|Capitolo 20|

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Da notare la gif che uccide.
                        +++
Pov Megan》
"Bip bip bip"
"Mmh"
"Bip bip bip"

Sbuffando, apro gli occhi lentamente e innervosita, lancio la sveglia contro il muro, facendola smettere di suonare.
Finalmente.

Con pigrizia mi alzo dal letto e, mentre scendo le scale, chiamo più volte Alicia ma, sfortunatamente, non ricevo nessuna risposta.

Andando in cucina, noto un foglietto poggiato sul tavolo.

"Megan, sono Alicia. (N/A Hello, it's me. Rido.)
Probabilmente quando ti sveglierai, io sarò a scuola.
Okay, questo non importa, voglio solamente dirti di riposare e star bene. Almeno provaci. Appena posso, ti chiamo o ti vengo a trovare.
Bacioni, xx."

Con una risata amara, accartoccio il foglietto e lo butto a terra.

Magari fosse così facile riprendersi e star bene, e dimenticare completamente ciò che è successo ieri.

Scoprire di essere pedinata da uno psicopatico giorno e notte può sembrare ridicolo, insomma, queste cose succedono nei film, nelle storie inventate, nei libri, non nella realtà.

E sapere che tutto ciò può accadere anche nella realtà ti destabilizza; ma il fatto che mi spiazza del tutto è che tutto questo sta accadendo proprio a me.

Anche se provassi a dire ad uno sconosciuto di essere perseguitata,  questo in risposta mi riderebbe in faccia e non mi crederebbe, prendendomi solamente per pazza.

Persino Alicia non mi crede.

Forse sto diventando solamente pazza.

Forse nessuno mi sta seguendo, è solamente questa sensazione di essere osservata e di essere in trappola che mi sta mandando fuori di testa.

Stremata da tutti questi pensieri, decido di vestirmi e di fare una bella passeggiata al parco vicino casa, giusto per schiarirmi un po' le idee.
                     *******
Come sempre,  in questo parco regna l'assoluto silenzio e la tranquillità, ed è proprio per questo che lo considero come una seconda casa.

I bambini, ad esempio, non vengono mai a giocare qui perché considerano questo posto abbastanza 'inquietante'.

Può essere anche vero.

Gli alberi sono secchi e spogli, le stradine asfaltate sono ricoperte da tante da tante foglie secche, vi è anche un piccolo acquitrino dall'acqua putrida e poco più lontano da questo, c'è lo spazio per i bambini dove le altalene e gli scivoli sono ormai impolverati e rotti da chissà quali vandali.

Eppure io in questo parco ci sto bene. Mi sento a mio agio.

Mentre cammino rilassata, con le mani in tasca e lo sguardo rivolto a terra, noto tra le infinite foglie secche una piccola fotografia che ritrae il cielo nuvoloso e gli alberi spogli.

Con un cipiglio in viso, continuo a camminare finché noto in lontananza, sotto ad un albero, un ragazzo intento a scattare qualche foto al paesaggio.

Forse la piccola fotografia può appartenere a lui.

Velocemente, prendo a camminare verso la sua direzione, fino a ritrovarmi a pochi passi dietro di lui.

Come una bambina arrossisco, notando le sue spalle larghe e i suoi muscoli fasciati dalla maglietta aderente contrarsi ad ogni suo piccolo movimento.

Ancora niente, non si è accorto di me.

Provo a schiarirmi la voce, cercando di attirare la sua attenzione, ma ancora niente.

Andando in panico, arrossisco ancor di più e comincio a mordermi l'interno della guancia.

Cavolo, cosa devo fare? Girati!

"Hey" Sussurro debolmente, picchiettando con la mano sulla sua grande spalla.

Al mio tocco, sobbalza e si gira del tutto.

Non volendolo guardare, tengo lo sguardo basso e, sventolando leggermente la fotografia, dico timidamente "Forse questa è tua."

I secondi passano e non ricevo nessuna risposta dal ragazzo, nessun movimento.

Ad un tratto, noto la sua macchina fotografica cadere a terra.

Preoccupata, la raccolgo velocemente da terra e impacciata, mi scuso per averlo spaventato.

"Tu, O mio Dio." Lo sento dire.

Al suono della sua voce profonda e mascolina, ma allo stesso tempo rilassante e melodiosa, alzo lo sguardo.

Con le gote rosse, osservo il suo ciuffo nero corvino, i suoi occhi grandi e a mandorla, incorniciati da delle  folte ciglia lunghe, i suoi lineamenti marcati e spigolosi e le sue labbra screpolate color ciliegia, con il labbro inferiore più carnoso rispetto a quello superiore.

Dovrebbe essere illegale ciò che sto vedendo.

"Ti piace quello che vedi, bimba?" Noto le sue labbra incresparsi in un ghigno e i suoi occhi scintillare.

Al suo nomignolo, sento il viso andar a fuoco e balbettando, dico "Scusa, n-non volevo disturbarti, ora me ne vado."

Alle mie parole, sembra trasformarsi; comincia a boccheggiare  e, respirando in modo affannato, mi prende gentilmente per il polso e mi prega di non andare via.

"V-va bene." Rispondo ancora imbarazzata, vedendolo osservarmi attentamente e sentendo la sua presa sul mio polso rafforzare.

Sentendo la presa aumentare sempre di più, faccio una smorfia di dolore e lui, notandola, si allontana improvvisamente da me, riprendendo a boccheggiare irregolarmente, con le mani chiuse in due pugni.

Preoccupata, gli domando se sta bene.

Lentamente, si gira verso di me e rivolgendomi un sorriso debole, risponde di si.

"Il mio nome è Zayn"  Dice, riavvicinandosi a me, guardandomi negli occhi.

Il suo sguardo è così intenso.

"Il mio è Megan."

"Vuoi vedere le foto che ho scattato prima, Megan?" Domanda, con tono allegro.

È così strano.

Senza attendere una mia risposta, comincia a farmele vedere e di tanto in tanto le commenta.

"Wow, sei bravissimo."
"Grazie" Risponde sorridendo, arricciando il naso e assottigliando gli occhi.

Dio.

Mentre continua a parlarmi della sua passione per la fotografia, osservo attentamente il movimento che compiono le sue labbra e improvvisamente, mi vien voglia di toccarle.

"Se vuoi, un altro giorno puoi venire a casa mia che te ne faccio vedere altri di scatti."

"Certo" Rispondo senza pensare, ancora ipnotizzata dalle sue labbra.

"Questo è il mio indirizzo, vienimi a trovare quando vuoi" Dice euforicamente, dandomi un fogliettino con su scritta la sua via.

"Sì, ci vediamo Zayn."

"Alla prossima, Megan." Mi saluta, incatenando di nuovo i nostri sguardi, per poi mordersi quel maledetto labbro.

Mentre sorpasso il cancello del parco, mi giro verso Zayn e lo noto immobile, sotto l'albero, ad osservarmi, ancora.
To be continued》

Hope you like this shit, Roberta xx.

Demons::zjm (#wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora