CAPITOLO NOVE

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《portiamola in macchina》 disse Teo trascinandomi fuori dalla casa. Michele e Sofia lo seguirono. Avrei voluto dirgli di lasciarmi stare, ma non riuscivo a parlare, ad aprire gli occhi, a muovermi. 《Michi, apri la tua cazzo di macchina》 urlò Matteo. 《stai calmo amico!》 gli rispose Michele. Teo mi appoggiò in macchina e si voltò verso l'amico 《è tutta colpa tua se è in questa situazione! sei un coglione! 》. Sia Sofia che Michi lo guardarono a bocca aperta《amore, ma perché ti preoccupi tanto per questa qua?》. Teo non rispose a Sofia e continuo a sistemarmi meglio che poteva visto che io non ero molto collaborativa. 《Matteo? rispondi a Sofi! perché fai così? 》ribadì Michele osservando la scena. Teo prese l'amico per il colletto della maglietta 《Perché è mia sorella, brutto stronzo! è sotto la mia responsabilità!》urlò arrabbiato; lasciò Michele e si girò nuovamente verso di me. 《 COSA? tua sorella?》 chiese Sofia esterrefatta. 《Sorellastra. Ora vattene via Sofia》 rispose Teo. Michele prese per mano Sofia e la portò via, prima che si mettesse a gridare.

"Teo, lasciami stare, sto bene" avrei voluto dirgli, ma l'unica cosa che uscì dalla mia bocca fu un lamento.《Stai tranquilla Camille, ci sono io con te》 mi disse Matteo con voce dolce. Mi accarezzò la guancia e mi fece uscire dalla macchina. 《devo farti vomitare》 aggiunse portandomi dietro alcuni alberi. 《N-non vogl..》 dissi tremando, ma subito dopo, con freddezza Teo mi mise due dita in gola cercando di farmi vomitare; ci riuscì. Fortunatamente fu abbastanza veloce come cosa. Non riuscivo a capire perché si comportasse così. Prima faceva lo stronzo e mi trattava male, poi faceva il dolce e si preoccupava per me. Mi confondeva e basta.

《G-grazie》 dissi pulendomi la bocca con il braccio. 《sei una stupida》 fu la sua risposta, poi mi abbracciò. La mia testa era appoggiata sul suo petto, ma non ero abbastanza lucida per ragionare.《mi hai fatto preoccupare a morte》 aggiunse prima di lasciarmi. Sembrava quasi che si stesse per mettere a piangere, la sua voce era davvero preoccupata. 《Torniamo a casa?》 chiesi ancora scossa.《va bene》 mi rispose accompagnandomi verso l'auto di Michele, il quale ci portò a casa senza fiatare.

Fortunatamente Elisabeth e Luca erano via per lavoro quella sera e Matteo aiutato da Michele riuscí a mettermi a letto senza problemi.
<<Passerà una nottataccia>> sentii la voce di Michele in sottofondo prima di sprofondare incubo sonno profondo.

Sabato mi svegliai alle undici con un mal di testa pauroso. Sentivo le vene pulsarmi e non mi reggevo ancora bene in piedi. Mi feci una doccia fredda per cercare di riprendermi un po'. "Cosa ti è preso Camille? tu non fai queste cose!" . Ed era proprio vero; non avevo toccato una goccia di alcol in tutta la mia vita. Stavo cambiando, non mi riconoscevo più pensai tra me e me scendendo al piano terra.

《Ma tu non mi hai detto che abitava a casa tua!》. Era la voce di sofia; stava urlando. 《Perché non è niente di importante》 rispose Teo tranquillamente. Erano in biblioteca e stavano discutendo. 《 Non ti sembra importante? stai scherzando vero?》 gli rispose lei con voce esterrefatta. Non sapevo cosa fare. Avrei voluto ascoltare la loro discussione, ma d'altronde non era affare mio. 《no, i miei l'hanno adottata e basta. Non c'è altro da dire》 gli disse Matteo. "gentile come sempre" pensai irritata. Stavo per entrare in sala da pranzo quando la porta della biblioteca si apri e uscì Sofia rossa in viso. Mi bloccai. "tranquilla Camille, tienile testa". La bionda si avvicinò a me puntandomi un dito contro《 tu, brutta sgualdrina, avvicinati al mio fidanzato e sei una donna morta》 mi disse con fare minaccioso. Rimasi di stucco alle sue parole.

Cosa voleva dire? io non avevo mai fatto niente nei confronti di Teo, anzi!. Certo, era parecchio bello, ma anche altrettanto stronzo.

《Sofi, lasciala stare e vattene. Ne riparliamo domani》 disse Matteo che si era appoggiato alla porta della biblioteca. Sofia continuò a guardarmi per alcuni secondi che sembravano ore, per poi andarsene infuriata.

Rimasi ferma dove mi trovavo; non mi mossi di un millimetro. Meno male che dovevi tenergli testa Camille! Brava. Pensai beffeggiandomi da sola.

《Grazie per avermi fatto litigare con la mia ragazza! sarai contenta adesso》.Quelle parole così fredde e cattive mi colpirono al cuore. Stava insinuando che lo avessi fatto a posta? 《Teo, guarda che io...》 non riuscii a finire la frase perché mi interruppe 《non mi interessa》 disse salendo le scale.

Mi sentivo distrutta. Mi aveva proprio ferita con quelle parole. Teo doveva capire che non volevo che litigasse con la fidanzata; non per causa mia. Ma perché un secondo fa mi difendeva e quello dopo mi trattava male? dovevo assolutamente parlargli.

un amore imprevisto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora