Capitolo 39

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Non so cosa cazzo sto facendo, non capisco nulla. Ma una cosa la so per certo: rivoglio Giulia. Sto veramente correndo sotto la pioggia alle 9 di sera per andare da lei. Sono un coglione, questo lo so, ma senza di lei non mi rimane nulla. Non so come, ma sono convinto che lei mi rivoglia. Ma come è possibile?
Io, che ci ho trascorso 3 anni di medie.
Io, che le sono sempre stato affianco.
Io, che l'ho fatta innamorare.
Io, che l'ho delusa la prima volta con Marzia.
Io, che l'ho fatta finire in ospedale.
Io, che le ho mentito.
Io, che l'ho illusa.
Io, che l'ho 'tradita' con Francesca.
Io, che le ho urlato contro quella mattina.
Io, che le ho rovinato la vita.
Ma poi,
Io, che ora sono cresciuto mentalmente.
E ne sono fottutamente innamorato.
Sono sotto casa sua, ora come faccio? La luce di camera sua è accesa, il fratello non c'è, la domenica va sempre al pub, e la mamma sta lavorando ancora. Vedo che la finestra è chiusa, le uniche volte in cui la chiude è quando piove. Prendo un sassolino da terra e lo lancio, cercando di non colpire la finestra con troppa forza. 2-3 secondi e lei si affaccia. Sembriamo Romeo e Giulietta.
*Giulia's pov*
"Cosa vuoi Riccà?" Sbotto irritata.
"Te" Rispose.
"Va via".
"No, finché non ti parlo".
"Che me devi dì?"
"Te rivoglio!"
"Te piacerebbe".
"Na cifra!"
"Vattene, non ho tempo da perdere".
"Stamme a sentì, le cose sono due: o me vieni ad aprì, o trovo un modo pe entrà da te!"
"Finiscila".
"Hai 5 secondi".
"HO DETTO VATTENE!"
"1.. 2..", incominciò ad incamminarsi verso la porta.
"3..4.."
"E VA BENE!" Urlai. "Sto scendendo. SPERA CHE NE VALGA LA PENA STRONZO.
Siamo saliti in camera.
"Che volevi quindi?" Dissi.
"Ancora?" Chiese. "Te".
"Fai il serio".
"Sono serissimo."
Sbuffai.
"Senti", aggiunse, "so che da quest'estate ho fatto il coglione, so che non mi potrai mai credere, ma io, Giù, sono pazzo di te. E non per modo dire. Me ne sono accorto troppo, troppo tardi. Quando ormai tu mi sei scivolata via dalle mani. Non me la perdonerò mai una cosa del genere, averti ferita, averti lasciata andare via. Avrei dovuto crescere mentalmente quest'estate, appunto, perché era lì che avevi più bisogno di me, ed io non ci sono stato. Ho fatto il coglione e ho giocato con i tuoi sentimenti, e ora che i ruoli si sono invertiti mi sento una nullità. Vorrei chiedertela, ma so che se ti chiedessi per un'altra possibilità tu non me la daresti manco se dovesse finire il mondo quest'oggi. Mi manchi da morire, mi manca il nostro vecchio rapporto. E non riesco assolutamente a convivere con il fatto che ora tu dormi serena tra le braccia di Luca, e io la notte combatto con i miei demoni. Non ce la faccio proprio. Voglio che tu sappia, che per qualsiasi cosa, io sono qua. E nun me frega che stai sotto a quell'altro coglione, o quant'altro, te rimarrai sempre la MIA Giulietta. Mia e solo MIA. Dì a Luca de trattarte da principessa quale sei, io credo de aver finito. Tolgo il disturbo."
Restai indifferente davanti alla scena di Riccardo che usciva dalla mia stanza e scendeva le scale. Quando sentii il portone chiudersi, mi allungai sul letto.
Non mi ferisce più nulla.
Nemmeno Riccardo disperato con gli occhi lucidi e quel suo volto dai lineamenti quasi perfetti.
NULLA.

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