Capitolo 15

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Mi accorgo che non sono in una stanza, ma in un corridoio, e la luce che vedo è una luce a neon a forma di freccia

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Mi accorgo che non sono in una stanza, ma in un corridoio, e la luce che vedo è una luce a neon a forma di freccia. Mi chiede di seguirla.. me lo sento. La seguo, percorro il corridoio fino in fondo. Sembra non avere fine. Dopo un tempo che sembra lunghissimo scorgo una porta, sbircio all'interno: è completamente diversa dal luogo in cui mi trovo ora.. :è luminosa.. troppo luminosa. Appena entro quella luce mi acceca e mi toglie la vista per qualche secondo. Quando la riacquisto vedo solo il bianco, il nulla, l'infinito si estende ai miei occhi. Comincio a correre, devo pur arrivare da qualche parte no? Infatti ecco, un'altra porta.. mi è familiare, molto familiare..

PARLA ERIC:

Continua ad agitarsi.. non so come fare.. provo a svegliarla ma non ci riesco. è come caduta in una specie di sonno profondo.. sta storia somiglia sempre di più a "La Bella Addormentata Nel Bosco".. aaaah ma che cazzo penso, sto impazzendo, è lei che ha questo effetto su di me. In questo momento ha un'espressione indecifrabile, è completamente assorta in quel sogno, come se lo stesse vivendo in prima persona, come se fosse viva in se stessa.. Ecco, si è mossa. Ora sembra confusa, spaventata.. maccheccazo....

PARLO IO

Provo ad aprirla, ma è chiusa. Le dò calci, più forte che posso, fino a quando la maniglia cede e riesco ad entrare. Conosco questo posto, è un bagno, il mio bagno per la precisione. Mi vedo, vedo me stessa nella vasca, assorta nei miei pensieri. Poi sento una porta sbattere e una voce, quella di mia mamma. Allora capisco.. quella dannata sera di un mese fa.. Mia madre, come allora, mi ordina di uscire e così io (o meglio, l'altra io) faccio. Mentre l'altra me se ne va io rimango in bagno, tutto si fa più scuro. Nella penombra vedo mia mamma trafficare con lo specchio, sembra volerlo aprire (per forza, era ubriaca). Poi la finestra si schiude e ne entra un'altra figura, più imponente, ma non riesco a capire se è un uomo o una donna. Di colpo tutto torna scuro. Solo un'immagine mi passa per la testa, l'albero davanti casa, più precisamente la casa sull'albero che ho fatto da sola quando ero più piccola, un posto per ripararmi quando i miei litigavano. Poi di nuovo buio. In lontananza una voce. Calda, dolce, sensuale, una voce preoccupata.. Eric.. e con quel nome sulle labbra mi sveglio.

PARLA ERIC:

Vedendo che torna ad agitarsi la chiamo, sono preoccupato per lei, farei qualsiasi cosa per non vederla ridotta in quello stato. Eppure è colpa mia.. se non me ne fossi andato tutto questo non sarebbe successo.

Giulia: Eric.. ciao.. - Mi sorride, si è svegliata col mio nome sulle labbra.

Io: Ciao bambola, come ti senti? - Che domanda sciocca, ma sei scemo? Non vedi che è pallida? Non vedi che non sta bene??!

Giulia: Mi sento strana, ho fatto un sogno..

Io: .. un incubo.. - La interrompo.

Giulia: Si - La vedo riflettere.. com'è bella...

Io: Ti va di raccontarmelo? - Fa un cenno con la testa e me lo descrive.. ma sembra che non voglia raccontare tutto, sembra che voglia nascondere dei particolari, come se la turbassero troppo.. ma fingo di non accorgermene. Oggi rimango con lei, senza farmi vedere getto tutte le lamette nel cestino e vedo..

"Tu.. e il mio dolore"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora