10. Quel Maggiordomo, Imperturbabile

1.3K 126 78
                                    

La prima cosa che Ciel sentì, quando aprì gli occhi, fu il profumo di suo padre. La seconda fu il tocco gentile della sua mano che gli accarezzava i capelli. Per uno splendido istante si illuse di essere a Villa Phantomhive e che i suoi genitori non fossero mai morti, ma la speranza si affievolì con il riemergere dei ricordi della sera precedente. La mente ripercorse a ritroso quei momenti e le sue guance si tinsero di un intenso rosso ciliegia. Si era comportato come un marmocchio spaventato dalla propria ombra. Era stato... vergognoso, sì; non c'era altro modo per definirlo. Tossicchiò e si mise a sedere. Scivolò via dal corpo di Sebastian, svelto come una lucertola, e assunse la sua migliore espressione dignitosa. « Sebastian, perché sei a poltrire a letto invece di preparare la colazione? »

Il maggiordomo sogghignò, lieto di vedere il padroncino di nuovo in sé. « Ho ritenuto più importante vegliare il vostro sonno, signorino. » rispose, con la consueta compostezza, come se la notte appena trascorsa non fosse mai esistita. Si levò dall'intrico di lenzuola e si chiuse in bagno con gli abiti puliti. In meno di due minuti tornò ad essere il solito, efficiente servitore a cui il ragazzo si era abituato. « Preparerò immediatamente la colazione. »

Ciel annuì. Si acciambellò in poltrona come un gatto e portò le gambe al petto sotto l'enorme camicia da notte. Ad occhi chiusi poteva sentire ancora quel profumo di muschio bianco e pino attaccato alla pelle. Sfregò il volto contro il proprio braccio e inspirò a fondo. Trattenne l'aria più a lungo che poté, prima di lasciarla andare. Smettila, stupido. Sei il Conte Phantomhive, non un marmocchio con i denti da latte. si rimproverò, conscio di quanto fosse sbagliato – e pericoloso – indulgere in simili desideri. Scosse la testa e distese le gambe. Le accavallò e guardò fuori.

Il cielo sopra Dublino era di un azzurro limpido e attraverso i vetri socchiusi filtrava il profumo della pioggia che si asciugava sul selciato. Non una nuvola interrompeva quella linda perfezione, spezzata solo dal volo pigro di qualche piccione che nulla di meglio aveva da fare.

Non doveva essere una brutta vita, rifletté, almeno finché non terminava in modo brusco a causa di qualche gatto. « Dannate palle di pelo. » borbottò. Appoggiò il gomito su un bracciolo e il mento sul palmo. Non tollerava che a Sebastian potessero piacere al punto da nasconderli in casa, quando sapeva benissimo che lui era allergico. « Non dovrebbe pensare prima al mio benessere, quel dannato demone? »

« Lo faccio, signorino. » rispose il diretto interessato, alle sue spalle.

Ciel saltò su come se fosse stato morso da uno sciame di vespe impazzite. « Ti ho detto mille volte di non prendermi alle spalle! » lo rimproverò, rosso in viso.

« Le mie scuse, padroncino. » Il diavolo si inchinò e gli sorrise. « Venite, vi aiuto a prepararvi. » Gli tolse la camicia e gli fece indossare i calzoncini color crema, dentro i quali infilò la camicia. Abbottonò con cura il panciotto azzurro e legò il fazzoletto in un perfetto nodo Mail Coach.

Il Conte si lasciò vestire e pettinare in silenzio. Più che docile, era assente. La quiete sul suo viso tradiva la distanza dei suoi pensieri. « Voglio tornare a Londra, Sebastian. » annunciò, quando anche la marsina fu ben abbottonata sul suo petto.

« Sarebbe la scelta più saggia, signorino. » riconobbe il maggiordomo. « Fagottini o cheescake? »

« Fagottini. »

Sebastian gliene porse uno ancora caldo in un piattino. « Tuttavia, non credo che la regina sarebbe lieta di vedervi tornare così presto, sapendo che la questione non è affatto risolta. »

Ciel sospirò e sorseggiò il the. « Non credere che non lo sappia. » disse. « Se anche le mandassi quei quattro ribelli male assortiti... » Deglutì. « Se anche lo facessi, Molly continuerebbe ad uccidere. » Addentò il fagottino per fermare il tremito della mano. Il boccone pesò sulla lingua, ma lo inghiottì comunque e alzò lo sguardo verso il diavolo. « Dobbiamo eliminare lei e tutti i suoi animaletti. »

Tetragrammaton [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora