Quando arrivai a casa, la trovai vuota; provai varie volte a chiamare James, ma non mi rispose; pensai, quindi, che avesse deciso di farsi un giro e sarebbe tornato nel tardo pomeriggio.
Sistemai parte della spesa in frigorifero, ripensando a qualche ora prima; avevo davvero promesso a un ragazzo di aiutarlo a essere più sicuro di sé e che sarebbe stato in grado di approcciarsi meglio con le ragazze, senza ritrovarsi in situazioni imbarazzanti?
Ma se davvero lui mi somigliava, allora ci sarebbe voluta più di qualche semplice raccomandazione da donna.
Sorrisi al solo pensiero di tutta quella situazione, finendo di mettere a posto; mi ricordai di come fossi sempre la ragazza timida, che non si sarebbe mai azzardata a parlare con qualcuno, eppure quel giorno avevo addirittura proposto ad un ragazzino di poterlo aiutare ad acquisire più fiducia in sé.
Ancora con un mezzo sorriso sulle labbra, mi accomodai sul divano, accendendo la televisione. Il weekend era piacevole, poiché non lavoravo, però spesso mi mancavano delle attività da svolgere, soprattutto se non c'era James.
Per tutta la vita mi ero immersa nello studio, cercando di nascondermi da ciò che c'era fuori dalla mia stanza del college, con il misero risultato che non mi era rimasto più nulla.
Non ero appassionata di pittura, di canto, di ballo, di scultura, di recitazione; l'arte per me apparteneva solo ai personaggi che studiavo, a quei creatori di idee stupende che non sarebbero mai state mie; ma in fondo non mi dispiaceva, immaginare la mia vita in modo diverso era quello che mi riusciva meglio, anche grazie ai libri.
Leggere mi piaceva molto, mi faceva immergere in mondi diversi e meravigliosi, mi faceva sperare di poter cambiare ed essere come quelle protagoniste forti e indipendenti che alla fine davano quella svolta epocale alla propria vita, trovando la felicità.
Mi sarebbe piaciuto tantissimo essere come loro, ma alla fine non feci mai nulla per me stessa, finché il mio percorso scolastico finì e, in un certo senso, fui costretta a rapportarmi col mondo.
Non mi lamentavo della vita che conducevo, alla fine avevo conosciuto un uomo fantastico e avevo un lavoro soddisfacente; solo non avevo hobby.Stavo finendo di vedere un film che avevo trovato per caso, quando il telefono si mise a vibrare sul tavolino di fronte al divano; lo afferrai, leggendo il nome di Luke. Ci eravamo scambiati i numeri per l'inizio del nostro progetto, ma non credevo mi avrebbe scritto così presto.
- Ciao Amanda, volevo solo dirti che se vuoi lunedì sono libero e possiamo vederci per "quella cosa", ma solo se ti va e se puoi. Grazie mille. Ciao. -
Un lieve sorriso mi sfiorò le labbra, anche se amaro. Era freddo e distaccato perfino nei messaggi e sapevo che ci sarebbe voluto un po' a sbloccarlo, ma almeno con il mio aiuto ci avrebbe impiegato molto meno di dieci anni.
- Caro, non so se riesco lunedì, io lavoro, però se ti va possiamo vederci mercoledì pomeriggio, che faccio solo la mattina, ti va? :) -
Aggiunsi una faccina per provare a trasmettergli un po' di fiducia, così da fargli capire che con me poteva anche lasciarsi andare, essere meno rigido.
- Ah giusto, il lavoro. Ti farò sapere. Grazie ancora, Amanda -
Non gli risposi; volevo vederlo di persona, aiutarlo, sbloccarlo, non di certo fino a farlo diventare uno stronzo senza sentimenti, ma era per il suo bene. Dovevo agire con le maniere forti.
Riposi il telefono, ma non prima di aver constatato che fossero le cinque passate e del mio ragazzo non c'era ancora traccia; presi un libro che avevo accantonato da tempo e iniziai a leggerlo, immergendomi nuovamente in un altro mondo e solo quando fui alla pagina 56, sentii la porta aprirsi.
Chiusi in fretta il libro e mi alzai, andando all'ingresso dove scorsi James tutto sudato, vestito sportivo con dei pantaloncini della tuta e una canottiera.
«Dove sei stato?» lo ammonii, incrociando le braccia al petto e accigliandomi.
«Calmati,» sorrise, prendendomi le braccia; «sono andato a farmi una corsetta perché mi annoiavo ad aspettarti.» Mi lasciò un dolce bacio a fior di labbra, ma non mi avrebbe ammorbidita così facilmente: ero preoccupata.
«Sì, ma più di quattro ore? Quando sono tornata erano pressapoco le due.» Rimasi impassibile nella mia posizione, anche quando fece la sua espressione da cucciolo. Tipica di quando voleva farsi perdonare qualcosa o solo per addolcirmi.
«Dai, Amanda, ho trentadue anni, so badare a me stesso.» Sorrise, ma udivo nella sua voce un velo di irritazione.
«Fa niente, mi hai fatto preoccupare, sai quante persone muoiono mentre sono in giro?» Alzai le braccia, basita, corrugando la fronte.
«Sì, ma io sono grande e grosso,» fece il vocione che amavo tanto; «semmai sono gli altri che dovrebbero avere paura di me...» Emise un verso basso e greve e d'istinto mi uscì un piccolo urlo; indietreggiai ridendo, ma mi afferrò per la vita, sollevandomi e poggiandomi sulla sua spalla, mentre io gli tiravo diversi pugni sulla schiena.
«Smettila James, fammi scendere!» urlai tra le risate, ma lui non mi ascoltò, portandomi in camera; sentii il materasso a contatto con il mio corpo e subito dopo lo vidi sopra di me. Chiusi gli occhi quando le sue labbra iniziarono a baciarmi il collo e ansimai, ma nonostante lo volessi mio, lo respinsi, facendolo cadere dal letto.
«Puzzi» constatai ridendo, mentre lui si alzava massaggiandosi il fondoschiena; alle mie parole sembrò illuminarsi.
«Allora facciamoci la doccia... insieme.» Ammiccò, iniziando a spogliarsi; lo osservai levarsi gli indumenti, mordendomi il labbro e in quell'istante decisi che potevo anche accantonare la mia malsana preoccupazione, iniziando a spogliarmi. Lui sembrò apprezzare molto il mio consenso alla sua proposta, tanto che mi prese di peso e, portandomi in bagno, mi poggiò sul lavandino, iniziando a baciarmi con frenesia; mi allargò le gambe, insinuandosi tra esse, per poi spostare le sue labbra sul mio petto. Ansimai, conficcando le unghie nella sua carne e quando arrivò al seno, mi lasciai sfuggire vari gemiti. Sapevo bene che la sua idea di doccia non sarebbe stata per nulla convenzionale.
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Changes.
Fanfiction|Completa| A ventinove anni, Amanda stava riuscendo a costruirsi una vita lontana dal passato solitario della sua adolescenza. Eppure, quel giorno, tutto cambiò. Lì, nello stesso college in cui non era mai riuscita ad adattarsi, si riconobbe nello s...