CAPITOLO DICIANNOVE

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Eravamo appena decollati dall'aeroporto di Venezia per andare a Londra. La vacanza in "famiglia" stava per iniziare.

Nei giorni precedenti io e Matteo non ci eravamo parlati più di tanto. Ovviamente, io ero troppo imbarazzata per affrontare una qualsiasi conversazione con lui; dopo tutto mi piaceva, anche se non volevo ammetterlo.

Lui e Sofia non facevano che litigare a scuola, ma evidentemente si volevano davvero bene perché non davano il minimo segno di volersi lasciare. Questa cosa, sotto sotto, mi dava parecchio fastidio. Invidia forse? non lo sapevo perché era un'emozione che non avevo mai provato prima d'ora.

Chiara si era scusata con me per quello che aveva fatto a scuola, come se io mi fossi arrabbiata con lei. Come avrei potuto arrabbiarmi ? era una delle due uniche amiche che avevo e le volevo troppo bene per litigare.

Io e Michele ci parlavamo poco, come due conoscenti. Mi dispiaceva un po' la cosa, perché era simpatico, ma piuttosto che averlo troppo appiccicato mi accontentavo.

Il viaggio in aereo fu abbastanza tranquillo, anche grazie al mio i-pod che mi teneva compagnia quando avevo bisogno di distrarmi. Era l'unico modo per non pensare.
Dopo l'atterraggio, prendemmo i nostri bagagli e, accompagnati da un taxi, andammo in hotel dove Elisabeth e Luca avevano prenotato. Arrivati alla reception fu Luca a parlare in quanto era l'unico con una pronuncia d' inglese impeccabile.

《 Teo, Camille, dovrete condividere la camera. Terzo piano, stanza 301》 disse Elisabeth sorridendoci. La mia faccia doveva aver detto tutto ciò che pensavo, cioè che era una pazzia e che speravo che scherzasse, perché la mia "mamma" adottiva inarcò un sopracciglio perplessa. 《 qualcosa non va cara?》 mi domandò infine. La guardai a bocca aperta, poi mi voltai verso Matteo per vedere la sua reazione e sperare che mi appoggiasse, ma sembrava fin troppo sereno e pacifico. 《 N-nessun problema, ero solo sorpresa che io e Teo stessimo in camera insieme》 dissi poco convinta. Non volevo far vedere tutto il mio disappunto. 《 molto bene, andate a sistemarvi. Ci troviamo tra un'ora qui. A dopo》 fu Luca a parlare prima di prendere i suoi bagagli e incamminarsi verso l'ascensore. Restai ferma fino a quando Elisabeth e Luca non furono scomparsi dalla mia vista.《Porca miseria!》 dissi infine mettendomi una mano sulla fronte. Una vacanza iniziata proprio al meglio! 《 Andiamo》 disse Matteo prendendo sia i suoi che i miei bagagli. La sua voce e la sua espressione del viso sembravano indifferenti a quello che era successo, come se non gli interessasse minimamente, anzi, fosse una cosa normale. Lo seguii velocemente senza guardarlo mai perché sapevo di essere tutta rossa in viso per l'imbarazzo.

Arrivammo in camera in poco tempo. La stanza era molto grande e spaziosa, con un bagno ampio e ben tenuto, una terrazza e, , fortunatamente, due letti singoli. Tirai un sospiro di sollievo perché ero preoccupata di dover dormire nello stesso letto di Matteo.

《 se devi farti una doccia sbrigati》 mi disse Teo gettandosi sul letto e accendendo la televisione. 《 Non ne ho bisogno》 gli risposi sedendomi sul letto accanto al suo. I canali erano tutti inglesi e io facevo fatica a capire cosa dicevano.

Avrei voluto avere una conversazione con Matteo, giusto per fargli capire che non ero in imbarazzo con lui; avrei voluto chiedergli come stava, se era mai andato in vacanza prima; avrei voluto conversare di qualsiasi cosa.

《hai problemi con Sofia? 》 domandai stupita di averglielo chiesto. anche lui assunse un'espressione sorpresa. Ma che domande fai Camille? Il semplice come stai dove l'hai lasciato? Pensai infuriata con me stessa.

《 cioè? 》 chiese lui continuando a fissarmi con i suoi meravigliosi occhi verdi. 《 litigate sempre a scuola...》 proseguii io abbassando lo sguardo "perché sono così stupida? perche gli faccio queste domande? qual'è il mio problema?" pensai nuovamente sprofondando nell'imbarazzo. 《 per colpa tua sai!》 mi rispose Matteo seriamente, come se avesse detto una cosa ovvia. 《 non c'è ne motivo》 dissi fissando lo schermo della tv, come se stessi seguendo il programma. 《 non iniziare Camille, vorrei passare una vacanza tranquilla senza litigare》 mi ammonì Teo piuttosto esasperato. 《 non posso nemmeno dire ciò che penso adesso?》 chiesi in modo sarcastico. Matteo si alzò e si avvicino a me. Riuscivo a sentire il suo buonissimo profumo di menta accompagnato da, lavanda forse?. Era troppo vicino a me, era troppo perfetto per me. 《 sentiamo allora, cosa pensi? cosa pensi di me?》mi chiese prendendomi il mento e costringendomi a guardarlo negli occhi.

game over Camille, sei cotta.

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