CAPITOLO VENTI

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《io...》non sapevo cosa dire. Sicuramente non gli avrei raccontato quello che veramente pensavo di lui, ma avevo paura di poterlo, in qualche modo, offendere con delle parole sbagliate.

Matteo continuava a guardarmi aspettandosi una risposta. Pensa Camille, pensa a una qualsiasi cosa. Mi dissi nell'agitazione 《 niente》risposi infine a voce talmente bassa che non ero sicura che mi avesse sentita. Teo alzò un sopracciglio e si allontanò leggermente da me 《come scusa?》 mi domandò subito dopo. 《cosa vuole dire niente?》continuò lui. Rimasi ancora in silenzio pensando a una risposta che non lo offendesse. Ma niente, non mi veniva in mente assolutamente niente.

《 ho capito》 disse Teo in modo acido prima che potessi anche vagamente rispondere. Andò in bagno senza dire più niente. Anche se non avevo aperto bocca, lo avevo offeso; cercavo le parole giuste per non farlo, ma avevo peggiorato la situazione. Perché era così difficile? perché con lui era sempre così? non riuscivamo mai ad avere una conversazione normale.

Pochi minuti dopo Matteo uscì dal bagno. 《andiamo giù 》 disse serio. Lo osservai attentamente senza muovermi; sembrava che avesse pianto, aveva la faccia distrutta.《Teo, stai bene?》 domandai continuando a fissarlo. 《 cosa ti frega?》 mi urlò contro lui. Rimasi sconvolta per il tono in cui mi aveva risposto, era veramente arrabbiato. Ci guardammo per un lasso di tempo molto lungo senza dire niente. Non avrei ceduto sta volta; non avrei pianto a causa sua.

Fu Matteo a distogliere lo sguardo per primo e sospirando parlò 《Perché mi vuoi complicare la vita?》 si sedette su una poltrona mettendosi le mani sul viso. Gli stavo complicando la vita? ma perché? non riuscivo a capire, dato che non mi spiegava mai quello che pensava; mi lasciava sempre con mille dubbi. 《 spiegati, ti prego》 gli dissi supplicandolo. 《 tu sei mia sorella, ma...》 si bloccò improvvisamente. Questa volta non avrei accettato questo suo comportamento. Doveva rispondermi.

Sembrava che non avesse intenzione di continuare, quindi lo motivai io 《 Parlami Teo, ti prego, parlami》. Matteo alzò la testa verso di me. Sembrava che si stesse per mettere a piangere e, a vederlo così, mi salirono anche a me le lacrime. 《 io voglio bene a Sofia; tantissimo! ma da quando sei entrata nella mia famiglia, nella mia vita, mi hai scombussolato tutto.》 disse infine. Avevo ancora molti dubbi. 《 cosa significa? se vuoi bene a Sofia, cosa stai cercando di dirmi?》 chiesi con faccia perplessa. Non poteva essere, forse provava qualcosa per me?

Teo mi guardò negli occhi quasi stupito che non riuscissi a capire 《 vuol dire che stai iniziando a piacermi, deficiente 》 urlò lui.

La mia faccia iniziò a diventare sempre più rossa e le mie guance bollivano. "non posso crederci! " pensai tra me e me. Stavo sognando o me lo aveva detto davvero? 《 c-come scusa?》 domandai balbettando. 《 ho detto che STAI INIZIANDO A PIACERMI》 ripeté lui scandendo bene le parole. Non dissi niente. "perfetto, ho capito bene." Iniziai a sudare freddo e distolsi lo sguardo dal suo. Forse era la miglior giornata della mia vita; forse finalmente, dopo tanto tempo, potevo essere di nuovo felice. Lui, Matteo, il ragazzo più bello che avessi potuto vedere, ma anche il più insensibile e che mi portava sempre al pianto, aveva detto che gli piacevo. Potevo desiderare qualcosa di meglio?

《 non montarti la testa però. Ho detto che stai INIZIANDO a piacermi, non che mi piaci. E comunque, io e Sofia siamo una coppia, e così resterà. Quindi e meglio se ti dimentichi quello che ho detto; ora andiamo》 disse Teo velocemente, alzandosi e uscendo dalla stanza, come se si fosse pentito di avermi detto tutto.

Rimasi immobile, una marea di sentimenti si stavano scontrando dentro di me come un mare in tempesta: gioia, amore, rabbia e dolore si stavano prendendo a pugni fra di loro.

Avevo detto che poteva essere la giornata migliore della mia vita? Bene, mi sbagliavo; era la peggiore di sempre.

un amore imprevisto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora