24. Quel Maggiordomo, Scettico

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La porta dello studio si aprì di schianto, spinta con forza da un uomo sulla quarantina alto e magro, con ordinati baffetti castani. I capelli, tagliati corti e pettinati con una sobria fila a destra, erano in disordine, e le guance accese d'ira. « Che vuol dire che mia figlia è stata rapita dalle fate, Conte? Che razza di scherzo è mai? »

Ciel posò la tazza di tè davanti a sé e fece un cenno a Sebastian. « Non dovreste stupirvi, Marchese. » rispose. « Esistono i demoni, quindi perché non le fate? »

« Non è questo il punto! » sbottò l'uomo. « Mi avevate fatto intendere che fosse stata una banda di rapitori e che la stavate cercando! E invece ora viene fuori che sono state quelle! »

« Credetemi, Marchese, se un essere umano avesse tentato di rapire vostra figlia, i miei domestici lo avrebbero impedito senza sforzo. » gli assicurò il ragazzo. « Ma posso assicurarvi che la stiamo cercando. Sebbene, lo capirete, non è così facile. »

« Sì, ma le fate! Perché dovrebbero rapire la mia bambina? »

« Questo è... »

« Signolino, signolino! » Mey Rin entrò nello studio correndo a perdifiato e sarebbe inciampata addosso al Marchese, se Sebastian non l'avesse impedito. Essere presa per un braccio dal maggiordomo le fece venire il batticuore e per un attimo dimenticò quello che stava per dire, ma lo sguardo raggelante del suo giovane padrone le fece tornare subito la memoria. « L-La signolina Susan è tolnata! È in camela sua e ha detto che vuole pallale con voi, signolino. Dice anche che non vuole vedele nessun altlo, plima di avelvi detto "alcune cose impoltanti". »

« Cosa? Che vuol dire "è tornata"? » si agitò Lord Waterford.

« Stavo andando in camela sua ambiale le lenzuola, signole, e l'ho tlovata lì, che si ligilava una lettela tla le mani. » La tolse dal grembiule. « Ha detto che è pel il signolino Ciel e che deve leggella lui, plima di andale a pallalle. »

Il Marchese era livido.

« Non temete, » lo rassicurò Ciel « sono sicuro che chiariremo tutto. Devo pregarvi di uscire, però. Mey Rin, dammi la lettera. » Porse la mano verso di lei e attese che gli altri uscissero, prima di romperne il sigillo di ceralacca – una rosa stilizzata che non ricordava di aver mai visto.


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Ciel richiuse la lettera e chiamò Sebastian. « Anche se è una bambina scambiata, continua a considerarsi figlia dei marchesi. » disse, mentre usciva dalla stanza per raggiungere quella della ragazza. « E crede davvero che l'Ombra esista. » Arricciò le labbra. « Questa cosa sta andando troppo oltre. »

« Come spiegherete ai Beresford tutto questo? »

« Non lo farò. » rispose il Conte. « Lo farà lei. » Aprì la porta della stanza e rimase colpito dalla somiglianza tra la ragazza seduta sul letto e quella che aveva conosciuto nelle settimane precedenti.

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