Capitolo 8

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NICOLE

I secondi, che a me sembrano ore, scorrono e Louis non mi risponde. Sento il battito regolare del suo cuore e la mano che prima mi accarezzava, ora è ferma sul mio capo.

"Niente ci dividerà. Ho deciso di uscire da quel giro e lo farò. Io e i ragazzi ne abbiamo parlato e anche loro sono d'accordo con me. Andranno a parlare con Mark o con i suoi uomini domani e gli diranno che ci chiamiamo fuori. Niente vendetta."

"Grazie" gli dico aggrappandomi alla sua maglietta. "So che per te è un sacrificio grande"

"E' nulla in confronto all'idea di perderti. Hai ragione: il sangue non si può vendicare con altro sangue e tutti vogliamo cambiare vita. Quando ne abbiamo parlato non c'è stata esitazione"

"Cosa diranno i ragazzi a Mark?"
"Che ce ne tiriamo fuori, che non pretendiamo i soldi che dovremmo avere e non vogliamo avere più nulla a che fare con la sua faccia da culo"

Rido sommessamente per l'espressione che ha usato per descrivere quel tipo e lo stringo a me. Un piccolo lamento fuoriesce dalle sue labbra e capisco che, forse, lo sto stritolando e quindi mollo leggermente la presa.

"Cosa farete tu e i ragazzi?"

"Appena ci saremo ripresi tutti, investiremo parte di quello che abbiamo messo da parte in questi anni nell'officina di Joe. Certo forse non riusciremo a comprarne neanche la metà considerato quanto abbiamo ma lui ormai è in là con gli anni e noi possiamo aiutarlo"

"Non sapevo che anche i ragazzi fossero bravi con i motori"

"Tu ce lo vedi Niall tutto sporco di grasso a riparare un'auto?" mi chiede divertito.

"Decisamente no" concordo.

"Infatti lui si occuperà della contabilità. Qualche anno fa è riuscito a completare gli studi ed è un vero fulmine a fare i conti. Harry e io ci occuperemo delle auto e Liam di procurarci i pezzi. Sa essere un vero asso nelle contrattazioni"

"Ce la farete"

"Ovvio, hai mai avuto dubbi principessa?"

"Cambierà tutto. Non ti annoierai ad avere una vita così comune?"

"Secondo te avere una famiglia come la mia, degli amici come quei tre e una ragazza come te, potrà rendere la mia vita monotona?"

"Suppongo di no"  rispondo sorridendo.

"Grazie per aver cambiato idea"

"Sono io che ti devo ringraziare. Prima di conoscerti, non pensavo di avere qualcosa di buono dentro ed ero convinto che per me, quella, fosse l'unica vita possibile. Ora so che mi sbagliavo. Voglio migliorare per te, per mia madre ma soprattutto per me perché voglio continuare a meritarmi quanto di bello mi sta succedendo"

"Che ne dici di festeggiare?" propongo scostandomi leggermente da lui per guardarlo in viso.

"Mi piacerebbe ma non credo che in ospedale ci sia champagne"

"Festeggeremo in un modo diverso. Ho portato un po' del dolce che ha preparato mia madre. <<Brinderemo>> con quello"

Prendo la piccola busta che avevo posato ai piedi del letto e gli porgo la sua fetta.

"Non sai quanto mi hai fatto felice. Non mangio qualcosa di consistente da giorni. Ho assaggiato tutte le possibili minestre di questo mondo" mi dice con una faccia nauseata.
"Non è che sbaglio a farti assumere tutti questi zuccheri?" chiedo dubbiosa.

"Principessa ascolta: sei entrata di notte in ospedale, sei stesa in un letto con un paziente. Ci siamo baciati e mi hai fatto venire un'erezione di cui ti sei altamente fregata e ora mi vieni a chiedere se posso mangiare una fetta di torta?" mi chiede inarcando un sopracciglio.

"Potevi fermarti al bacio" bofonchio prima di mordere la mia parte. Louis scoppia a ridere e poi mi imita. la finisce tutta in un baleno mentre io non sono neanche a metà. Guarda con occhi voraci quello che reggo in mano e poi mi rivolge uno sguardo di un poverino che è disperso da giorni nel deserto e vorrebbe un po' della tua acqua.

"Non c'è bisogno di fare tutta questa scena -dico alzando gli occhi al cielo- Tieni, finisci anche la mia"

gliela porgo e lui non mi guarda neanche in faccia. Quando ha finito si passa la mano sullo stomaco e con aria soddisfatta mi guarda. "Adesso si che sono felice"

Gli scocco un bacio sulla guancia. "Ti lascio dormire. La mia missione qui è finita"

Mi trattiene per un braccio. "Dai resta ancora un po'. Non sarebbe romantico se aspettassi che io mi addormenti e vegliassi il tuo povero ragazzo ferito e dolorante?" mi domanda con una finta espressione innocente.

"Dai mettiti giù. Resto solo altri dieci minuti" dico rimettendomi con la testa sulla sua spalla.

"Solo dieci minuti" ripeto sbadigliando ma dopo neanche la metà del tempo, i miei occhi si fanno pesanti e mi lascio andare al sonno.

LIAM

Io, Niall e Harry siamo diretti verso il nascondiglio di Mark. Ha accettato di incontrarci senza giochetti anche perché gli abbiamo detto che se non fossimo tornati entro un paio d'ore la polizia sarebbe stata avvisata e avrebbe ricevuto un bel po' di informazioni su di lui.

Dopo mezz'ora di viaggio arriviamo e scendiamo rapidamente dall'auto. Nessuno ha detto nulla per strada perché per tutti, la priorità, è chiudere per sempre con questa storia e farlo in maniera rapida.

Sulla soglia del vecchio magazzino troviamo alcuni uomini di Mark che ci perquisiscono. Strano pensare come, una volta noi facevamo parte di loro e ora ci trattano come se fossimo dei nemici. Eppure sono stati loro a tradirci. E nonostante tutto, dobbiamo ringraziarli perché altrimenti non saremmo mai riusciti a dare una svolta alla nostra vita.

Finite le procedure di rito, finalmente entriamo nello studio di Mark.

"Vi trovo in forma ragazzi" ci saluta con un sorriso sardonico.

"Non prenderci per il culo, Mark. Grazie alle tua stronzate stavamo per lasciarci le penne" sputa Harry ma io lo blocco per un braccio.

"Facciamo in fretta" ci risponde.

"La cosa è semplice - inizio - noi vogliamo uscire dal giro e non vogliamo nulla in cambio. Da oggi in poi ognuno per la sua strada. Noi non collaboreremo con la polizia e tu non ci romperai le palle"

"E cosa ci guadagnerei io in tutta questa storia? Se io affondo, voi venite giù con me"

"Si, ma risaliremmo molto più in fretta di te. Eravamo minorenni quando ci hai portato nel tuo mondo e sappiamo molte cose che potrebbero aiutare molte indagini. E se dovessi farci fuori tutti, le nostre vite andrebbero ad aggiungersi alle altre che hai spezzato e finiresti direttamente all'ergastolo. Allora?"

"Levatevi dalle palle e non fatevi più sentire. Ho sempre saputo che mi avreste portato solo guai"

"Oppure sapevi che eravamo fin troppo intelligenti per fare i tuoi scagnozzi. Addio Mark" risponde criptico Niall prima di andare via.

Quando rientriamo in auto, tiriamo un sospiro di sollievo e dopo aver lanciato uno sguardo a Niall e uno a Harry penso che siamo finalmente liberi.

Andiamo direttamente in ospedale da Louis. Vogliamo almeno dargli questa bella notizia visto che le cose con Nicole non sembrano andare per il meglio. Parcheggio nel primo posto libero che trovo e avanziamo - a passo di lumaca dato il gesso alla gamba del mio amico- verso la stanza dell'altro moribondo.

Quando apriamo la porta rimaniamo un attimo fissi tutti e tre sulla soglia. Davanti a noi, Louis e Nicole dormono abbracciati ed entrambi sorridono nel sonno.

Ora che le cose stanno andando meglio, sento sempre di più il sapore della libertà.



If I could fly (Sequel di No Control) -Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora