Capitolo 7

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NICOLE
Guardo Louis che mi sorride per un altro istante prima di sussurrarmi un "Vieni qui" e trascinarmi tra le sue braccia. Poggio un ginocchio tra le sue gambe leggermente divaricate per trovare una posizione più stabile e poggio una mano a lato della sua testa mentre l'altra finisce sulla sua guancia.
In un attimo le sue labbra sono sulle mie e io sono a casa. Il calore familiare della sua bocca, la barba ispida che mi solletica il palmo, il suo profumo.
All'inizio ci limitiamo a muovere le labbra le une sulle altre, come a tentare di riscoprirci e ricordarci cosa si prova.
Lo bacio all'angolo destro della bocca per poi avvinghiare i denti sul suo labbro inferiore e tirarlo leggermente verso di me prima di lasciarlo andare.
Ci guardiamo negli occhi e in quelli di Louis rivedo la scintilla familiare del suo desiderio.
Poggia la mano sana dietro la mia testa, stringendo alcune delle mie ciocche ribelli e poi mi tira a sé facendo scontrare nuovamente le nostre labbra. Questa volta è meno delicato nonostante i sentimenti non siano cambiati.
La sua bocca si appropria voracemente della mia, la domina e la sottomette alla propria forza ed io non posso far altro che arrendermi. Mai sconfitta è stata più dolce.
La sua lingua si fa strda tra le mie labbra e si prende tutto il tempo per cercare la mia. Esplora la mia bocca con fare sicuro, come qualcuno che torna a casa dopo tanto tempo ma continua a sapere comunque dove trovare ogni cosa. La sua mano scende sulla mia nuca nell'esatto momento in cui la sua lingua trova la mia e una scintilla mi scoppia nel petto perché capisco la forza dei miei sentimenti nei suoi confronti e capisco che non potrò mai rinunciare a lui.
Non so per quanto rimaniamo così, scambiandoci respiri affannosi e parole d'amore non dette.
La mia mano scende sul suo torace e sotto le dita sento lo spessore delle bende così risalgo fermandomi all'altezza del cuore.
Lo sento battere furiosamente contro il palmo e non mi preoccupo più che lui possa sentire il ritmo forsennato del mio perché sono certa di essere ricambiata.
La stanza è silenziosa a parte la leggera brezza che fa scontrare le tapparelle con i vetri della finestra. Questa quiete è interrotta solo dai nostri respiri e dallo schiocco del nostro bacio infinito.
Per quanto io odi l'idea di staccarmi da lui, l'aria nei polmoni viene mancare e la necessità di inspirarne altra mi spinge a lasciare le sue labbra.
Resto un attimo ancora con gli occhi chiusi prolungando le sensazioni che solo il moro sotto di me sa darmi e poi mi decido a tornare alla realtà riaprendo gli occhi.
Louis mi sta già guardando e noto una vena compiaciuta nel suo sguardo.
"Ti amo anche io" mi dice sfiorandomi la guancia con le dita. Il suo tocco è delicato ma basta per infiammarmi.
Prima che le cose precipitino, è meglio che io cambi posizione. Mi sposto leggermente con la gamba poggiata sul letto e involontariamente lo sfioro lì. Percepisco che anche lui ha.. apprezzato il nostro momento e arrossisco istantaneamente.
"Principessa c'è qualcosa che non va?" Mi chiede con uno sguardo malizioso. Mi è mancato sentirmi chiamare così da lui nonostante adesso stia cercando di mettermi in imbarazzo. Compito molto facile tra l'altro.
"Dovrei chiederlo a te questo" rispondo facendo ricorso a quel poco di audacia che ho sempre tenuto ben nascosto e lanciando uno sguardo al suo inguine.
Gli scappa un leggero sorriso. "Vedo che iniziamo a scioglierci eh?" Mi dice continuando ad avere quell'espressione sul viso. "Comunque si in effetti un problemino ce l'avrei. Saresti tanto gentile da aiutarmi a risolverlo?" Mi cjiede prendendomi la mano e poggiandola nel 'punto critico'.
La tolgo all'istante e gli do un leggero schiaffo sul braccio buono.
"Ma che ti hanno messo nella flebo? Sei impazzito?"
"Sono impazzito solo perché non vedo l'ora di fare l'amore con la mia ragazza? È passato un sacco di tempo". Mi dice cercando di tirarmi a sé con un finto broncio.
Resisto al suo tentativo, devo ammettere molto convincente, e faccio appello alla mia forza di volontà.
"Noi non faremo l'amore in un letto d'ospedale"
"Ne sei così sicura?" Mi chiede prima di riportare la mano tra i miei capelli. Mi tira in modo deciso ma al tempo stesso delicato, verso il suo corpo ma mi lascia a qualche centimetro dalle sue labbra.
Il suo respiro caldo mi arriva sul viso e un leggero brivido mi percorre la schiena.
La mano scende dalla nuca lungo tutta la spina dorsale fino ad arrivare poco più su del sedere. Con un movimento fluido e deciso mi spinge contro il proprio corpo. E immediatamente un calore si fa spazio all'interno del mio stomaco.
Il respiro diventa più pesante e vedo gli occhi di Louis dilatarsi leggermente.
"Ti amo" mi ripete. E poi eccolo, un lampo di vittoria nel suo sguardo nell'esatto momento in cui le nostre bocche stanno per scontrarsi.
Così mi blocco.
"Louis William Tomlinson non riuscirai a corrompermi così facilmente. Noi non faremo nulla qui dentro" gli dico staccandomi da lui e sedendomi al suo fianco.
"Tu si che sai come rovinare un momento romantico. E mi mette il broncio.
"Sei serio?" Chiedo stupita.
"Certo" mi risponde incrociando le braccia davanti a sé.
Trattengo a stento un sorriso e gli scocco un bacio sulla guancia.
"Sei un brontolone".
"Almeno rimani con me ancora un pò?"
"Sei stanco?"
"No. E dal tuo sguardo capisco che hai voglia di parlare. Giusto?"
"Mi conosci bene"
"Dai ti faccio posto" mi dice spostandosi verso il bordo opposto del letto rispetto al quale sono seduta io.
"Davvero posso? Non ti do fastidio?"
"Metti il tuo bel sedere qui" dice battendo il palmo sulle lenzuola.
Mi tolgo le scarpe e mi distendo supina di fianco a lui.
Mi passa il braccio intorno alle spalle e io mi appoggio sul suo petto.
"Mi sei mancato, sai"
"Si, anche tu mi sei mancata principessa"
"Mi dispiace per come mi sono comportata. Non so che mi sia preso"
"Ho dovuto riflettere un pò prima di riuscire a capire le tue parole però alla fine ho compreso il tuo punto di vista."
"Avrei dovuto trovare subito il coraggio di affrontare la situazione e i miei sentimenti e avrei dovuto impedire alla rabbia di prendere la meglio"
"Shh.. Non darti colpe che non hai. E non parliamo più di quello che hai fatto"
"Lo sai che ti amo davvero, vero?"
"Certo perché è la stessa cosa che provo io. Quando mi hai parlato prima e mi hai detto che avremmo dovuto stare lontani, ho visto il dolore nei tuoi occhi e ho pensato che urlandoti addosso avresti capito. Quando ti sei chiusa la porta alle spalle, ho riflettuto e ho capito do doverti lasciare spazio. Potevo solo sperare che saresti tornata presto da me. E sono stato accontentato"
Mi lascia un leggero bacio tra i capelli.
"Quando sono uscita di qui ho parlato con la signora Collins. È una brava persona e tu devi trattarla bene."
"Io mi comporto sempre bene".
Gli pizzico un fianco e lo sento sgusciare sotto le mie dita e ridere sommessamente.
"Di cosa avete parlato?"
"Del paziente più cocciuto del reparto. Le ho parlato di quello che era successo tra me e te e lei mi ha ascoltata per tutto il tempo"
"E che ti ha detto? Che dovresti fuggire da me?"
"Mi ha detto che nei miei occhi legge l'amore, di quello che si incontra una volta nella vita e che secondo lei avrei dovuto rifletterci bene prima di rinunciare a te"
"Devo ricordarmi di ringraziarla domani" afferma compiaciuto.
"Anche Scott mi ha chiesto di te. Gli ho detto che avevamo litigato. Hai conquistato anche lui perché si è schierato dalla tua parte anche se non me l'ha detto apertamente".
Louis ride ancora e mi fa piacere dargli un attimo di serenità dopo tutto quello che ha passato in questi giorni.
"Ho parlato anche con mia madre" dico con un tono di voce di un ottava più basso.
"Le hai raccontato tutto vero?" Mi chiede senza smettere di accarezzarmi i capelli.
Mi sollevo su un gomito e lo guardo negli occhi alla ricerca di non so neanche io cosa, rabbia forse o almeno irritazione.
Ma nulla. Non scorgo nulla nel suo viso di quello che mi sarei aspettata.
"Vedi io pensavo fosse giusto.. lei mi ha raggiunto in ospedale e non mi ha mai chiesto nulla però pensavo di doverle una spiegazione.. le ho detto tutto e so che forse tu non ti saresti comportato così ma.."
Vengo zittita dalle labbra di Louis sulle mie per un breve bacio.
"È tutto ok. Mi dispiace non averle parlato io e averti lasciato questa responsabilità ma hai fatto bene. Doveva sapere. Mi odia vero?"
"No. Scuoto la testa scorrendo sul tessuto della sua maglietta. "Non comprende a pieno la tua scelta ma sa che non sei cattivo. Ammira il fatto che tu voglia proteggermi a qualunque costo e che provi qualcosa per me"
"Ti amo. Non è un semplice qualcosa e te lo ripeterò tutte le volte che sarà necessario affinché tu non abbia più dubbi. Parlerò a tua madre non appena uscito da qui".
Sento a malapena l'ultima parte del suo discorso. Il cuore mi batte nelle orecchie e penso che non potrebbe amdare più forte di così. Louis ha sempre detto di non aver provato certi sentimenti prima quindi la naturalezza con cui me li comunica, la sicurezza nel suo tono e la fermezza delle sue parole mi impediscono di dubitarne.
"Louis nonostante tutto. Io non ho cambiato idea. Non sono più disposta a dividerti con quel mondo" gli dico con il pizzico di coraggio che ho raccimolato e non alzo il viso per paura di vedere il calore del suo sguardo di prima sostituito dal gelo della vendetta.

If I could fly (Sequel di No Control) -Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora