Capodanno

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«Quindi lo stai aiutando perché ti ricorda te alla sua età?» chiese Jennifer stupefatta, dopo averle raccontato ogni cosa; eccetto sempre per quei baci e soprattutto del vero bacio di qualche giorno prima.
«Sì, proprio così.» La guardai, mentre le sue labbra si piegavano verso il basso in una smorfia di incertezza.
«E lo aiuti...» Mi guardò come se volesse leggermi nella mente.
«L'ho aiutato, sì.» Sorrisi lievemente e il suo sguardo si posò sulla collana.
«E lui ti ha regalato quella collana» continuò, con tono severo.
«Sì, Jennifer, sì.» Mi trattenni dallo sbuffare sonoramente; le avevo raccontato ogni cosa e mi sarei dovuta aspettare una ramanzina entro qualche minuto, ne ero certa.
«Quindi provi qualcosa per lui.» Sembrava un'affermazione, ma probabilmente era una domanda, una domanda molto fastidiosa.
«No, siamo amici e basta.» Sbatté le palpebre un paio di volte per poi accarezzarsi la pancia.
«Ne sei sicura? Amanda, ha dieci anni meno di te, non sono nessuno per giudicare, ma non è proprio normale...» E quelle parole, dette da lei, mi causarono una fitta al cuore, seguita da un bruciore alla gola e agli occhi.
«Infatti è così, sapevo avresti detto cose del genere, per questo non volevo dirlo a nessuno, alla fine tutti fraintendono sempre...» Mi passai le mani sul viso, frustrata, cercando di ricacciare dentro le lacrime.
«Perché parli al plurale?» Tolsi in fretta le mani dal viso.
«Lascia stare.» Mi affrettai a dire, per non doverle rivelare anche tutta la storia di James.
«Amanda.» Il suo tono di rimprovero mi obbligò a tirare fuori anche quell'informazione; ormai sapeva già quasi tutto, tanto valeva vuotare completamente il sacco.
«Luke ha picchiato James e poi viceversa, anche per questo ci siamo lasciati.» Sospirai, sentendomi un po' più leggera, ma l'espressione di mia sorella mi fece rimpiangere di non essermi tenuta tutto dentro.
«Quindi praticamente hai spiattellato tutta questa faccenda a James?! È ovvio che lo ha picchiato! È geloso! Ha capito anche lui che provate qualcosa l'uno per l'altra!» Alzò la voce parlando a raffica, facevo quasi fatica a seguirla.
«No allora, nessuno prova nulla per nessuno e James mi tradiva, per questo ci siamo lasciati!» Mi alzai dal divano, percependo il nervoso farsi spazio dentro di me; non avevo la minima voglia di ripetere quegli eventi nella mente, non volevo ricordare James e ciò che aveva fatto, soprattutto non volevo ricordare quel bacio focoso con Candice.
«Amanda, ma non lo capisci! Ti ha regalato quella collana, ha picchiato il tuo ex ragazzo e chissà cos'altro ha fatto per te! Lo vuoi capire che ormai si è innamorato di te?» La fulminai con lo sguardo, cercando di trattenermi, presi un respiro profondo e mi sedetti di nuovo accanto a lei.
«È un regalo per Natale e lo ha picchiato perché è stato uno stronzo. Nom prova nulla per me, ha una ragazza, io l'ho aiutato a trovarla, quindi smettila di fare supposizioni inutili, davvero. Non ti ho raccontato questa storia sperando che tu mi dessi la tua benedizione per una relazione con lui, non provo niente e anche se fosse, sarebbe sbagliato, come mi hai fatto notare anche tu.» Finii il discorso rimanendo senza fiato e presi un respiro profondo, sotto lo sguardo attento di Jennifer che mi appoggiò una mano sul ginocchio, sorridendo appena.
«Scusami, non volevo essere cattiva, voglio solo assicurarmi che tu sia felice e se dovessi, ipoteticamente, essere felice insieme a lui, allora va bene.» Allargò il suo sorriso per poi alzarsi a fatica, mentre si teneva la schiena; la aiutai ad andare in cucina.
«Grazie, ma ti ripeto che non c'è nulla tra noi e mai ci sarà.» E nel dire quelle parole, sentii come una stretta allo stomaco; automaticamente mi tornò alla mente quello stupido bacio sotto il vischio e più cercavo di scacciare quell'immagine, più mi rimaneva inchiodata nel cervello.



Passai la notte a casa di mia sorella; tornare a New York per stare da sola risultava molto deprimente e sinceramente non ero nella condizione emotiva di rintanarmi nella mia solitudine, poiché avrebbe significato riflettere su tutta la situazione e non avevo la minima voglia di sopportare il mio stomaco attorcigliarsi al pensiero della giornata di Natale.
Il giorno seguente mi svegliai tardi, Yuri aveva dormito sul divano e io ero rimasta con mia sorella; trovarmi accanto qualcuno al mio risveglio fu molto rassicurante, forse fu questo che mi fece dormire profondamente.
«Buongiorno, pigrona.» Mi stiracchiai mentre Jennifer scostava le tende della stanza per far entrare quella fioca luce invernale.
«Volevo dormire ancora» mi lamentai, ridacchiando e tirandomi su a sedere.
«Hey, tra qualche giorno è capodanno, dormirai il primo gennaio» mi rimproverò lei, rivolgendomi uno sguardo divertito.
«E se volessi fare altro quel giorno?» Mi alzai tremando leggermente dal freddo, scossi il corpo cercando di mandare via quella sgradita sensazione.
«Tipo?» Trafficò nell'armadio per poi tirare fuori un maglione e dei pantaloni della tuta.
«Tipo non lo so, magari sarò ancora in giro ad ubriacarmi o passare da un letto all'altro, potrei stabilire un nuovo record.» Risi senza ottenere il consenso di mia sorella che mi guardò scuotendo il capo.
«Smettila di dire scemenze, dovresti farti delle amicizie che non siano Luke.» Mi rivolse un'occhiata che non riuscii ad interpretare per poi iniziare a vestirsi.
«Vado a farmi una doccia.» Cambiai discorso, entrando in bagno. Mi liberai del pigiama prestatomi da Jenni e mi resi conto di quanto facesse ancora più freddo, quindi mi fiondai sotto la doccia per trovare un po' di sollievo e anche tranquillità.



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