4. Quel Maggiordomo, Bellicoso

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Il demone schivò il colpo e con un balzo raggiunse lo Shinigami sul tetto. « Desolato, ma questo era il solo modo per farvi uscire allo scoperto. » disse e con una gomitata mirò allo sterno.

Il supervisore della Sezione Amministrativa lo schivò con un'aggraziata rotazione e calò la Death Scythe sulla nuca dell'avversario, ma il colpo non andò a segno.

Sebastian la bloccò con la destra e ruotò su se stesso per tornare a guardarlo negli occhi. « In effetti, non avremmo potuto desiderare di meglio. »

« Farnetichi, demone. » ribatté William, infastidito. Se c'era una cosa che odiava ‒ e ormai anche il Conte lo sapeva ‒ era fare gli straordinari.

« Affatto. » gli assicurò il maggiordomo. Saltò per evitare l'affondo della Death Scythe e ricambiò la cortesia con un'ondata di lucidissima argenteria. « Chi meglio di voi può sapere chi ha preso l'anima di Blaine Doherthy? »

William sgranò gli occhi e quell'istante di esitazione gli valse una ginocchiata in pieno stomaco.

Sebastian ne approfittò per inchiodarlo contro il tetto facendo forza sulla Death Scythe, posta di traverso tra i loro corpi, ma lo Shinigami lo ricacciò indietro con tutta la forza del proprio peso.

« Che cosa barbarica la lotta a mani nude. » commentò, una volta riguadagnata la distanza di sicurezza. Puntò l'arma contro il demone e si aggiustò gli occhiali. « E in ogni caso quell'anima è stata prelevata dall'Unità di Raccolta. È decisamente fuori dal tuo raggio d'azione. » precisò. Fece allungare la Death Scythe per colpire Sebastian, ma il demone aveva ormai familiarità con quell'arma.

« Ma non voglio mangiarla. » ribadì il maggiordomo, con il suo incrollabile sorriso. Bloccò l'attacco con entrambe le mani e la usò per darsi la spinta per una capriola.

Lo Shinigami schivò il doppio calcio di un soffio. « E cosa vorresti farci, allora? » chiese, non perché gli interessasse, ma perché era certo che la belva non sarebbe riuscita a dargli una risposta valida.

Sebastian atterrò alle sue spalle e caricò un colpo di taglio con il braccio sinistro, che tuttavia si abbatté contro il ferro dell'arma. « Voglio scoprire chi l'ha ucciso. » rivelò.

Will si bloccò per un attimo, quindi emise un verso che, con molta ‒ moltissima ‒ immaginazione avrebbe potuto essere una risata strozzata. Guardò prima Sebastian, poi Ciel, quindi saltò in strada e agguantò il novizio per la collottola. « Gli Shinigami non sono al vostro servizio. » disse, rivolto al Conte. « Se non sapete fare il vostro mestiere, datevi all'ippica. » Tirò su il novizio e quasi lo strozzò nel rimetterlo in piedi. « Sei nei guai, Silverstone. E con te anche quel degenerato del tuo supervisore. »

Sebastian fece cenno di tornare all'attacco, ma Ciel lo precedette.

« È strano. Ero convinto che Undertaker fosse proprio uno di voi. »

William lasciò andare di scatto il colletto del novizio e si voltò verso di lui. « Questi non sono affari che ti riguardano, moccioso. » sibilò. « Solo perché quel folle si è venduto, non vuol dire che noi altri faremmo lo stesso. »

Ciel sogghignò. « Molto bene. » disse. « Se non volete trovare un accordo, posso solo augurarvi buona fortuna, ma quando cambierete idea sarà troppo tardi. Andiamo, Sebastian. »

« Sì, padroncino. »

Lo Shinigami assottigliò lo sguardo, dietro le lenti rettangolari, ma non lo fermò. Era certo che Ciel stesse bluffando. Cosa mai avrebbe potuto offrire un misero mortale ad un dio della morte?


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