Compleanno

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Pensavo che se Will fosse tornato tutto sarebbe di nuovo andato per il verso giusto.Ma mi sbagliavo.C'è qualcosa dentro di me che deve cambiare.
I giorni passano monotoni e stupendamente noiosi fino al ventotto di ottobre.Il giorno prima del mio diciottesimo compleanno.
L'anno scorso il mio compleanno è passato silenzioso lasciandomi solo il peso di un anno tremendo,i miei diciassette anni li avevo festeggiati chiusi in camera con gli occhi persi nel vuoto.Era la prima settimana a casa di Marcus,Cristine mi aveva lasciato da poco e la mia esistenza era in frantumi.
Non era stato propriamente il compleanno migliore della mia vita.Quest'anno voglio che sia indimenticabile.Diciotto anni li sognavo da bambino quando ancora c'era mia madre  che mi rimboccava le coperte,in ogni film o cartone animato le ragazze aspettavano con ansia questo traguardo.Non capivo ancora cosa ci fosse di così significativo in quei due numeri vicini su una torta di compleanno ma già mi piaceva,mi piaceva e non poco.
Più volte in questo periodo mi ero chiesta come li avrei passati questi fatidici diciotto anni e adesso mi sento del tutto euforica.Voglio che sia indimenticabile e nel senso migliore possibile di questo aggettivo.
Chiudo il libro di matematica dopo aver terminato tutti gli esercizi.
-Sophie vieni è pronto!-urla Marcus dalla cucina.In questo periodo si sta impegnando parecchio per cucinare qualcosa che vada oltre la pasta in bianco e i toast.
Un forte odore di carne grigliata mi invade appena apro la porta della stanza.Un'espressione compiaciuta mi segna il volto.
Sul tavolo della cucina troneggiano due bistecche grigliate insieme ad alcune fette di pane tostato,riesco solo a concentrarmi per ricordare l'ultima volta che mangiato così.No non me lo ricordo.
-Marcus tu ti sei ufficialmente superato-dico sedendomi-se un mese fa mi avessero detto che avresti cucinato una cena del genere mi sarei fatta una sonora risata-
Lui sorride evidentemente soddisfatto e mi risponde
-Si lo so ho un talento naturale-
Taglio il primo pezzo di carne e Marcus fa lo stesso,appena sentiamo il sapore della carne che ci invade la bocca sgraniamo gli occhi.
-Come dicevo:talento naturale-ribadisce Marcus.
La carne è indubbiamente fantastica.
-Allora cosa fai domani?-domanda Marcus-è un giorno importante-
-Non saprei pensavo di invitare a cena William e Cleo se per te va bene,pensavamo di mangiare una pizza e guardare un film-rispondo
Voglio fare qualcosa di indimenticabile anche se per i miei standard questo significa passare una tranquilla serata divertendomi con le persone a cui tengo.
Dopo che ho cavalcato con Cleo ci siamo viste molte altre volte non solo per andare a cavallo,nei giorni di pioggia abbiamo bevuto cioccolata calda e guardando serie TV.Con lei riesco a non soffrire stando dentro quella casa impregnata di ricordi.
Siamo diventate molto amiche e sono riuscita anche a conoscere i suoi genitori e sua sorella,sono l'immagine della famiglia perfetta eppure Cleo è spesso sola.Penso che soffra per questa famiglia così perfetta in cui lei si sente inadeguata.
E anche lei è venuta qui a cena un paio di sabato sera,Marcus la adora.Adora la sua spontaneità così esuberante perché dice che lui non mai riuscito ad essere così,dice che la ammira perché è più difficile di quanto si pensi sorridere.
-Possiamo fare tutto quello che ti rende felice Sophie-sorride Marcus stringendomi la mano libera appoggiata sul tavolo.
Finita la cena mi alzo saltellante da tavola dopo aver aiutato Marcus a sparecchiare e mettere a posto.
Faccio tutto quello che posso per tenere la testa impegnata,preparo lo zaino e i vestiti per domani,sistemo la scrivania nella mia stanza,mi prendo più tempo possibile in bagno mettendo tutto accuratamente in ordine,mi spazzolo i capelli e ripiego i vestiti di oggi nei cassetti indugiando su tutte le pieghe.
Finito tutto sono appena le dieci così mi infilo nel letto e invio un messaggio a Cleo.
Ciao Cleo,allora domani ci vediamo a casa mia per cena
Mi risponde dopo qualche secondo dicendo che ci sarà di certo.
Mi addormento con l'immagine di mia madre e mio padre che mi rimboccano le coperte assieme come erano soliti fare ogni notte prima del mio compleanno.Mi dicevano che dovevo salutare per bene quell'anno che era passato perché presto o tardi lo avrei rimpianto .Chissà se immaginavano che il giorno prima del mio diciottesimo compleanno le coperte sarebbero rimaste ferme sul mio corpo senza che le loro mani potessero spostarle.

La ragazza che amava la pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora