Capitolo 2

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NICOLE

Ascoltando quelle poche sillabe mi pietrifico. Non ho sognato, le ha dette davvero anche se se ne sta lì, completamente immobile, con gli occhi chiusi e il mio pezzetto di cielo coperto dalle palpebre. Prima che sia troppo tardi, faccio quello che non dovrei: mi comporto da codarda. allento la sua debole presa intorno alla mia mano e esco dalla stanza senza guardarmi indietro. Mi chiudo la porta alle spalle e ci poggio contro la schiena.

"Si è svegliato" sospiro e prima che me ne renda conto sono circondata dalle braccia della mamma di Louis. Non so perché ma mi ringrazia. Non ha proprio nulla per cui ringraziarmi eppure lo fa, come se fossi stata io a far tornare Louis da noi.

Immediatamente il medico e due infermiere entrano nella stanza per effettuare tutti i controlli del caso e quando Johanna si stacca mi rendo conto che è stato Harry ad avvertirli. Guardo di fronte a me e trovo Liam che mi guarda, imperscrutabile. Rispondo a quel suo sguardo strano con una scrollata di spalle e mi allontano sedendomi sul primo gradino della rampa di scale che trovo all'inizio del reparto. Poggio la testa al muro e faccio scorrere un rapido sguardo lungo il mio corpo. Sono in condizioni davvero pietose e se passasse qualcuno e mi desse della barbona chiedendomi di andar via, non me la prenderei più di tanto. Dopo poco vedo due familiari Converse bianche puntarsi accanto alle mie azzurre e non alzo nemmeno lo sguardo per accertarmi che sia Liam. Lo so già.


"Starà bene" mi dice dopo qualche minuto di silenzio.

"Lo so"


"E tu? Tu starai bene?"


"Prima o poi" dico.

"Vuoi lasciarlo vero?"


"Dimmi che mi capisci e che non sto sbagliando. Per favore, dimmelo". Una lacrima mi sfiora la guancia e prima che me ne renda conto sono tra le braccia di colui che all'improvviso è entrato nella mia vita ed è diventato il mio migliore amico. Mi accarezza i capelli e mi bacia la testa ma evita la fronte. Sa che quella parte del corpo è off limits per chiunque non sia Louis.

"Ti capisco" mi sussurra all'orecchio. "Ma pensaci bene. Ce la faresti a stare senza di lui? E lui ce la farebbe a stare senza di te? te lo dico io: No. Sei la sua vita e lo sai. Immagino quanto si sentirà in colpa ora per averti fatto star male. Lo immagino perché è la stessa cosa che sento anche io. Ti avevo promesso di stare attento a lui e siamo finiti tutti nei guai"

"Tu non potevi fargli da baby sitter. Gliel'ho ripetuto un sacco di volte di stare attento ma evidentemente il vostro lavoro è più importante di tutto" affermo contrariata.

"Per lui, tu sei più importante di tutto. Lo sai". MI asciugo i residui di lacrime dalle guance e prendo un respiro profondo per cercare di allontanare la rabbia che mi ha preso alla sprovvista da un momento all'altro.

"Senti Li, so che sei il suo migliore amico e che cerchi di proteggerlo ma io ora non ho bisogno di questo. Se non te la senti di starmi vicino, non farlo. Ma per favore, smettila di parlarmi di quanto mi ami. In questo momento non ce la faccio. Vorrei solo che qualcuno mi dicesse come annullare questo dolore. Ma nessuno è stato in grado di illuminarmi e l'unica cosa che mi è venuta in mente è stata quella di lasciarlo. Quindi se hai una soluzione migliore, dimmela. Altrimenti sta zitto e abbracciami oppure va via" borbotto.

Quando penso che inizierà a inveirmi contro, sento le sue braccia che si stringono di nuovo intorno a me e quando poggio la guancia sul suo petto lo sento sussultare nel tentativo di cercare di trattenere una risata. Almeno non ce l'ha con me.

"Non vuoi mandarmi a quel paese per sempre?"

"No. Sei la mia migliore amica. L'unica amica che abbia mai avuto in realtà e rido solo perché mi fai tenerezza. Non ci sono soluzioni per i problemi d'amore. L'unica cosa che possiamo fare è aspettare e vedere se il sentimento che proviamo per l'altra persona è abbastanza forte da farci superare tutto".

If I could fly (Sequel di No Control) -Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora