14. Quel Maggiordomo, Vigile

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Sorvolarono la città di tetto in tetto. La Squadra Knox si diresse verso il quartiere di Howth, da cui avrebbero iniziato a percorrere tutta la costa, mentre la Squadra Spears puntò verso Liffey Street Lower, da cui si sarebbero mossi a spirale.

William diede ordine di fermarsi a due tetti dal fiume. « Tucker, costa sud, da qui verso il porto e ritorno lungo la costa nord. Sutcliffe, costa nord da qui a Palmerstown e ritorno per la costa sud. »

Tucker annuì, assestò gli occhiali e si mise all'opera.

Grell lo guardò andare via, quindi scoccò a Will un'occhiata maliziosa che fece accapponare la pelle del burocrate. « Mh, a quanto pare siamo rimasti soli, signor Spears. » disse. Si strusciò su di lui. « Che ne dici di approfittarne, capo? » sussurrò al suo orecchio. « Potremmo divertirci come ai vecchi tempi. Ah, mi manca essere tua! »

William la fulminò con un'occhiata gelida. « L'unica cosa che sarai è sospeso di nuovo, se non ti metti al lavoro. » la ammonì. « E tu sai cosa succede agli Shinigami inefficienti, Sutcliffe, non è vero? »

La dea della morte tremò. « Sarò una Shinigami talmente efficiente che ti innamorerai di me! » esclamò. « Dopotutto, io sono la bella rossa dell'Unità di Raccolta. » Si mise in spalla la Death Scythe e fece l'occhiolino al suo superiore.

« Sei disgustoso. »

« Dici così solo per fare il prezioso, ma io lo so che mi ami! » ridacchiò Grell, imperterrita. Avrebbe continuato fino al tramonto a dargli il tormento, se l'altro non l'avesse buttata a calci giù dal tetto.

« E non osare farti rivedere senza aver fatto il tuo dovere! » sbottò Spears. Scosse la testa, borbottò una collaudata lista di insulti all'indirizzo di "quel fastidiosoimbecille" e si mise all'opera. Entrò ed uscì da ogni appartamento, ufficio, negozio, ristorante, cantina e mansarda di quella zona, sia d nord che a sud del Liffey, senza trovare nulla. Maledì la polvere, i ratti e i dublinesi ad ogni buco nell'acqua. Sarebbe tornato apposta per le loro anime, se solo non avesse odiato con tanta intensità il lavoro sul campo. Non era un'iperbole affermare che lo detestasse con ogni fibra del suo essere. Più ancora trovava fastidiosi gli umani – i vivi – e uno in particolare. Sarebbe stato un piacere immenso riscuotere la sua anima solo per strapparla al suo ripugnante mastino.

« Nessuna traccia a est, signor Spears. »

« Grazie, Tucker. » Sistemò gli occhiali sul naso e si schiarì la voce. « Controlliamo la zona di Sutcliffe. » decise. « Non mi fido di quel piantagrane. »

« Sì, signore. »

William prese la riva nord, Jonathan la sud e di nuovo frugarono in ogni angolo alla ricerca del dannato cuore, ma, se era lì, la demone lo aveva nascosto davvero bene. Raggiunsero Grell, intenta a mettere a soqquadro il magazzino di una sala da tè.

« Temo proprio che il cuore che cerchi non sia qui, mio algido principe, ma puoi provare a cercare nel mio petto. Ti assicuro che troverai un caldo cuore palpitante per te. »

« Non dire idiozie. » la freddò il supervisore. « Siamo morti, ricordi? »

« Non dovresti essere così duro con me, mio adorato. » Gli accarezzò il braccio con la punta delle dita e gli fece gli occhi dolci. « Se vuoi, posso suggeriti io un paio di modi più piacevoli. »

William tremò. « Non ti azzardare a riprovarci, o giuro che ti farò pentire di esserti suicidato più di quanto non potranno fare mille anni di raccolta delle anime. »

Se a minacciarlo fosse stato un altro dio della morte, Grell non avrebbe esitato a ricordargli che lui amava riscuotere anime o non sarebbe diventato complice di Madame Red, ma nutriva un sacrosanto terrore nei confronti del burocrate, profondo quanto la viscerale ammirazione per la sua efficienza. Deglutì e fece un passo a destra per staccarsi da lui.

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