Capitolo 12

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Che cosa ti ha impedito di avvicinarti a me? - la mia voce trema

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Che cosa ti ha impedito di avvicinarti a me? - la mia voce trema.. non posso farci niente -

Eric: ..io..tu.. tu hai iniziato a cantare e, nella tua voce c'era tristezza, rabbia. Ma la tua voce era.. beh.. se ci fosse un aggittivo adatto per descriverla, lo userei.

Io: Usa il primo che ti viene in mente - Sembrava una supplica..

Eric: Stupenda, semplicemente magnifica.. da quel giorno tutti i pomeriggi vado a quel parco per sentirti cantare.. - si blocca di colpo, si vede lontano un miglio che qualcosa lo turba.. -

Io: Sputa il rospo - sono decisa a concludere questa conversazione.

Eric: Mi dispiace per quello che ho detto ieri al parco, non lo pensavo sul serio. Non sapevo cosa dire dato che avevi scoperto che ero li a spiarti. Mi perdoni? - Ok, ora sembra un cane bastonato.

Mi stacco dall'abbraccio, non resisto più: ho ancora le mani sul suo petto perfetto, lui ha di nuovo le mani sui miei fianchi, io gli guardo le labbra e mordo le mie, lui mi guarda le labbra e morde le sue...

Non sono una ragazza facile, non posso baciarlo dopo due giorni che lo conosco - dico a me stessa - e così mi allontano da lui.. anche se a malincuore.

Gli chiedo di portarmi all'ospedale, lui non fa domande e mi ci porta. Prima di scendere gli dico: Domani non vengo a scuola... se ti va di venire a studiare a casa mia - mi interrompo un attimo - sai gia la strada no? - detto questo entro nell'edificio e vado all'ufficio informazioni per chiedere in che stanza è ricoverata mia madre. L'infermiera mi guarda male e poi chiede : Ma no sai nulla?

Mi si stringe il cuore e faccio fatica a respirare, ma mi faccio forza e chiedo: Che cosa dovrei sapere? Mi hanno detto che mia madre è ricoverata qui.. in questo ospedale.. - la mia voce si fa più strozzata.

L'infermiera: Tua madre è mancata ieri sera poco dopo essere entrata in ospedale.. i medici hanno fatto il possibile ma....

Io: Balle! - Grido - Questa è una bugia!! - strano, non ho più lacrime, almeno non fino a quando due mani mi prendono e mi fanno voltare, stringendomi in un abbraccio caldo.. allora mi lascio andare, sfogo tutta la mia rabbia, il mio dolore, la mia frustrazione, il mio rimpianto.. non le ho mai detto quanto le volevo bene. Tutto d'un tratto però smetto di piangere. Chiedo a Eric di portarmi a casa.

Appena arrivo entro e trovo mio padre seduto su una sedia, immobile, con la testa che penzona da un lato - sbronzo - penso. Invece no.. non è ubriaco. E allora capisco. Capisco che sono rimasta da sola.. senza nessuno..

Corro in bagno e.. faccio quello che faccio sempre.

"Tu.. e il mio dolore"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora