CAPITOLO QUINDICI

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Ero distesa nel letto; sapevo che mi aveva portato Matteo in camera e questa cosa mi dava alquanto fastidio.

Avevo gli occhi chiusi perché non volevo sapere se lui era ancora nella stanza. Non volevo ammetterlo, ma essere portata da Teo fino al letto mi aveva fatto sentire protetta. Forse era proprio questa la cosa che mi dava più fastidio.

Una mano mi sfiorò la fronte e d'impulso aprii gli occhi. Era li, attaccato a me. 《 Cosa fai?》 dissi con un filo di voce. Mi sentivo debole e indifesa. 《 volevo vedere se scottavi tanto. Stai tranquilla》 mi rispose lui sorridendomi debolmente. Non gli dissi niente e mi voltai per non guardarlo portandomi le coperte fino sopra la testa. Lui sospirò leggermente come rassegnato《vado a prendere il termometro》. Sentii la porta chiudersi e mi tranquillizzai. Mi innervosivo molto quando mi era vicino, soprattutto nelle ultime ore. Passarono pochi minuti prima che Teo tornasse. 《 misurati la febbre》 mi disse dolcemente. Non sopportavo quando faceva il tenero con me, perché alla fine mi trattava sempre e comunque male. Infilai il termometro e restai in silenzio ad aspettare; anche lui non si mosse e non disse niente. Iniziai ad osservarlo con la coda dell'occhio; era immerso nei suo pensieri, con lo sguardo fisso sulla scrivania. "cavolo, quanto sei bello" pensai tra me e me. Lo era davvero; sembrava un bambino troppo cresciuto in quel momento, con i capelli tutti scompigliati e gli occhi che esprimevano dolore. Perché mai da quel viso così angelico traspariva tanto dolore?. D'un tratto si voltò verso di me e io distolsi lo sguardo da lui imbarazzata. 《 fammi vedere il termometro 》 mi disse allungando la mano. Gli posi l'oggetto e tirai nuovamente le coperte sul viso lasciando scoperti solo gli occhi Matteo guardo il termometro e si irrigidì. 《 Merda, Camille, hai 39.2》 disse a bassa voce. 《 cavolo...》 risposi sorpresa. Sapevo di non stare bene, ma non fino a quel punto. Teo si avvicinò a me e mi guardò dispiaciuto, non sapeva cosa fare, il suo sguardo su di me era imbarazzante. 《vorrei dormire》 gli sussurrai infine. 《 dormi, io resto qui sta notte》 rispose prendendo una sedia dal tavolo e sedendosi vicino al letto. 《Scherzi? vai via》 dissi seria. Già dalla sua espressione, però, capii che non stava scherzando per niente. 《resto qui》 ripeté lui. Mi voltai dalla parte opposta alla sua《come se ti importasse qualcosa di me...》. Pronunciai quella frase in modo freddo; ero sicura di quello che dicevo. Teo si rialzò e mi tirò via le coperte dal viso girandomi senza fatica con una mano sola《ripetilo》 mi provocò. 《 non serve, hai sentito perfettamente》 gli dissi agitata per la sua vicinanza. 《 Tu non sai niente. Tu non sai cosa mi importa e cosa no. Tu non sai niente di me, NIENTE》 pronunciò l'ultima parola con disprezzo. Lo guardai sbigottita; cosa voleva dire? che ci teneva invece? ma se mi trattava sempre male... Si, mi aveva baciata, ma questo non voleva dire niente; almeno credevo.

《 scusa》 dissi cercando di essere credibile. 《 non scusarti se non vuoi farlo veramente》 mi ammonì Teo. 《 ora dormi, parliamo domani》 continuò risedendosi sulla sedia.

Lo avevo fatto arrabbiare, ma alla fine pensavo veramente le cose che avevo detto. Credevo davvero che a lui non interessasse niente di me e sapevo che se non chiarivo con lui, questa storia sarebbe diventata la mia rovina.


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