NICOLE
Di certo non era questo il modo in cui avrei voluto dare a Louis una notizia tanto importante per me, per noi.
E neanche la sua reazione è quella che mi aspettavo: non credevo che si sarebbe messo a ballare e cantare a squarciagola ma neppure credevo che se ne sarebbe stato lì a fissarmi.
"È uno scherzo?"
"Che? No!" Rispondo subito. Non so se si sta comportando così perché è semplicemente sconvolto oppure c'è qualcos'altro che ho persino paura di pensare.
"Louis, ascoltami: sono incinta. È vero, l'ho scoperto oggi. Ho fatto il test e c'erano due strisce. Louis aspetto tuo figlio, aspettiamo nostro figlio. Ti prego, dì qualcosa. Lo so che fino a due minuti fa stavamo discutendo ma quello che ti ho appena detto deve essere più importante".LOUIS
"Sono incinta".
Queste parole continuano a ripetersi nella mia mente senza sosta, come un disco rotto.
Non riesco a formulare neppure un mezzo pensiero razionale. Non so cosa dire e così, come mi capita spesso con lei, pronuncio l'ultima frase che mi dovrebbe venire in mente.
"Sei sicuro che sia mio?"
Non la guardo in faccia mentre glielo chiedo ma i miei occhi tornano nei suoi non appena sento l'impatto della sua mano sulla mia guancia.
Più del dolore fisico, quello che mi fa male davvero sono i suoi occhi.
Il loro caldo color nocciola, ha lasciato spazio ad un colore più scuro, quasi nero.
"Sei un vero stronzo Louis. So che per te è una notizia difficile da accettare, come lo è stato per me, e so che sei arrabbiato con me per la storia di Logan ma questo non ti da il diritto di darmi della poco di buono che cerca di incastrarti con un figlio non tuo".
Vorrei davvero dare ascolto a tutto quello che ha detto ma l'unica cosa che registra la mia mente è il nome di Logan e il fatto che con lui potrebbe essere davvero felice, lui potrebbe darle tutto quello di cui ha bisogno senza che lei debba temere di sentirgli dire di essersi cacciato in qualche guaio, come faccio continuamente io.
"Che posso saperne io, di quello che hai combinato mentre ero in ospedale. Magari la storia che non sopportavi il mio stile di vita era solo una scusa per prendere tempo ma poi il tuo istinto da crocerossina ti ha impedito di mollare un povero malato e quando ti ho proposto una vacanza hai ben pensato di approfittarne. Mi sbaglio?"
Aspetto che da un momento all'altro mi colpisca di nuovo, invece si stringe le braccia al petto e mi guarda.
"So che quello che stai dicendo non lo pensi davvero. Non capisco perché tu voglia farmi male. Ti ho detto che aspetto tuo figlio". Mi dice mentre calde lacrime le rigano le guance.
Mio. Figlio.
Un piccolo esserino uguale a me.
Ma che posso mai dargli io? Che futuro potrà avere essendo figlio di un delinquente? Verrà additato da tutti come quello sbagliato e io non posso e non voglio che una creatura innocente paghi per i miei sbagli.
Dio, sono così confuso. Devo andarmene da qui.
"Ti do un'ultima possibilità per sistemare questo gran casino che hai combinato, Louis. Entra in casa con me e parliamo di questa storia oppure puoi andartene, ma farai meglio a non tornare perché ne ho già abbastanza dei tuoi insulti".
Mi tende la mano ma io indietreggio di un passo.
"Non posso".
Un lampo di dolore le attraversa lo sguardo mentre mi allontano dandole le spalle.
Non so per quanto vagabondo in giro senza meta ma quanto torno a casa è ormai buio. Ho pensato tanto a quello che è successo con Nicole e non so darmi una giustificazione per il mio comportamento. Ero così arrabbiato per la storia di Logan che non ho dato importanza a quello che mi aveva detto e ho finito col ferirla.
E poi, diciamoci la verità, io non sono pronto ad essere padre: so a malapena badare a me stesso, come potrei prendermi cura di un altro essere vivente, come potrei guardare i suoi occhi e leggervi la fiducia che ha nei miei confronti se poi finirei puntualmente per deluderlo?
Faccio scattare la serratura e trovo mia madre seduta in soggiorno con un romanzo sulle ginocchia e una tazza di the tra le mani.
"Mamma". Cerco di sembrare il più sereno possibile perché non posso farla preoccupare anche per me. "Le gemelle?"
"A letto. È tardi. Non hai visto che ore sono?"
Faccio segno di no con la testa.
"Ti ho lasciato qualcosa per cena".
"Non ho fame" borbotto sedendomi di fianco a lei.
"Che è successo?"
"Nulla"
"Louis, sono tua madre. Ti conosco meglio di quanto tu conosci le tue tasche"
"Nicole è incinta"
"Che?"
"Hai sentito. Nicole è incinta e io l'ho trattata di merda e l'ho persa. Probabilmente per sempre".
E senza che lei me lo chieda, inizio a raccontarle tutto, partendo dalla storia di Logan, di quello che ho provato, di come mi sono sentito quando Nicole mi ha confessato la verità e di quanto sono stata codardo a voltarle le spalle. Mia madre mi ascolta paziente e in alcuni momenti vedo i suoi occhi diventare lucidi.
Alla fine mi passa un braccio dietro le spalle e mi fa poggiare al suo petto passandomi una mano tra i capelli.
Mi lascia un bacio sulla fronte e mi culla per qualche istante, come quando ero bambino.
"Piccolo mio ascoltami. Tu non hai fallito: non devi mai pensare che tu sia stato o sia una delusione per me, tuo padre o le tue sorelle.
Per le gemelle sei un eroe: sei il loro fratellone che c'è quando cadono dalla bici, che le accontenta quando vogliono un gioco nuovo e che è pronto a difenderle se qualcuno le infastidisce. Non potrebbero mai pensare male di te così come non potrei io. Ti adoro Louis e non lo dico solo perché adesso sei un pò giù. Da quando tuo padre è via, non ci hai fatto mancare niente e non ti sei mai preso il lusso di farti vedere giù di morale nonostante fossi anche tu un ragazzino quando è successo tutto. Hai fatto del tuo meglio per prenderti carico di una responsabilità che non era tua e io non posso essere più orgogliosa di te.
Quindi togliti dalla testa l'idea di avere qualcosa in meno rispetto a quel Logan: Nicole ha scelto te. Lo ha sempre fatto e si, sei stato ingiusto a trattarla in quel modo. Lei ti ha dato la notizia più bella che una donna possa darti: dentro di sé sta crescendo suo figlio e tu non avevi il diritto di trattarla male, soprattutto perché dentro di te sai che ti stava dicendo la verità.
Capisco però che tu non l'abbia presa bene: ti sei visto arrivare addosso una serie di paure che ti hanno sconvolto. Ma tu sei più forte di così. Lo so.
E devi ricordatelo sempre figlio mio: ricorda il mio sguardo, quello delle tue sorelle e quello della tua Nicole; ti basterà pensare a questo per capire che noi non potremmo mai provare meno dell'amore e dell'adorazione per te.
Sai, quando ho scoperto di aspettare te, avevo la tua età. Ero spaventata a morte all'idea di dirlo a tuo padre ma quando l'ho fatto,sai qual è stata la sua reazione? È scoppiato in lacrime, si è abbassato davanti a me, mi ha sollevato la maglia e mi ha baciato la pancia e poi ci ha poggiato la fronte. Da quel giorno, ogni volta che poteva, si metteva con l'orecchio poggiato sul pancione che cresceva sempre di più e ti parlava. Ricordo l'emozione nei suoi occhi e ti giuro che non c'è gioia più grande di mettere al mondo un figlio perché è l'unica cosa che è davvero e realmente tua.
Pensa a quello che ti ho detto Louis, non lasciare che la paura ti porti via tutto questo. Rifletti un paio di giorni e dai modo a Nicole di smaltire la rabbia, ma poi parlale".
Mi lascia un'ultima carezza prima di lasciarmi da solo con i miei pensieri.
La prima cosa che mi viene in mente è afferrare il cellulare e cercare il suo nome tra i contatti. È online.
"Principessa"
Dopo un minuto buono in cui fisso lo schermo, mi risponde.
"Non hai più il diritto di chiamarmi così."
Ahi. Questa fa davvero male. Ma me lo merito.
"Mi dispiace".
"Anche a me. Ma ormai è tardi"
Offline.
NICOLE
Quando rientro in casa cerco di asciugarmi le lacrime il più velocemente possibile prima di andare da Scott che è tutto preso dal suo cartone animato e non mi degna della minima attenzione.
Vado in cucina, afferro dal freezer una pizza congelata e la metto nel microonde.
"Scott vuoi una fetta di pizza?"
Quando non mi arriva risposta, vado in soggiorno e lo trovo addormentato sul divano.
Spengo la tv, aspetto che sia pronta e dopo averla tagliata salgo le scale verso la mia stanza, chiudendomi la porta alle spalle.
Quando sono ormai all'ultima fetta, la porta della mia stanza si apre e compare mia madre ma il sorriso che ha sulle labbra sparisce non appena mi guarda in viso.
E tutta la fatica che avevo fatto oer smettere di sembrare una fontana, va a farsi benedire.
"Hai parlato con Louis".
"È successo un casino mamma" le dico prima di coprirmi il viso con le mani.
Sento a malapena lei che mi dice di aspettare un attimo e uscire dalla mia stanza, per far ritorno qualche minuto dopo.
"Ho preparato un panino a tuo fratello e l'ho portato nella sua stanza"
"Ma tu non lo fai mai mangiare in camera".
"Questo è ciò che mi ha proposto quando gli ho detto che dopo cena doveva filare subito a letto" mi dice cercando di strapparmi un sorriso. Ma non ci riesce.
"Mi racconti che è successo?"
E senza rendermene conto, inizio a parlare a raffica, fermata solo da qualche singhiozzo quando le dico le cose che mi hanno fatto più male.
E quando ho finito, mi accorgo di aver consumato anche un pacchetto intero di fazzoletti.
"Magari eta spaventato" mi dice accarezzandomi una gauncia.
"E io non lo sono forse? Dio mamma, me la potrei fare addosso tanto dalla paura ma non mi sembra di aver dato la colpa a lui per questa storia".
"Louis ha un passato difficile, magari sta facendo solo più fatica di quella che farebbe qualcun altro al suo posto."
Un beep interrompe la mia risposta. È lui.
"Principessa"
Un colpo al cuore. La rabbia repressa fino ad ore mi assale.
"Non hai più il diritto di chiamarmi così". Rispondo di getto.
"Mi dispiace".
Un altro colpo al cuore.
"Anche a me. Ma ormai è tardi".
E detto questo passo offline.
Mia madre per discrezione non aggiunge commenti.
"Senti, facciamo così. Parla con le tue amiche e dai un paio di giorni di tempo a Louis. Se non si fa vivo, vedremo cosa fare".
"Dici?"
"Dico" mi dice prima di lasciarmi un bacio sulla guancia ed uscire.
Prendo il mio pc e mi connetto su skype inoltrando la chiamata a Rose e Sophie. Non appena i loro volti mi appaiono sullo schermo, i miei occhi si riempiono di nuovo di lacrime. Mi mancano davvero tanto e ora più che mai le vorrei al mio fianco.
"Cos'è quella faccia?" Mi chiedono in coro.
"Sono incinta e Louis non vuole saperne niente di noi" butto fuori d'un fiato.
Passiamo le due ore successive a snocciolare il problema sotto ogni punto di vista e tutte e tre siamo d'accordo che si è comportato da coglione ma anche che ha diritto ad un paio di giorni di bonus prima di prendere una decisione definitiva. Alla fine, con la promessa di nuovi aggiornamenti, le saluto e scendo in cucina per prendere una tazza di the prima di andare a letto.
"Ho chiamato una mia amica ginecologa e ti ho preso un appuntamento per domani mattina. È giusto che tu inizi a fare i primi controlli oer sapere come sta il mio nipotino" mi dice sorridendomi.
"Dovrei dirglielo?"
"Secondo me si"
"Ma non sono pronta ad un altro rifiuto"
"Allora vediamola così: questo è un controllo preliminare e puoi benissimo godertelo da sola. Se Louis deciderà di starti vicino, ti accompagnerà a tutti gli altri incontri".
Annuisco e risalgo nella mia stanza.
Per adesso siamo solo noi due cucciolo, chissà se papà si deciderà ad unirsi a noi.
LOUIS
La notte naturalmente l'ho passata in bianco così alle 5 sono andato a farmi una doccia e alle 6 ero già da Joe.
"Ragazzo sei caduto dal letto per caso?"
"Non ci sono proprio andato Joe".
Lo osservo mentre lui cerca di rimettere a posto un pannello di metallo che copre il capannone in cui parcheggia le auto in attesa di essere riparate.
"Perché non lasci fare a me?" Gli chiedo cercando di cambiare discorso.
"Perché sono ancora in grado di fare qualche lavoretto".
Sorrido e mi giro per tornare a lavorare alla moto quando sento un tondo e voltandomi trovo Joe a terra e corro da lui.
"Joe stai bene?"
"Il braccio" borbotta e abbassando lo sguardo vedo che è praticamente caduto con tutto il peso sul sio braccio destro.
"Andiamo in ospedale e non accetto un no come risposta" lo precedo proma che possa iniziare a lamentarsi. Lo carico in auto e mi dirigo verso il pronto soccorso più vicino.
Arriviamo dopo 20 minuti e dopo aver sistemato i documenti all'accettazione, mi siedo al suo fianco in attesa del nostro turno.
"Quella non è la tua principessa, ragazzo?"
I miei occhi si alzano di scatto per fissare fuori dalle porte scorrevoli dove Nicole sta ferma, poggiata al muro con una mano sugli occhi. Immediatamente il cuore inizia a battermi all'impazzata al solo pensiero che possa essere successo qualcosa a lei. O a lui.
Ma quando si volta verso la madre e le sorride, tiro un sospiro di sollievo. Perché è qui?
Quando la vedo entrare, i miei occhi sono calamitati sulla sua pancia anche se non si vede ancora nulla e quando li rialzo, si scontrano con i suoi.
Rimaniamo entrambi fermi, mentre gli altri si muovono intorno a noi e io non so che fare.Angolo autrice:
Vi ho fatto aspettare però sono stata brava perché il capitolo è abbastanza lungo!
Non sono certa che il prossimo sarà l'ultimo perché non mi rendo ancora conto di come posso far evolvere le cose, quindi forse mi dovrete sopportare un altro paio di volte.
Fatemi sapere cosa pensate del capitolo e, se volete, lasciate una stellina :)
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If I could fly (Sequel di No Control) -Louis Tomlinson
Fanfiction"Non lasciarmi" "Non posso" "Perché?" "Non posso salvarti" "Lo hai già fatto" È necessaria la lettura di "No Control" Grazie a @Silvie_Marie per la bellissima copertina!.