Capitolo 17

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LIAM
Le labbra di Lucy sono incredibilmente morbide. Apprezzo il fatto che non abbia messo il gloss o il rossetto perché il suo sapore è ugualmente dolce.
Le poggio una mano sulla nuca per spingerla di più verso di me e lei racchiude la mia maglietta in due pugni.
Il nostro bacio è lento: ci prendiamo il tempo giusto per abituarci a questa nuova situazione e le nostre labbra iniziano a conoscersi, scorrendo le une sulle altre.
Quando mi tira leggermente il labbro inferiore intrappolandolo tra i denti, un brivido corre lungo la mia colonna vertebrale e traccio con la lingua il contorno del suo labbro superiore, ricambiando poi io morso.
Un leggero gemito lascia le sue labbra e quasto mi da la spinta per approfondire il bacio. Le braccia di Lucy si stringono intorno al mio collo e il mio petto entra a contatto con il suo permettendomi di percepire il battito accelerato del suo cuore, probabilmente ricambiato dal mio.
Non pensavo che un giorno mi sarei mai trovato sul mio divano a baciare Lucy con tanto trasporto. Ho sempre pensato che in questa situazione avrei provato repulsione conoscendo il suo passato e con quanti ragazzi è stata ma non è così. Riesco solo a focalizzarmi sul suo profumo, sulle sue labbra così morbide e piene e sul suo respiro accelerato.
Quando non ho più aria nei polmoni, mi stacco e poggio la mia fronte sulla sua mentre la sua mano sale accarezzandomi i capelli e graffiandomi leggermente la cute.
"E così mi hai baciata" mi dice sorridendo e facendo scorrere la lingua sulla sua bocca, ricordando quello che è il mio sapore.
"E così mi hai baciato" le dico sorridendo mentre un leggero rossore compare sulle sue guance. "Stai arrossendo" continuo.
"Smettila di vantarti" mi dice stringendo leggermente alcune ciocche dei miei capelli.
"Ehi non capita tutti i giorni di mettere in imbarazzo Lucy. È un giorno da ricordare"
"E io non ricordavo che tu fossi un idiota". Mi risponde sorridendo.
"Resti ancora un pò con me?" Le chiedo.
"Non posso"
"Vuoi già tradirmi?" le dico afferrandola per un fianco e facendole il solletico.
"No però ho bisogno di mettere in ordine un pò di cose nella mia vita. A cominciare dal mio armadio. Devo buttare tutti quegli stracci che ho nell'armadio e vestirmi come una persona normale".
"Mi fa piacere sentirtelo dire. Da oggi in poi nessun altro dovrà vedere una parte di troppo del tuo corpo".
"Non iniziare a marcare il territorio. Questa volta voglio fare le cose per bene e farle con calma".
"Quindi correrei troppo se ti invitassi a colazione domani?"
"No direi di no" mi dice avvicinandosi a me e facendo scontrare di nuovo le nostre labbra.

NICOLE
Non ricordavo che svegliarsi con accanto Louis fosse così rilassante. Averlo dietro mentre mi stringe la vita ed ha una gamba sopra le mie, potrebbe sembrare scomodo ed in effetti le mie gambe si stanno intorpidendo, ma allo stesso tempo, sentire il suo respiro regolare sulla mia nuca e potergli accarezzare la pelle marchiata di inchiostro mi da un grande senso di pace.
Purtroppo il bisogno di fare pipì è troppo inpellente per riuscire a godermi questa pace e forzo un pò le sue braccia nel tentativo di sgusciare via.
Louis mi cerca anche nel sonno e rafforza la sua presa su di me ma alla fine riesco a sostituire il mio corpo con il mio cuscino e a sgattaiolare via.
Non appena mi rendo conto di essere nuda, afferro la vestaglia che trovo sulla sedia accanto al mio letto e recupero un paio di slip dall'armadio. Questo pezzetto di stoffa non mi copre abbastanza, lasciando davvero poco spazio all'immaginazione di Louis.
Faccio tutto ciò che devo in bagno e quando alzo lo sguardo verso lo specchio mentre lavo le mani, mi accorgo della luce che c'è nei miei occhi e di quanto i miei capelli mi piacciano, seppur scombinati... ma solo perché Louis ci ha passato le mani.
Un flashback della nostra notte insieme mi si ripresenta davanti e ripensare alle sue mani su di me, al suo sguardo impresso nel mio, al piacere che mi ha fatto provare e che non credevo fosse possibile e alla sensazione di essere un tutt'uno con lui. Ci siamo cercati continuamente durante la notte, ripetendoci più volte quanto ci amiamo e suggellando le nostre parole con l'unione dei nostri corpi. Al solo pensiero le mie guance si tingono di rosso e mi decido, finalmente, ad uscire dal bagno.
Trovo Louis seduto al centro del letto con le gambe allungate davanti a sé e il mio cuscino stretto tra le braccia. Il lenzuolo lo copre solo dalla vita in giù e la luce fioca che penetra dalle tapparelle, fa notare sul suo torace i succhiotti che gli ho fatto, i miei segni su di lui. Ha il capo poggiato alla spalliera del letto e gli occhi chiusi e una tenera espressione imbronciata sul volto.
Mi avvicino cercando di tirare giù il più possibile la vestaglia e quando sono abbastanza vicina, gli lascio un bacio sulla fronte, sedendomi poi accanto a lui.
Louis apre gli occhi e continua ad avere un adorabile broncio.
"Non mi piace svegliarmi pensando di avere te tra le braccia e ritrovarmi un cuscino".
"Dovevo fare pipì" rispondo scrollando le spalle.
In una sola mossa si allunga verso di me, mi prende da sotto le ascelle e mi avvicina al suo corpo in modo da ritrovarmi spalmata su di lui.
"Mi piace molto questa vestaglia" mi dice dandomi un bacio a stampo.
"Magari potremmo portarla a casa con noi" mi morde il labbro inferiore.
"E potresti usarla per darmi il buongiorno tutte le mattine" conclude unendo le nostre labbra in un bacio poco casto ma che mi fa ringraziare di essere distesa perché altrimenti mi sarei sciolta sul pavimento.

Dopo un pò mi stacco.
"Che ne dici di usufruire un pò di tutto quello che hai pagato?" Gli propongo con voce allegra.
"A me basta già questo letto per ritenermi soddisfatto del servizio" ammicca.
Alzo gli occhi al cielo e poi mi sollevo dal suo corpo.
"E dai! Ho voglia di fare un massaggio" gli dico con un finto broncio.
"E io ho voglia di vederti in costume. Quindi prima facciamo un bel giro in piscina e poi andiamo a fare il massaggio. Ci stai?"
Annuisco e corro al nostro armadio alla ricerca del mio costume. Prima che Louis possa vederlo, afferro anche una specie di prendisole blu elettrico e mi rinchiudo in bagno.
Mi lavo velocemente e tolti i pochi indumenti che indossavo, mi fermo a guardare il costume che dovrei indossare. Mi starà?
Provo il pezzo di sotto che è nero e leggermente più sgambato degli slip che porto di solito e poi indosso il pezzo di sopra che è giallo, con un piccolo fiocco al centro e sembra contenere bene tutto ciò che io non voglio mostrare. Non mi guardo allo specchio, consapevole che altrimenti non uscirei più di qui e indosso il vestitino fermandolo in vita con un fiocco.
Lego i capelli in una treccia francese ed esco dopo aver infilato le infradito.
Trovo Louis che sta indossando una maglietta nera sopra il suo costume rosso e sorrido alla sua espressione ancora mezza addormentata.
"Andiamo?"
"Andiamo" borbotta seguendomi.
Prima di andare in piscina facciamo una breve sosta per la colazione. Cioè, per me è breve visto che prendo solo un the e qualche biscotto. Per Louis si tratta di una specie di pausa pranzo visto che ingurgita un caffè, una brioche al cioccolato, uova strapazzate e pancetta.
"Lo sai che non potresti tuffarti per tipo le prossime tre ore dopo tutto quello che hai mangiato?"
"Il segreto sta nell'immergersi lentamente in acqua per abituare il corpo alla nuova temperatura" risponde con aria saccente.
"Vedremo quando starai per affogare e dovrai rivolgerti ad un bagnino" ghigno terminando il mio the.

Quando il bambino è sazio, finalmente abbandoniamo il tavolo e ci dirigiamo in piscina. C'è davvero parecchia gente e sto ripensando all'idea di immergermi.

Ci fermiamo davanti a due sdraio libere e subito ne occupo una con la mia borsa, sperando di poterla liberare presto.
"Louis credo non sia prudente tuffarci dopo colazione. Perché non facciamo un altro giorno?" Chiedo con lo sguardo fisso su coloro che si stanno tuffando mentre tasto l'aria alla ricerca del suo braccio.
"Guarda che so benissimo cosa stai cercando di fare, quindi smettila" mi dice abbracciandomi da dietro e poggiando le mani sulla mia vita.
"No davvero, non è prudente e poi c'è un sacco di gente. Ti ho mai detto che ho paura degli spazi affollati?"
"Non dire bugie" mi risponde ridendo e solleticandomi i fianchi. Prima che me ne accorga, ha sciolto il fiocco del mio vestito e ha preso a sbottonare i pochi bottoni presenti sul davanti.
Poi si distacca da me giusto quel tanto che serve per togliermelo facendolo cadere ai miei piedi e torna ad abbracciarmi.
"Molto meglio, direi" afferma guardando compiaciuto il mio seno mentre io mi limito a stringere la mia presa sulle sue braccia che mi avvolgono.
"Louis mi sento davvero in imbarazzo. Possiamo andare via?"
Prima che lui possa rispondermi veniamo interrotti da una voce.
"Nicole, che piacere rivederti. E che coincidenza".
Non c'è bisogno che mi giri per sapere a chi appartiene quella voce.
Sento il corpo di Louis irrigidirsi dietro il mio.
"Logan" dico tra i denti.

If I could fly (Sequel di No Control) -Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora