Capitolo 19

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La mattina dopo mi svegliai con le grida di mia madre. Andai in cucina e vidi Luca e mamma che litigavano. "Ma tu ti rendi conto cazzarola!?" Urlò mia mamma. "Mamma, calmati! Sembri una pazza isterica" replicò Luca. "Che sta succedendo?" Chiesi, un po' stordita. "Cosa ti sembra stia accadendo!?" E mamma mi mostrò un accendino e un pacchetto di sigarette. "Mamma calmati, ha 18 anni" dissi. "Giulia, ma non può nascondersi così!" Urlò mia mamma. Me ne andai, non avevo voglia di sentire la solita ramanzina di mamma. Presi il cellulare e vidi che Riccardo era online, ma non mi aveva ancora scritto. Ecco che sento il campanello di casa. Vado ad aprire, ed era Riccardo. "Buongiorno principessa" mi disse. "Stanotte ti ho sognata tutta la notteee!" "Tu sei matto ahaha!" Risposi. "Se ti vesti ti porto in un posto speciale" e mi diede un bacio. Lo guardai e andai in camera a cambiarmi. Misi una semplice canotta nera della vans, jeans strappati e le superstar nere. Misi un po' di mascara, mi aggiustai i capelli e scesi giù, dove mia mamma e Riccardo parlavano tranquillamente, e Luca giocava a C.O.D. "Andiamo?" Domandai. "Sì, arrivederci Laura" disse Riccardo rivolgendosi prima a me, e dopo a mamma. Vidi il motorino di Riccardo parcheggiato nel viale. "E questo? Non mi dire che sei venuto con il motorino!" Dissi un po' imbronciata. "Certo che sì! Dai su, guarda che hanno detto i dottori che posso" rispose. Saliti sul motorino, ci siamo avviati verso la tangenziale. Il sangue mi si gelò nelle vene. "Dove credi di andare!?" Domandai perplessa. "A Roma, in città. Ti va?" Rispose tutto tranquillo. "Ma sei matto? Cioè, non puoi neanche andare in tangenziale con il motorino alla tua età! Gira e torna subito indietro". E invece la velocità aumentava sempre di più, e vidi che stavamo andando a 100km/h. "Tu sei pazzo!" Urlai. "Dai su piccola, basta che ti tieni forte, niente di più!" Replicò. "Riccà ti prego, ho paura! Ti sto facendo andare a Roma, in tangenziale, quando neanche potresti, sia perché è la legge, sia per la tua salute! Almeno rallenta, ti supplico". "Smettila di fare la bambina! Hai 14 anni ormai. E vivi un po' la vita! Invece di stare qui a fare la perfettina di sto cazzo e a mettere i puntini sulle i". "NON TI AZZARDARE NEMMENO A RIVOLGERTI IN QUESTO MODO VERSO DI ME! Io rispondo a tono, non ho mica paura di un cretino come te". Dopodiché mi accorsi che stavamo andando ormai a 120km/h, in tangenziale, in motorino a 14 anni, con Riccardo che aveva problemi di cuore, e oltretutto stavamo anche litigando. Così dissi:"Basta, non ho più voglia di discutere, proseguiamo". Arrivati a Roma, Riccardo ha parcheggiato la moto e mi stava portando in metro. "Dove andiamo scusa?" Chiesi. "In centro" rispose. "Dobbiamo prendere la metro, se non vuoi arrivarci domani". Sembrava così freddo. Per quasi metà del viaggio non abbiamo parlato. "Ehi, ma che ti succede?" Chiese Riccardo. "Niente" Risposi. "Dai su, che hai?" "Niente ti ho detto". "Non mi convinci. Dai, sono il tuo ragazzo, puoi dirmelo". "È che boh, sei un po' freddo, ultimamente litighiamo solo. 5 minuti di dolcezza massimo, e poi solo litigate. Non so cosa ti stia succedendo. Ma poi, non mi sembra il caso di discuterne adesso, in metro tra l'altro". "Ma io sono sempre uguale, e poi sì, litighiamo però..." "Però?" "Boh, non so che dire". "Quando mai". Dopodiché non abbiamo parlato per il resto del viaggio, e tutto il tragitto per andare al bar.

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