"Tu.. e il mio dolore"

Capitolo 27

Non mi preoccupo nemmeno di chiamare gli infermieri e l'abbraccio.

L'abbraccio forte, stando attento però a non farle male.

Io: Non-non parlare, stai tranquilla, ci sono qua io.

Giulia: Ti amo.

Ho aspettato tanto per risentire la sua voce, quella voce dolce capace di scaldarmi il cuore, e ora che l'ho risentita, posso dire di sentire il cuore il fiamme.

Sento aprire la porta e mi volto di scatto vedendo un'infermiera entrare con degli asciugamani puliti.

Appena ci vede fa un sorriso sorpreso ma mi guarda male. "Avresti dovuto chiamare" dice il suo sguardo tornato severo.

Si avvicina lentamente e prego con tutto me stesso un Dio che non ricordavo esistesse che non me la strappi di nuovo dalle braccia, come avevano fatto tutti i medici ogni volta che entravano da quella maledettissima porta.

Posa gli asciugamani su uno scaffale libero e le si avvicina, e mentre io tengo la mia ragione di vita tra le mie braccia, le prende un polso e le controlla il battito.

Inf: Regolare. - dice, poi torna verso la porta e senza voltarsi aggiunge - hai cinque minuti, poi verranno a visitarla per altre analisi - e finalmente voltarsi per guardarmi negli occhi - tranquillo, non la terranno per molto.

Meno male una che ragiona.

Io: Amore, hai sentito? Ti faranno delle analisi e poi staremo di nuovo insieme.

Giulia: Ho paura, ti prego non mi lasciare.

Io: Tranquilla, se non sopporti stare sola con lor urla ok? No ehm.. forse meglio che non urli.. potresti rompere i timpani a qualcuno..

E la sento ridere, sento vibrare il suo petto da quanto ride.

Giulia: Stai a scherzare con la tua ragazza in un lettino di ospedale appena svegliata?

Io: Non oserei mai mia principessa.

Non volevo che parlasse ancora data la sua condizione fisica, ma non riuscivo a stare ancora senza sentire la sua voce.

Ed ecco i medici, quei.. cosi, che mi dicono di nuovo di uscire. Bastardi.

Ma questa volta so che lei è sveglia, e aspetta solo di vedermi di nuovo, almeno tanto quanto lo voglio io.