Sola

194 26 7
                                    

Esco dalla doccia e prendo un grosso respiro che sa di vapore caldo e shampoo alla lavanda.
Guardo l'orologio e sono solo le otto e cinquanta.
Non voglio passare la serata da sola in camera,mi torturerei troppo con i miei pensieri.Allo stesso tempo se stessi con Cristine non resisterebbe e comincerebbe a farmi domande senza nemmeno accorgersene,già che a cena sia riuscita a rimanere zitta mi ha sorpreso.
Poi guardo il telefono e mi viene in mente di chiamare Will,in fondo é sabato sera e potremmo stare insieme fino a tardi.
Digito il numero e aspetto nervosamente di sentire la sua voce.
-Pronto-
-Will-esclamo
-Sophie!É successo qualcosa?-
il suo essere così protettivo mi fa sorridere e pensare alla sua espressione accigliata,con gli occhi colorati dalla preoccupazione mi fa sorridere
-No va tutto bene ma bo avevo voglia di stare con te.É sabato e non mi va di stare da sola.Ti va di venire?-
-Certo-mi risponde con voce dolce-chiedo a mia mamma se mi accompagna,non sarà molto contenta di farsi mezz'ora in macchina ma vedrai che riuscirò a convincerla-
dice soffocando un risolino
-Grazie Will-
-Tutto per te-risponde poi mette giù la chiamata.
Appoggio il telefono sul lavandino e mi pettino i capelli e nonostante i miei sforzi comincio a pensare a Marcus.
É stato molto carino con me e anche se non ci ho mai pensato non sono solo io che ho appena scoperto di avere un altro padre che non é quello che ho sempre creduto ma anche lui all'improvviso ha conosciuto una figlia quando credeva di essere solo.
Avrebbe potuto rifiutarmi invece ha preso la situazione di petto dimostrando di essere una persona matura.
E sicuramente non era scontato.
Mi viene in mente una frase che mi ha detto Marcus mentre parlavamo.
Con lo sguardo serio mi aveva guardato negli occhi e mi aveva detto "non pretendo che tu mi veda come un padre ma come una persona che ti starà vicino sempre e che ti aiuterà".
Pensandoci ha ragione,Nicolas sarà sempre mio padre,colui che ha amato mia madre e che mi ha cresciuto,mi é stato vicino e cosa più importante mi ha fatto scoprire quanto io ami i cavalli.
Allo stesso tempo un parte del sangue che scorre nelle vene di Marcus é anche nelle mie e non posso ignorarlo.Non puó essere mio padre ma mi ha dimostrato di avere abbastanza forza per potermi stare vicino.
Con la mano simile ad un disco rotto che passa impassibile tra i miei capelli osservo l'orologio e sono già le nove e dieci.Mi tolgo l'accappatoio e vado in camera,apro l'armadio e decido per un paio di pantaloni della tuta neri e una maglia a maniche lunghe bianca.
Asciugo i capelli con un asciugamano e decido di lasciarli sciolti.
Guardo il telefono e sono le nove e un quarto così mi stendo sul letto con la coperta intorno alle spalle.
Mi concentro solo sul mio petto che su alza e abbassa.Pian piano riesco a rilassarmi.
Mi viene in mente che é da tanto che non leggo,sarà da almeno un mese.
Io ho sempre adorato leggere,i libri insieme ai cavalli mi hanno sempre portato in quel mondo felice che avevo sempre desiderato fosse mio.
Mi sto alzando verso la libreria per prendere un libro che ho sempre amato quando il campanello suona.
Metto le pantofole e corro giù per le scale.
Intravedo Cristine che sta anche lei scendendo con l'espressione sorpresa.
Apro la porta e mi ritrovo davanti il viso sorridente di Will,gli salto addosso e lo stringo a me ispirando il suo profumo.
-Ciao bellissima-mi sussurra all'orecchio
-Ciao-rispondo lasciandogli un leggero bacio sulle labbra.
-Avevo tanta voglia di stare con te-dice appoggiando il suo viso alla mia fronte
-Mi mancavano le tue braccia-sospiro godendomi la sicurezza che sento avvolta da lui.
Vedo arrivare Cristine con un sorrisino compiaciuto sul volto.
-Ciao Will-dice squillante
-Salve Cristine-risponde lui serio
-Ti prego non usare quel tono così rigoroso mi fai sentire vecchia-dice sorridendo
Ho sempre adorato la sua bravura nello sdrammatizzare le situazioni più strane.
-Scusami-dice lui evidentemente più tranquillo
-Posso offrirti qualcosa?-dice lei cortese
-No grazie sono a posto-risponde
Si osservano qualche secondo e il silenzio diventa pesante.
-Noi andiamo di sopra-dico poi lo prendo per mano e corriamo verso le scale.
Mente saliamo non sento più il pavimento sotto ai piedi e mi ritrovo in braccio a Will.
-Ehi-dico senza riuscire a trattenere un sorriso.
-Ti ho preso-dice abbassando le sue labbra sulle mie
Entriamo in camera e ci stendiamo sul letto e lui mi abbraccia.
-Vuoi parlare?-
chiede cauto
-É una brava persona,gentile,premuroso.Sono contenta di come é andata però é ancora una situazione strana per me-
sono breve per fargli capire che l'argomento non mi entusiasma.
-Ci sono io.Ricordati non importa cosa può succederti-
sussurra baciandomi la fronte
Gli sorrido e per un altro istante della giornata tutto sembra perfetto e immobile,senza problemi o ansia.
Durante la serata parliamo del più e del meno,della scuola e dei professori più strani,dei cavalli, dei nostri gusti in fatto di film e libri che sono molto discordanti.
Ridiamo tanto,come due pazzi in realtà finché alle dieci e trenta sua madre lo passa a prendere e noto per la prima volta il suo aspetto.
È abbastanza giovane con i capelli marrone scuro come quello di Will e gli occhi marrone chiaro.
È in carne con appena qualche chilo in più forse ma il suo fisico è molto proporzionato e piacevole.
I capelli sono legati in una treccia laterale ed è vestita in modo sobrio ma molto carino.
Mi saluta con un sorriso enorme e chiamandomi per nome,faccio lo stesso anche se non so come si chiama.
Quando torno in camera accendo la lampada e prendo un libro dalla libreria,quello che ho sempre adorato.
Si chiama Help me e la protagonista è una ragazza la cui vita è un inferno e dove l'unica cosa che la rende felice è il suo fidanzato.
Vado all'ultima pagina dove evidenziate di giallo ci sono queste righe
"Non ho mai avuto una vita facile ne tanto meno bella o felice.Senza genitori,amici,parenti,un bel fisico,un bel cervello.
Ogni volta che sembrava tutto finito arrivava una bastonata peggiore della precedente.
Eppure di due cose sono grata.
La prima è lui che mi ha amato più di quanto nemmeno io avrei saputo fare in tutta la vita,mi ha curato,riparato,sorretto,capito.
E la seconda è di essere quella che sono.
Di essere sempre stata in grado di trovare la forza dentro di me,di non aver mollato nemmeno quando sembravo già sul punto di cadere, di aver lottato fino a sentirmi morire,di aver sorriso sempre ogni mattina dopo le notti a piangere.
Ringrazio di aver sognato,amato,sperato e di aver vissuto ogni momento senza sprecarlo.
Ringrazio di essere quella che sono e di non essere mai cambiata"
Sfioro le pagine con le dita e inspiro il profumo di carta che adoro.
Mi stendo sotto le coperte e ripenso alla mia vita che sembra uguale al libro.Un inferno illuminato da Will che é l'unica ragione per cui ancora sono ancora qui a lottare.
E per la prima volta mi sento incredibilmente fiera di chi sono e di essere sempre rimasta io,nonostante tutto.
Dopo molti mesi mi riaddormento con il sorriso sul volto.
~
La luce fortissima mi tortura gli occhi e cerco di evitarla cambiando posizione in ogni secondo.Poi mi arrendo, prendo il telefono dal comodino e cedo che sono le dieci e ventisei.Mi alzo stiracchiando le braccia e vado in bagno.
Sono ancora troppo comoda per togliermi il pigiama così mi sistemo i capelli e scendo in cucina dove trovo papà chinato su una tazza di latte caldo.
-Buongiorno tesoro-dice quando mi nota.Si alza e mi viene in contro abbracciandomi con un affetto che non avevo mai sentito.
-Buongiorno-balbetto soffocata dal pigiama di mio padre.
Ci sediamo a tavola e mio padre mi passa un altra tazza di latte e il pacco dei biscotti.
Mi guarda interrogatorio e mi chiede con gli occhi come era andata con Marcus.
Butto giù un sorso di latte ed un biscotto,respiro e gli racconto tutto. Ogni dettaglio dell'incontro e ogni parola che ci siano detti.
Devo raccontargli ogni minuto prima che smetta di farmi domande.
Mi guarda di nuovo con uno sguardo malinconico.Rimango stranita.
-Ok Sophie-dice-Ieri sono stato via tutto il pomeriggio perché mi hanno informato di un viaggio di quasi due mesi che dovrò fare molto presto-
Sento il mio sorriso spegnersi e i miei occhi farsi malinconici.
Non me lo aspettavo.È tornato da pochissimo e speravo che finalmente smettesse con i suoi viaggi infiniti.
-Ho cercato di rimandare perché questo periodo per te é molto difficile lo so ma è stato impossibile-
dice con voce ancora più triste dopo aver notato la mia reazione.
Cerco di mantenere le lacrime dentro agli occhi e non so come sorrido,il sorriso più finto della storia.
-Ok capisco io rimarrò con Cristine come sempre e poi ci sarà Will a farmi compagnia-dico cercando di non balbettare.
Non devo mollare.Forte.Forte anche se sono sola.

La ragazza che amava la pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora