, vado in camera da letto e sostituisco la mia divisa scolastica con un paio di jeans skinny neri e un maglioncino bordeaux.
Dopo aver aggiustato i miei capelli neri e aver preso la borsa, esco di casa e mi dirigo verso il centro commerciale, che si trova a cinque minuti di distanza da casa mia.

Appena arrivata, noto in lontananza una testa rosso fuoco. Chi può essere se non Alicia?
Appena mi nota, corre verso di me e mi accoglie tra le sue braccia.
Quando scioglie l'abbraccio, urlacchia con la sua voce acuta "Per fortuna sei arrivata, pensavo fossi scappata!"
"Invece eccomi qua" dico, con un sorrisetto. Senza perdere altro tempo, mi afferra per il braccio e mentre mi trascina verso l'entrata di un negozio, dice con voce divertita ed eccitata "Preparati per un lungo pomeriggio di shopping sfrenato, sorella!"

*Più tardi*
"Basta, non ce la faccio più!" squittisce Alicia, al mio fianco.
"È solamente colpa tua, maledetta rossa! Dio, lo sapevo, non dovevo venire a fare shopping!"
"Hey, almeno non lamentarti, ti sei rifatta l'armadio con vestiti più alla moda. I maglioni che indossi tu li porta anche mia nonna!" dice la rossa, facendo una una smorfia di disgusto.
"I miei maglioni sono stupendi e non hanno niente che non va" sibilo irritata, fulminandola con lo sguardo ma lei, per niente intimorita, fa un sorrisone e facendo svolazzare la mano, dice in modo altezzoso "Si si, certo".

Arrivate davanti casa sua, lei mi abbraccia e mi dice "Grazie per la compagnia, tesoro" e sollevando la testa in alto per osservare il cielo, continua "Sì è fatto buio ed è pericoloso camminare da sole a quest'ora, ti presto la mia macchina" dice, porgendomi la chiave della sua auto.
Con un sorriso scuoto la testa e mi rivolgo a lei con tono dolce "Non ti preoccupare, sono solo cinque minuti di camminata".
La rossa, sospirando, si arrende.
"Va bene, ma stai attenta okay? Ci vediamo domani a scuola, tesoro" conclude, dandomi un bacio sulla guancia, per poi rintanarsi dentro casa.
"Che amica strana che ho" penso, scuotendo la testa con un sorriso. Successivamente salgo sul marciapiede e mi incammino verso casa.

All'improvviso vari brividi attraversano la mia schiena. Forse dovevo prendere la macchina della mia amica per tornare a casa.
Solo ora mi accorgo che il cielo è completamente buio e un silenzio assoluto regna nelle strade; l'unico rumore udibile è quello dei miei anfibi che strusciano leggermente sull'asfalto.
Sembra lo scenario perfetto per un film horror.
La luce chiara e fioca di un lampione illumina leggermente il piccolo e stretto marciapiede in cui sto camminando.
Alcune foglioline secche volteggiano in aria per poi posarsi sull'asfalto, dall'apparenza scivoloso e ghiacciato, per la temperatura bassa e umida.
Assottigliando lo sguardo, provo a scorgere in lontananza la  presenza di qualcun altro oltre la mia ma ahimè non mi è concesso, dato il buio totale e la nebbia fitta.
Ad un tratto un un leggero venticello colpisce il mio viso e il mio busto, facendo nascere altri brividi sulla mia pelle.
Portando una ciocca ribelle di capelli dietro l'orecchio con la mano ormai intorpidita dal freddo, comincio a sentire il mio corpo tremare per la temperatura gelida.

Mentre continuo a camminare con il capo chino, sento echeggiare nell'aria un "click".
Con un sussulto, mi giro di scatto e noto che dietro a me c'è solo un bidone dell'immondizia.
Autoconvincendomi di aver sentito male, continuo a camminare, ispezionando di tanto in tanto il territorio che mi circonda.
Ad un punto, sento riecheggiare un altro "click", seguito da una risatina tetra, a me sconosciuta.
Con velocità inizio a correre , presa dal terrore e dall'ansia, senza mai girarmi.
Mentre mi allontano sempre di più da quel bidone, sento un senso di sollievo impadronirsi della mia mente che dura solamente per poco, dato che in lontananza sento una voce profonda e un po' graffiata, tipica dei fumatori, dire "Avanti angelo, non scappare..."
Al suono di quelle parole sento i miei arti tremare ancor di più e le pupille dei miei occhi ingrandirsi per la paura.
Da lontano, per fortuna, noto la mia adorata casa; la mia salvezza.
Sforzandomi ancor di più, raggiungo in poco tempo il portone di casa.
Con le mani tremanti cerco di infilare la chiave correttamente nella serratura e riuscendoci, ringrazio mentalmente Dio e tutti i santi in cielo.
Senza perdere altro tempo entro in casa, chiudendo poi la porta con violenza.
O mio Dio.

Spazio Autrice
Rieccomi qua, belle!
Oggi non ho niente di particolare da dirvi; solamente ringraziarvi perché abbiamo superato le 100 letture, yee.
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento e vi faccio in anticipo gli auguri di buon anno. Speriamo che il 2016 ci porti tante cose belleeh.
Alla prossima, Roberta xx

Demons::zjm (#wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora