Capitolo 9

3.1K 178 32
                                    

LIAM
Niall e Harry si avvicinano al letto, uno da un lato e l'altro dall'altra parte. Io mi poggio alla porta chiusa alle mie spalle per godermi la scena. Non mi sentivo così in pace con me stesso da moltissimo tempo.
I miei due migliori amici si lanciano uno sguardo complice e poi in coro urlano "buuh".
I due addormentati si svegliano di colpo e Nicole si mette a sedere nel letto mentre Louis si limita ad allungare un braccio e dare uno scappellotto a Niall, il più vicino.
Resasi conto della situazione, Nicole scoppia a ridere e poi si ributta tra le braccia di Louis nascondendosi tra la sua spalla e il suo collo.
"Allora ragazzi?"
"Tutto risolto. Siamo fuori" afferma Harry mentre smanetta col suo cellulare. Sono sicuro che stia avvisando Rose.
Provo una certa invidia per i miei due amici. Leggere la felicità nei loro occhi mi fa sentire un vuoto all'altezza dello stomaco.

Per quanto Rose possa essere petulante e Nicole testarda, hanno dimostrato di tenerci a Harry e Louis che neanche hanno scherzato in quanto a stronzate.

"Quindi da ora in poi il mio migliore amico diventerà un paladino della giustizia?" Mi chiede Nicole strappandomi ai miei pensieri.

"Certo, diventerò uno stinco di santo" le dico facendole una linguaccia.

"Stinchi, io vi lascio. Ho una colazione abbondante da recuperare" esordisce Niall. Da una pacca sulla spalla a Louis un abbraccio a Nicole (dal quale lei viene ben presto strappata dal moro) e un veloce saluto a me ed Harry.
"Niall ma ormai non è più ora di colazione", Nicole prova ad obiettare
"Opterò per un brunch" risponde il biondo con un'alzata di spalle e un occhiolino.
Tutti scoppiamo a ridere e continuiamo per un altro minuto buono dopo che il biondo ci ha lasciati.
"Sentite, vado anche io" si alza all'improvviso Harry.
"Rose ti ha chiamato a rapporto?" Lo beffa Louis.
Mai avrei pensato di ammetterlo ma Harry arrossisce.
"Guarda che tu non sei messo meglio, idiota" risponde scontroso.
"Dai Harry ci penso io all'idiota del tuo amico, non te la prendere" interviene Nicole lanciando al suo ragazzo un'occhiata che dovrebbe essere di rimprovero ma che in realtà è una espressione divertita.

"Vengo anche io con te. Ti do uno strappo in macchina" propongo e così lasciamo di nuovo sola la coppietta.
"Haz non te la prendere per Louis, sai che scherzava".
"Eh? Non stavo pensando a lui. So che è sempre stato stupido -mi risponde sorridendo e mostrando le fossette- piuttosto sto preparando una sorpresa a Rose"
"E? Dai non farti tirare fuori le parole con la pinza"
"Pensavo di portarla fuori per qualche giorno. Ho bisogno di viverla lontano dalla merda degli ultimi giorni"
"E chi lo avrebbe mai detto che anche tu sai essere romantico?" Gli chiedo con un sorriso sincero. "È un ottima idea e dove pensavi di andare?"
"Mia zia ha un piccolo cottage in montagna. Pensavo di andare lì. Rose adora gli animali e la natura e lì avremo un pò di tranquillità"
"Così nessuno sentirà le vostre urla" ammicco.
"Mi sa che al massimo nessuno sentirà lei inveire contro di me" scherza Harry per poi scendere dall'auto.

Io continuo fino ad arrivare a casa e sull'uscio trovo l'ultima persona che mi sarei sognato di vedere, Lucy.
Parcheggio e scendo per poi percorrere il vialetto.
"Che ci fai qui?"
Quando solleva lo sguardo rimango ancora più perplesso. Il suo viso è quasi struccato, i capelli raccolti in una treccia e per la prima volta non è mezza nuda ma indossa un paio di jeans e un top che è scollato ma nulla di paragonabile ai microtop che porta di solito. Non credo di averla mai vista con qualcosa di diverso dai tacchi eppure oggi indossa delle scarpe basse. Wow.

"Volevo sapere come sta Louis".
"Perché non sei andata a trovarlo?"
"Non pensavo che la mia fosse una visita gradita" commenta con un sorriso di circostanza.
"Già. Sta meglio. È con Nicole ora"
"Ci avrei scommesso. Quella ragazza lo ha completamente fottuto".
"No, lo ha fatto innamorare" commento duro.
Fa un cenno di assenso con la testa e non risponde con la solita battutina acida che mi sarei aspettato.
"Che ti succede?" Le chiedo senza rendermene conto.
Il suo sguardo è sorpreso e mi sembra quasi che i suoi occhi si velino di lacrime na lei li richiude con forza cercando di non lasciarsi andare.
"Tutto alla grande. Ci vediamo" mi risponde sbrigativa e pronta ad andarsene. La afferro per un polso e la faccio girare verso di me.
"Ti va di prendere un caffè con me?" Le chiedo facendo un cenno del capo verso casa mia.
Annuisce e la guido dentro. Mente io preparo il caffè lei se ne sta in silenzio, appollaiata sullo sgabello della cucina a guardarsi le unghie.
"Su Lucy mi dici che ti succede o no?"
"Ho capito di aver fallito. Fino ad ora la mia unica preoccupazione è stata quella di sembrare sempre perfetta e ora mi ritrovo in mille pezzi senza nessuno disposto a rimettermi in sesto"
"Qualcuno ti ha fatto del male?"
"Si.. io"
"Che vuoi dire?"
"Che sono stata stronza per così tanto tempo che ora non ho nessuno. Non ho una migliore amica o persone che mi vogliano bene. E sono stata con così tanti ragazzi ma mai con uno che mi considerasse più di una scopata. Sono così stanca".
Si copre il viso con le mani e poggia i gomiti sul tavolo. Tira un sospiro e so che sta ancora cercando di trattenere le lacrime.
"Non sei in ritardo per farti perdonare?"
"Ma chi potrebbe perdonarmi? Louis perché mi sono comportata da stronza? Nicole perché ho cercato di farle del male solo perché mi aveva portato via l'unica persona che non mi ignorava del tutto? Voi ragazzi per non essermi mai interessata ad altro se non quello che avete nei pantaloni? O i miei genitori per il semplice fatto di essere nata?" E sull'ultima frase sento la sua voce incrinarsi.
Prima che me ne renda conto, spengo la macchinetta del caffè, mi siedo accanto a lei e la abbraccio.
"Hai bisogno di piangere. Sfogati e poi troveremo insieme una soluzione. Non ti lascio sola".
Non posso lasciarla sola: saremo soli insieme.

NICOLE
Rimaniamo ancora un pò a letto. Le mani di Louis scorrono tra i miei capelli e le mie sul suo torace.
"Che ne dici di darti una lavata?" Propongo dopo un pò.
"Mi dai una mano come l'altra volta?" Mi chiede con uno sguardo interessato.
"Ma sei sicuro di non aver preso una botta anche in testa?" Chiedo ridendo mentre mi alzo.
"Dovrei ridere anche io?" Risponde imbronciato.
Lo aiuto ad alzarsi e gli bacio il naso.
"Ti posso fare lo shampoo?"
"Ne avrei bisogno" concorda.
Lo faccio sedere sul uno sgabello e per fortuna non deve sforzarsi molto per calare la testa all'indietro.
Mi diverto un mondo a lavarlo anche se gli faccio finire un pò di volte il sapone negli occhi.
Mi metto tra le sue gambe leggermente divaricate e pettino e friziono i suoi capelli con un asciugamani ma non se li fa asciugare con il phon.
Quando faccio per allontanarmi poggia le mani dietro le mie ginocchia e alza lo sguardo verso di me.
I suoi occhi sono di un azzurro più scuro e l'aria nella piccola stanza cambia rapidamente. Sento l'elettricità scorrere tra noi e non riesco a sottrarmi al suo tocco.
Forza un pò la presa sulle mie gambe e alla fine mi ritrovo a cavalcioni su di lui con le mani sulle sue spalle e le sue mani slla base della schiena.
"Dovrei alzarmi. Non ti fa bene sforzarti". Sussurro a poca distanza dalle sue labbra.
"Tu non ti muovi di qui".
Si avvicina a me e inizia a baciarmi il collo. Sento la punta della sua lingua bagnare la mia pelle e la pelle d'oca formarsi in quel punto.
So che dovrei fermarlo, ma manca anche a me stare così con lui.
Le mie dita si intrecciano alle sue ciocche umide e tirano leggermente strappandogli un sospiro.
La sue labbra continuano a scnedere fino ad arrivare alla scollatura della mia maglia. Contemporaneamente le sue mani salgono arrivando al mio seno che racchiudono a coppa.
Questa volta sono io a sospirare.
Alza il capo e attacca le mie labbra.
Il suo sapore. Dio mio, potrebbero passare due minuti dal nostro ultimo bacio e mi mancherebbe già.
Sono io ad approfondire il bacio e lascio andare le mie mani sul suo torace scoperto, sull'addome fino ad arrivare all'elastico dei suoi pantaloni.
Non riesco a tenere le mani a posto. Non sento altro che un calore che mi parte dal centro dello stomaco e non vuole saperne di andare via.
All'improvviso le sue mani si posano sulle mie e le allontana dalla sua vita.
Poggia la fronte contro la mia e il suo sospiro sulle labbra umide di baci mi fanno rabbridire.
"Perché mi hai fermato?"
Sento qualcuno che non è Louis schiarirsi la voce e il rossore prende subito posto sul mio viso mentre non oso girarmi verso la porta.

If I could fly (Sequel di No Control) -Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora