Capitolo 17

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Arrivo a casa sua e entro in casa, come mi aveva detto, non è  a casa

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Arrivo a casa sua e entro in casa, come mi aveva detto, non è a casa. Bene l'aspetterò.

PARLO IO

Io: Che ci fai qui? - Non sono più isterica ma si vede che ho pianto: ho gli occhi rossi e gonfi. Ho già la lametta in mano, pronta per entrare nella mia pelle.

Eric: La solita smemorata, ti avevo detto che sarei venuto no? - Non sembra arrabbiato. è.. tranquillo...?!

Io: Credevo non saresti venuto.. - Non posso cedere.

Eric: E invece eccomi qua. - Mi sorride - Hai fatto una mossa stupida.. - Dice tranquillamente e, prima che me ne accorga, toglie la chiave dalla porta e la butta fuori dalla finestra aperta. - Ora siamo qui, io e te soli, non mi puoi più sfuggire. - Continua - Che effetto ti fa starmi vicino? - è molto vicino, dietro di me, così vicino che sento il suo caldo respiro sul collo, che mi fa rabbrividire. Mi prende per i fianchi da dietro - Allora? - Non so cosa rispondere. Le sue mani ora mi massaggiano le spalle, e scendono, sulle braccia, fino ad arrivare a metterle nelle mie, facendomi cadere la lametta per terra. Non so più come reagire, sono immobile. Vorrei respingerlo, ma non ci riesco, qualcosa mi blocca.

Mi faccio coraggio e mi giro, ora lo vedo in faccia: vedo i suoi occhi che ancora una volta mi fissano, le sue labbra si posano sul mio collo, mi stampano piccoli baci, gemo e lui, incoraggiato, continua. Poi si ferma un attimo e si avvicina al mio orecchio.

Eric: Giulia?.. - sussurra in modo sensuale ma deciso.

Io: Si? - Finalmente il blocco alla gola passa e gli rispondo.

Eric: Io...



Se tra le lettrici c'è qualche ARMY,

Sappia che quando finirò le mie due storie, ne scriverò una con V e KOOKY

Un bacio

Giulia

"Tu.. e il mio dolore"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora