Capitolo 10 (parte 1)

31 4 0
                                    

Nel periodo in cui vivevo a Milano, ero stata costretta a diventare quel tipo di ragazza che odiavo: dovevo essere antipatica, sentirmi migliore degli altri, vestirmi in un certo modo, baciare più ragazzi possibili e tutte quelle cose là. Tutto è successo per colpa di Anna, una ragazza che si comportava allo stesso modo di Stephanie e che se non facevi come lei o non eri d'accordo con lei, eri automaticamente una sfigata e ti rendeva la vita impossibile. Tutti volevano esserle amici per passare tranquillamente il liceo. Ma sbagliavano di grosso. O almeno io me ne sono pentita moltissimo di quella scelta.
Era un periodo triste per me, mi sentivo sola e pur di sentire che qualcuno mi "voleva bene" decisi di diventare amica di Anna; cominciai tutto d'un tratto a vestirmi cime lei e a copiarla nei suoi gesti, finché non si accorse di me.
Era un giorno di dicembre quando mi invitò a casa sua per un pigiama party. I miei erano convinti che fosse una brava ragazza, di quelle tranquille; non avevano notato i miei cambiamenti, soprattutto per quanto riguardava l'abbigliamento visto che mi cambiavo fuori casa.. E per il mio comportamento, beh, lo cambiavo a seconda di dove mi trovavo e con chi. Sapevo mascherare bene tutto questo. Sapevo che quella notte non sarebbe stato un normale pigiama party tra ragazze, con le coperte, patatine e gossip.
Presi il bus e dopo un po' arrivai a casa di Anna: c'era una mega festa con tantissima gente (mai vista). Entrai barcollando sui tacchi (non li mettevo mai) e mi sentivo a disagio con la minigonna, ma se volevo essere desiderata dovevo fare questo ed altro. La casa era circondata da un giardino illuminato con un grande prato verde e, appena varcata la soglia, m'immersi in un salone immenso pieno di gente e luci. Appena Anna mi vide, corse verso di me con altre ragazze bionde ed alte (quel genere di ragazze che ti fanno scendere l'autostima fin sotto ai piedi) e mi presentò a loro: Bea, Laura, Cristina. Mi squadrarono dall'alto al basso e una di loro (Laura credo) sussurrò qualcosa nell'orecchio di Anna. Dopodiché mi trascinarono di sopra nel bagno e cominciarono a truccarmi con prodotti che non avevo mai visto! Alla fine sembravo una maschera di carnevale, ma loro dicevano che ero bella e sexy e non potevo contrariarle se volevo essere qualcuno.
Scendemmo in sala e la musica era a tutto volume. Nonostante la stagione fredda, in quel salone sembrava fosse estate da come erano vestite le ragazze, praticamente mezze nude.. Ma non potevo tanto giudicare visto che non ero vestita così diversa da loro. Mi muovevo un po' goffa per colpa dei tacchi e della minigonna che non stava ferma (in quel momento avrei tanto desiderato i miei comodi pantaloni viola del pigiama!), ma la mia goffaggine non veniva notata molto visto che ero schiacciata tra le mie nuove quattro amiche e altri sconosciuti. Ad un certo punto, si avvicinò un tizio muscoloso, alto e biondo.
-Ehi, bella, non ti ho mai vista da queste parti! Ti posso offrire da bere?-. Ero imbarazzata, era la prima volta che un ragazzo carino mi notava; mi voltai verso le ragazze, le quali mi fecero segni di approvazione col pollice in su e sorrisetti maliziosi.
-Ehm, okay..- risposi. Lui mi prese per i fianchi e mi portò verso un tavolo pieno di bibite. Ammetto che quel contatto mi metteva a disagio, ma forse ero io che dovevo solo lasciarmi un po' andare..
-Che prendi?-. Non ero amante dell'alcool in quel periodo, non mi piaceva molto, ma dovetti sforzarmi. E poi avevo solo 15 anni, non ero molto interessata a sbronzarmi per "divertirmi", per poi svegliarmi con un mal di testa atroce senza ricordare le cavolate che potrei aver fatti il giorno prima. -Una birra..-. Prese una bottiglia, la aprì e me la porse. Ne prese una anche lui. Ci sedemmo in una poltroncina, io sulle sue ginocchia: mi vergognavo, ma quasi tutte le ragazze erano sedute ed avvinghiate su un ragazzo quindi.. Dovevo sembrare disinvolta.
Questo non è niente, sforzati solo un pochino e verrai ripagata di certo.
-Piacere comunque, sono Mirco- mi urlò nell'orecchio sinistro, tanto la musica era alta. -Jenny..- gli sorrisi sempre un po' tesa.
-Quanti anni hai?-
-Quindici..- non volevo dargli tutta quella confidenza,ma che altro potevo fare?
-Io diciotto, andiamo a ballare un po'?-. L'età non sembrava interessargli troppo e poi non ci eravamo appena seduti? L'idea di rialzarmi sui tacchi non mi entusiasmava, ma accettai; almeno in pista avrei trovato qualche scusa e sarei tornata da Anna e le altre. Avevo cambiato idea, forse ero ancora troppo immatura per quel genere di cose. Non potei obbiettare, che subito mi trascinò tra la gente. Ci buttammo nella mischia, ballavano tutti vicini e stretti, e così anche noi, e Mirco ne approfittò e si avvicinava sempre di più e si aggrappò ai miri fianchi, mentre io cercavo di distanziarmi il più elegantemente possibile. Ad un certo punto, mi prese la testa e l'avvicinò di scatto contro la sua: non feci nemmeno in tempo a rendermene conto che avevo già la sua lingua in bocca. Avevo rovinato un momento speciale della mia vita, il mio primo bacio. Era una tappa importante per me. Io che avevo sempre sognato che capitasse in un posto romantico, col ragazzo perfetto, mi ritrovai a baciare uno sconosciuto ad una festa piena di ubriachi. Volevo togliermi da lì, ma non ci riuscivo visto che mi tratteneva a forza. Ma continuavo a ripetermi che, forse, la mia mente ragionava ancora come quella di una bambina e ora che ero cresciuta le cose andavano così, senza romanticismi e smancerie varie.
-Seguimi- mi disse. Forse adesso sarebbe arrivata la parte romantica che stavo aspettando e lui si sarebbe trasformato nel ragazzo dei miei sogni e quello sarebbe stato il bacio più bello! Invece mi sbagliai completamente: mi portò nel bagno e, dopo avermi ripreso la mia testa fra le mani, ricominciò a slinguazzarmi nella bocca (quello era un animale, altro che!). Dovevo continuare a soffrire in silenzio.
Solo uno sforzo, poi sarai felice..
Non si fermava mai! Che cavolo, aveva un turbo?! Non vedevo l'ora di uscire da lì, ma muovermi mi era impossibile perché era grande e muscoloso, con delle spalle enormi e mi teneva appoggiata contro il muro.
Ad un certo punto abbassò le braccia lungo i miei fianchi e cominciò a muovere le mani sull'orlo della minigonna. Appena lo sentii, mi percorse un fastidioso brivido e lo fermai subito con la mano. Mi fissò negli occhi per un attimo, ma poi continuò a baciarmi come se niente fosse, provando ad andare sotto l'indumento, ma con forza riuscii a spingerlo via da me. Ero già stata delusa con la storia del bacio, farmi anche toccare da lui era innammissibile! Che bastardo! Ora mi ero stufata di sopportare!
-Che ti prende adesso? Ci stavamo tanto divertendo!- sbottò. La sua espressione sembrava intenta su qualsiasi altra cosa fuorché alle mie parole. Quello era proprio un animale! La rabbia prese il sopravvento.
-Divertendo? Ma vergognati che hai diciott'anni e te ne vai con quelle più piccole di tre anni! Fai l'adulto! O almeno impara a baciare decentemente!- e me ne andai. Lui rimase lì fermo ad urlare qualcosa, ma non lo badai.
Tornai in sala e Anna venne verso di me e mi chiese cos'era accaduto. Le raccontai i fatti, mostrandomi disinvolta, però aggiunsi anche che era troppo immaturo per la sua età e sottolinenai il fatto che baciava malissimo (ma non le dissi che quello era il mio primo bacio, altrimenti avrei fatto la figura della sfigata); così sarei sembrata alla loro altezza. Lei rispose dicendomi che Mirco aveva solo tanti muscoli e poca testa e che c'erano tantissimi altri ragazzi da conoscere. Altre esperienze simili? No grazie! Avrei aspettato un bel po' prima che mi finisse in bocca qualche altra lingua di qualche altra belva.
Anna mi riportò al tavolo delle bevande dicendomi che voleva offrirmi da bere per "dimenticare" ma rifiutai e le mentii dicendole che avevo già bevuto abbastanza e m'inventai qualche nome di drink (tanto lei non li conosceva) ; quindi ci ributtammo tra la folla a ballare fino alle tre del mattino. Già la serata era rovinata, non mi serviva essere ubriaca per peggiorare ulteriormente la situazione.

Un Mare In Burrasca (#Wattys 2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora