Limite

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Negativo.
Il primo test aveva dato quel risultato e il mio cuore riprese a battere normalmente.
Ovviamente non potevo basarmi solo su quel test, ne avevo ancora due – che avrei fatto nei prossimi giorni –, ma almeno sembrava un inizio promettente.
Buttai lo stick e sospirai, sollevata. Non avrei dovuto esserne così contenta, eppure non potevo fare a meno di sentire un peso in meno sullo stomaco.
Tornai in salotto, prendendo il telefono e componendo il numero di Jennifer; almeno l'avrei rassicurata, dimostrandole che avevo del tempo da dedicarle.
«Buongiorno sorellina!» rispose raggiante, mentre mi sedevo sul divano.
«Buongiorno a te, successo qualcosa?» Sorrisi, sentendola così di buon umore.
«Mah, nulla di che, lunedì riprendo a lavorare e lascerò la piccola con la babysitter, sarà difficile starle lontano, ma almeno potrò riprendere la mia vecchia routine e aiutare Yuri con i soldi.» Sospirò e sentii lo strisciare di una sedia sul pavimento. «È da troppi mesi che non lavoro e lui sta facendo un sacco di straordinari... ma tu come stai?» Ero contenta di sapere che tutto fosse tornato normale e che lui si stesse occupando della sua famiglia.
«Lo immagino...» Mi sdraiai sul divano, fissando il soffitto; «Io sto bene.» "Anche se ho paura di essere incinta e il mio capo mi ha proposto di trasferirmi in Pennsylvania... ah e sto con Luke", ma quello lo tenni per me.
«Ti sento poco convinta, qualcosa non va?» Era incredibile come riuscisse a capire ogni mia sfumatura della voce, come del resto facevo io con lei.
«No, tutto bene, sono solo un po' stanca per il lavoro, sai abbiamo tante cose da fare e ho poco tempo per me.» Sospirai, alzandomi a sedere.
«Tesoro, ti capisco e mi dispiace, vedrai che ci saranno tempi migliori.»
«Lo spero.» Ridacchiai, quando sentii un pianto in sottofondo.
«Oh cielo, Carly ha fame, vado a riempirle il pancino.» La sua risata sincera mi fece spuntare un sorriso. «Ciao, tesoro.» La salutai, chiudendo la chiamata per poi osservare lo schermo nero della TV di fronte a me.
Lei era così portata per fare la madre, sapeva gestire quelle situazioni; spesso era fragile e crollava, certo, ma provava sempre a far star bene tutti.
Io che madre sarei mai potuta essere?
Abbassai lo sguardo sul mio ventre e vi poggiai la mano, passandola delicatamente su ogni centimetro.
Se fossi davvero rimasta incinta tutto sarebbe degenerato più di quanto non fosse già; non riuscivo a pensare a una me che si prendeva cura di una creatura più piccola.
Certo, finché era per qualche ora con mia nipote poteva anche essere fattibile, ma una creatura nata da me, un figlio tutto mio: non era la stessa cosa.
La vibrazione del telefono mi riportò alla consapevolezza che fossero quasi le tre; era un messaggio di Luke.

- Mi manchi, mi manca il tuo corpo, ti vorrei qui con me -

Sorrisi debolmente, appoggiandomi al divano; presi un respiro profondo e risposi.

- Studia che è meglio ahahah, ci vediamo domani -

- Se fai così stasera mi trovi nudo nel tuo letto -

Scoppiai a ridere e per quanto la proposta fosse allettante, mi ero ripromessa che non avremmo più fatto sesso senza precauzioni immediate e io a casa non ne avevo.

- Non credo sia possibile -

- Mi sto già spogliando -

Un'ennesima risata mi lasciò le labbra, anche se meno entusiasta; mentre rispondevo mi alzai per andare in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

- Smettila dai, ci vediamo domani -

- Stai bene? -

- Sì, sto benissimo, sono solo stanca -

- Continui a dire la stessa cosa, ma ho qualche dubbio -

- Dai, stasera vengo io da te, così almeno stai buono -

- Evvaiiiii -

Scossi la testa, sbuffando una risata, per poi mettere il telefono in tasca; alzai lo sguardo puntandolo fuori dalla finestra e, ancora una volta, mi ritrovai a pensare alla proposta di trasferimento e alla possibile gravidanza.
Non volevo rimanere incinta, ma d'altra parte non sarebbe stata poi una catastrofe: una piccola me che correva per la casa ridendo avrebbe potuto portarmi un po' di stabilità, di certezze.
Dato che starmene con le mani in mano non mi avrebbe fatto altro che pensare, decisi di dedicarmi alle pulizie di primavera, così avrei fatto un po' di ordine in quel macello e, se avessi avuto tempo, avrei rifatto il guardaroba.

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