Capitolo 23

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PARLA ERIC

Torniamo a casa che ormai è tarda sera. Prima però abbiamo fato una lunga passeggiata per sgranchirci un po' le gambe: soprattutto lei ne aveva bisogno..

Lei sembra essere stanca anche se abbiamo riposato molto per cui la porto in braccio fin dentro casa e l'adagio sul divano, le tolgo giubbino e scarpe per farla stare più comoda. Mi sdraio in modo tale di essere dietro di lei e la tengo per i fianchi.

Giulia: Amore.. Ma non stai stretto così? Guarda che possiamo andare a letto se ti va.

Io: No tranquilla io sto bene, ma se vuoi possiamo andare comunque su.

Giulia: No va bene così.. accendiamo la TV? Vediamo un film ti va?

Io: Va bene, cosa preferisci?

Giulia: Qualsiasi va bene, basta che non sia uno di quelli romantici smielati.

Io: D'accordo.

Scelgo "Street Dance", un film sulla musica e la danza: spero le piaccia.

Non siamo nemmeno a metà film che si addormenta. Non voglio svegliarla per cui non mi alzo, per sta sera dormiremo così, avvinghiati e con i cuori che battono all'unisono. Se lei sentisse questi pensieri credo le verrebbe il diabete.

Il giorno dopo... "4 di mattina"

Noooooooooooo!! Per favore no! Lasciala ti prego! Noo! Non farle del male ti supplico ti scongiuro no...!!

Giulia è in piedi davanti al divano che piange tantissimo e grida disperatamente parole senza senso contro una figura immaginaria: non si regge più in piedi e cade, fortunatamente sorretta dalle mie braccia. Non smette di piangere e dimenarsi nel sonno e sono no preoccupato, di più. Cerco di calmarla in tutti i modi ma sembra non ci sia speranza. La riporto a forza sul divano e la sdraio sotto di me, bloccandola con il mio corpo. Sembra un po' più calma ma è ancora molto inquieta. Le sento la fronte e scotta tantissimo. Trovo il modo per farla smettere di urlare baciandola, tenendo semplicemente le nostre labbra unite. Con calma sembra rilassarsi e si lascia finalmente coccolare.

Stava delirando. Mi rialzo delicatamente e corro in cucina per cercare un termometro che fortunatamente trovo nello scaffale dei medicinali.

Torno da lei e le tolgo la maglia, aspetto un po' e poi le metto il termometro sotto l'ascella.

Dopo dieci minuti circa glielo sfilo e controllo la temperatura.

Porca puttana! Ha trentanove e mezzo di febbre. Torno subito allo scaffale dei medicinali e cerco una tachipirina per tenere almeno costante la temperatura, che non salga di più. Riesco a svegliarla, anche se molto difficilmente e gliela faccio ingoiare. La rivesto e mi dirigo in tutta velocità verso l'ospedale.


Allooora butei...

Vi piace il capitolo?

A presto con il prossimo

Un bacio

Giu

"Tu.. e il mio dolore"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora