Tempo

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-Dobbiamo tornare in classe-dico velocemente iniziando a camminare verso la nostra aula.
Mi guarda stranito ,mi segue e all'inizio non dice nulla.
-Ho detto qualcosa di sbagliato?-mi chiede ad un tratto quando siamo quasi in aula
-No-rispondo secca entrando in classe spaccando il suono della campanella.
Ci sediamo e il professore inizia subito a spiegare storia.Alex è seduto di fianco a me con il corpo teso e contorto in una posizione rigida e innaturale.Si sforza di seguire la lezione ma potrei dire quasi con certezza che quella domanda gli annebbia la mente:ho detto qualcosa di sbagliato?
No non è colpa sua,non è colpa sua se non posso permettermi di innamorarmi.Non è colpa sua se tutto ciò che si avvicina a me viene coinvolto nella catastrofe della mia vita.Vorrei scusarmi,mettergli una mano sulla spalla e dirgli che lui è stato perfetto,che non ne vale la pena di stare male per me.
Invece rimango ferma a guardarlo di nascosto da dietro i capelli che mi coprono il viso sentendo quasi di poter avvertire la confusione che c'è adesso dentro di lui.
A fine lezione non c'è nemmeno una lettera pronunciata dal professore che mi sia rimasta in mente.
~
La campanella suona e in un secondo mi infilo il cappotto e mi metto lo zaino in spalla,per poco non inciampo camminando più veloce che posso verso l'uscita accalcata di studenti.
Mi costringo a non girarmi indietro per cercare il volto di Alex nella folla.
Penso di essere salva quando supero il limite della scuola e imbocco la via di casa ma qualcosa mi ferma,mi trattiene.
Mi volto e vedo Alex che mi tiene il braccio e mi fissa con i suoi occhi azzurri.
-Aspetta-dice lui quasi supplicando.Non gli dico nulla,non saprei cosa dire,non saprei cosa fare,resto immobile.
-Ascolta mi dispiace,qualsiasi cosa io abbia fatto,qualsiasi cosa possa essere successa.Mi dispiace ma non posso perderti.Da quando sono qui sei l'unica con cui sento di poter essere lo stesso,senza maschere-
Vedo nel suo sguardo il panico,il dolore.Non posso permettere che lui soffra per me,io posso soffrire stando lontana da lui ma non posso renderlo infelice.Serve uno strappo netto,una rottura critica senza mezze misure.
-Devi lasciarmi in pace,non devi più parlarmi,mai più.Io non devo esistere per te.Non hai niente a che fare con me-dico a denti stretti con lo sguardo arrabbiato anche se dentro mi sento uno schifo.
Vedo quello che prova,tutto il dolore che scorre dentro di lui e lo distrugge.Ma un'unica scarica di dolore tutta in una volta si esaurisce in se stessa dopo poco.Invece se si innamorasse di me il mio stupido carattere e la mia stupida vita lo distruggerebbero lentamente.
Non dice nulla e prima di scoppiare in lacrime mi giro e vado via camminando velocemente con gli occhi che bruciano per lo sforzo di non piangere.
Arrivo a casa e mi chiudo in camera senza mangiare con la scusa di un forte mal di testa.
Dopo qualche secondo stesa sul letto con la mente nel più totale pandemonio,mi addormento.
~
Sono nel maneggio,c'è il sole.Un sole accecante.Sono vestita con il mio completo da equitazione,tutti i cavalli intorno a me mi osservano e nitriscono,sembrano contenti.Davanti a me c'è Nikki e di fianco a lei c'è Spirit avvolto nel suo splendore,il manto nero lucido,la criniera lunga e folta.Mi avvicino e gli sorrido passando la mano nel ciuffo di criniera che gli copre la fronte,lui mi sfiora il viso con il naso morbido.È felice e sereno,come lo avevo visto pochissime volte così lo tiro fuori dal box e inizio a galoppare verso il lago dove io e Will ci siamo baciati per la prima volta.Sento la stessa sensazione che ho provato la prima volta che ho galoppato con lui,le falcate sinuose,la voglia di vivere che sprigiona ad ogni suo passo,la libertà,la sensazione di volare.
Quando arrivo davanti al lago sento l'odore d'erba bagnata e di lillà e non lontano da me nell'ombra degli alberi c'è la figura di un ragazzo in piedi.Scendo dalla sella ,lascio Spirit a brucare l'erba fresca e mi avvicino alla figura attratta magneticamente,l'ombra è di spalle e non posso vedere il viso ma quando sono a un metro  circa il ragazzo si gira e mi ritrovo davanti Will.
Mi sorride con gli stessi occhi marrone cioccolato pieni di dolcezza,con gli stessi capelli spettinati,con lo stesso sguardo innamorato.Non sento le gambe,non sento le braccia,il mio corpo è svanito,ci siamo solo io e la mia felicità,l'amore.Sento le guance che mi fanno male da quanto è grande il mio sorriso e il secondo successivo sento le sue labbra che si premono sulle mie,stringo le mani nei suoi capelli e sento le sue che mi abbracciano.È tutto perfetto come il nostro primo bacio,il suo profumo,le sue labbra.Non c'è niente che potessi desiderare di più.
Apro gli occhi e non siamo più al lago,siamo davanti alla porta della villa mano nella mano,lui mi guarda e mi sorride e io ricambio.Ad un tratto la porta si apre e vedo Cristine e mio padre anche loro con uno splendido sorriso sul viso.
Entriamo in casa e c'è lo stesso odore di legno e lavanda del profumatore d'ambienti,la cucina con i piatti nel lavandino,il divano con i cuscini color panna.È tutto come è sempre stato,fossilizzato.
Mio padre mi abbraccia e io lo stringo più forte che riesco inspirando l'odore di dopobarba,i capelli sono ordinati e gli occhi hanno la stessa aria spensierata e svampita.Anche Cristine mi abbraccia con quel sua fare da mamma accarezzandomi i capelli.Sono tutti lì intorno a me che mi sorridono come se non ci fosse più dolore al mondo in grado di rompere il nostro equilibrio.La mia casa,il mio maneggio,il mio Spirit.È tutto di nuovo perfetto.
Mi sveglio di soprassalto sgranando gli occhi e con la fronte sudata.Sono disorientata,confusa.Dov'è Will?Mio padre,Cristine,il maneggio,la casa?
Intorno a me è buio e distinguo a malapena le ombre grazie alla luce fioca che arriva dalla finestra,mi giro verso il comodino e l'orologio segna le tre e quarantadue di notte.È da dodici ore che dormo.La testa mi pulsa e il mio corpo è pesante ed estremamente indolenzito.Il cuore mi scoppia.
Mi rimetto nel letto togliendo le lenzuola dalle gambe e sentendo un immediato sollievo al fresco che filtra nel mio corpo.
Provo a riprendere sonno ma dopo dodici ore mi sento pronta per correre una maratona.Mi arrendo dopo circa un quarto d'ora così mi alzo e vado in cucina per bere un bicchier d'acqua.
Il piacere dell'acqua che circola nelle vene mi fa sentire  subito meglio.Faccio un respiro profondo lasciando l'ossigeno fresco nel sangue,c'è una bella luna nel cielo.
Mi siedo sul divano con la coperta sulle gambe e ripenso a quel maledetto sogno,a come tutto sembrasse reale compreso i profumi,la luce e la sensazione della brezza sul viso mentre galoppavo con Spirit.Senza rendermene conto una calda lacrima mi riga la guancia e dopo un secondo altre mille la seguono lasciandomi con la gola strozzata.
Mi mancano,mi mancano tutti.Hanno portato via tutto con loro e adesso sono solo una stupida scatola vuota,un corpo senza anima.
Purtroppo o per fortuna lo sforzo del pianto mi sfinisce e mi lascia senza forze in pochi minuti facendomi crollare in un sonno profondissimo e senza l'ombra di un sogno.
È una mancanza che nonostante tutto il tempo mi uccide,mi toglie il respiro ma forse è l'unica cosa che mi rende viva.

La ragazza che amava la pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora