Coraggio

124 13 8
                                    

Respiro lasciando che l'aria entri nei polmoni,quasi a perforarli.
Perché ci aspettiamo che sia facile quando in realtà nessuno ci ha mai detto che lo sarebbe stato?
Perché già da piccoli prospettiamo vite felici,senza difficoltà quando tutto ciò che ci circonda traballa sulla lama di un coltello?
Quante illusioni,quanto coraggio.
Mentre la campanella fa eco nella mia testa e le gambe come inanimate salgono le scale,alzo la testa e cammino.
Ho amato,perso,lottato,sperato,sognato,pianto.
"Cammina alta Sophie"mi ripeto.
E una nuova consapevolezza irrompe violenta a riempire le mie ferite.Dopo tutto questo dolore posso dire che sono forte.Cammina alta,alta come a impilare tutto il tuo dolore e accatastare tutte le lacrime.
Non c'è nulla di egoista in questo.
~
Le cinque ore passano.La scuola,mi sono dedicata a questo e ai cavalli per tutta la vita.
La scuola mi da soddisfazione,mi sento brava.Come un leone in terreno di caccia,è il mio habitat.
Ma questo habitat non mi ha insegnato cosa troverò là fuori,i voti sempre alti non mi hanno protetta.
Aiutata ma non protetta.
Mentre esco da scuola seguo Alex con lo sguardo.
Stamattina non si è seduto affianco a me,ha chiesto al prof di sedersi da un'altra parte sottolineando che andava bene qualunque altro posto,nell'aria sono rimaste sospese quelle cinque parole.
Basta non vicino a lei.
Per cinque ore senza che Alex le dicesse quelle cinque parole hanno appesantito l'aria.
Alex cammina velocemente ed esce dal cancello,sospiro e torno a casa.
Quando apro la porta vedo Marcus intento a torturare i fornelli per cuocere qualcosa.
-Ciao Sophie-mi saluta alzando lo sguardo
-Ei-rispondo appoggiando lo zaino e togliendomi scarpe e giacchetto-cosa stai facendo a quel povero cibo?-
-Cercavo di cuocere la pasta ma qua nulla sembra voler collaborare oggi-risponde sbuffando
-Lascia fare a me-ridacchio facendogli gesto di spostarsi-tu apparecchia-
Annuisce e inizia a sistemare la tavola mentre io rimedio al disastro fatto con la pasta.
-Dovrei parlarti di una cosa-sussurro dopo qualche minuto
-Dimmi-
-Ieri il ragazzo che è venuto,non era un compagno di classe.E penso anche che tu lo abbia capito ma ora vorrei spiegarti,non so se ricordi che la prima volta che ci siamo incontrati un'anno fa da Starbucks avevamo parlato del mio ragazzo dell'epoca:Will-
Mi volto e mi siedo affianco a lui.
-Certo che mi ricordo,al solo pensiero ti erano brillati gli occhi.Mi avevi detto che era ritornato in Inghilterra-
-Esattamente.Ora è tornato e io non potrei essere più felice,quando lui era con me tutto andava meglio.Tutto si fermava per un momento per quanto potesse essere breve o insignificante.Volevo solo che tu lo sapessi-
Sorrido
-Certo va benissimo.Va benissimo se stai bene solo io ricordo che sei stata molto male dopo che ti ha lasciato,pensi di poter accettare di sapere che potrebbe lasciarti di nuovo?-
Nel suo sguardo c'è qualcosa di così serio e paterno.
Qualcosa di incredibilmente preoccupato.
-Eri così persa in quel periodo.Una bussola senza nord.Eri così vuota.Così persa,distrutta.
E io ero disperato,vederti ridotta così era uno strazio per entrambi.Non può succedere di nuovo-sussurra Marcus a denti stretti.
Persa.
Distrutta.
Lo so.
-Lo so,e capisco che faccia paura.Ma fa paura solo a te,io ci sono già passata troppe volte.È una lama conoscente quasi amica direi se non facesse così male.Ma io non voglio più aver paura di essere felice.Mai più-
Basta paura Sophie.
È la tua vita,devi avere paura solo di te stessa.
-Io vado un secondo in camera.Tu attento alla pasta-dico a Marcus alzandomi.
Lui rimane fermo giocherellando con la forchetta tra le dita.
Arrivo in camera,chiudo la porta e mi stendo sul letto.
-Ciao mamma-pronuncio lasciando che le parole risuonino nella stanza per qualche secondo-dove sei ora?Ma anche se in qualche modo tu mi rispondessi non potrei sentirti,in me ci sono urla troppo forti.
E tu papà?dove sei adesso?Avevo ancora bisogno di te,di entrambi.Sono così persa.Come dice Marcus.
E non ho idea di come cambiare le cose,non c'è più nord nella mia vita.Mi sento così vuota,non riesco neanche a respirare ho paura di soffocare.Mi sento così distrutta,non riesco a reagire ho paura di morire,di nuovo.Perchè se c'è qualcosa che ho imparato è che noi esseri umani moriamo mille volte,moriamo fino a degradarci per rinascere di nuovo.
Dove siete?Mi sento così buia-
-Sophie è pronto!-
Trascino le gambe giù dal letto.
Cammina alta Sophie.
Marcus è assente e mentre mangiamo sputa qualche parola solitaria,cerco di rassicurarlo,cerco di fargli capire che Will non mi lascerà di nuovo e mentre lo dico convinco anche me stessa.
Ingoiato l'ultimo boccone sparecchio la tavola e sistemo i piatti.Devo tenere occupata la mia testa ad ogni costo.
-Sei stanco vai a riposare.Io sarò in camera a studiare-
-Penso sia una buona idea-risponde per poi alzarsi,darmi un bacio sulla fronte e andare in camera.
C'è troppo silenzio per la mia anima urlante adesso.

La ragazza che amava la pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora