CAPITOLO TRENTATRE

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Ero a casa ormai da una settimana. Non ero andata a scuola e non avevo parlato con nessuno, a parte Luca, Elisabeth e Arianna, la mia domestica. Non avevo voglia di sentirmi dire sempre le stesse cose dalle mie amiche, non perché non le volessi bene o cose del genere, ma perché sapevo che avevano sempre ragione e per una volta avrei voluto avere ragione io, o meglio, avrei voluto che il mio film mentale si realizzasse. Mi immaginavo di essere in giardino a leggere un buon libro con Matteo vicino che mi sorrideva e pensava solo a me. Questo era ciò che volevo e non mi sembrava di chiedere tanto.

I miei pensieri continuavano a vagare e mi accorsi di aver perso la cognizione del tempo non appena Arianna bussò alla porta: <<entra pure Arianna>> dissi alzandomi dal letto con leggera fatica. - mi scusi signorina, ma è ora di cena e i signori sono già a tavola >>mi rispose la cameriera in modo frettoloso, ma gentile. <<cinque minuti e sono giù >> dissi entrando in bagno per rinfrescarmi la faccia. Non avevo molta voglia di scendere in sala da pranzo con i miei genitori adottivi perché mi avrebbero parlato di Teo e mi sarebbero venute in mente cose spiacevoli, però, nel male, almeno avrei saputo come stava e se stava migliorando.

Scesi le scale il più velocemente possibile e mi ripromisi di mangiare in fretta per poter tornare in camera e magari guardarmi un bel film prima di andare a dormire.

<< buonasera>> dissi entrando nella stanza a Elisabeth e Luca che non appena mi sedetti sorrisero entrambi amorevolmente. <<ciao Camille, sei pronta per una sorpresa?>>mi chiese Elisabeth appoggiando una mano sulla mia. Guardai perplessa prima lei e poi Luca ma non servii a capire cosa intendesse dire. Poco dopo mia madre adottiva continuò << oggi ha chiamato Chiara e mi ha chiesto come stavi dato che non ti facevi sentire da una settimana. Poi parlando mi ha raccontato di una festa questa sera a cui parteciperà e ho pensato che sarebbe bello se andassi anche tu>>. Mi ci volle qualche secondo per capire esattamente il tutto. ' questa sera? festa? non esiste!' pensai quasi ridendo. <<non credo sia il caso>> risposi poco dopo sorridendo debolmente mentre mi servivo un bicchiere d'acqua. << perché no?>> mi chiese Luca sorpreso come se avessi detto chissà cosa. Tornai a guardarli un po' irritata. << perché non ho ne la forza ne la voglia di uscire. E poi, con questa gamba ancora in gesso, non potrei fare nulla,>> risposi cercando di mantenere la calma. <<dai Camille, ti farà bene svagarti un po' prima del tuo rientro a scuola. Poi dovrai festeggiare: domani torna a casa Matteo finalmente>> disse Elisabeth tutta felice e sorridente. Tornava a casa? Finalmente. Ma ero pronta? no, decisamente no. In un nano secondo presi la decisione: <<va bene uscirò. Ma non so niente di questa festa>> farfugliai. Speravo che uscendo non mi sarei soffermata tutta la sera a pensare al giorno seguente che sarebbe tornato Teo. Era una buona idea? certamente. Volevo che funzionasse? ovviamente. Sarebbe funzionata? forse.

<<passa a prenderti Chiara fra un'ora >> disse Luca distogliendomi dai miei pensieri. <<perfetto>> risposi subito dopo e in quello arrivò la cena in tavola.

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