12.

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Louis sbuffò girandosi nel letto. Non riusciva a dormire. Anche Harry era sveglio. Si mise a guardare il soffitto.
"Nemmeno tu dormi eh?"
No Louis non ci riusciva. Dopo la discussione con il dottore,non era riuscito a chiudere occhio. Erano le 5.00.
"No Har. Non ho sonno."
"Nemmeno io."
Il liscio sospirò.
"Voglio fare tutto con te. Capito? Har io ci tengo a te." Il liscio aveva incominciato a parlare velocemente perché la paura gli artigliava il petto. Sapeva che l'indomani sarebbe dovuto andare via. Non sapeva come dirlo a Harry. Forse avrebbe capito. Forse no. Lui non voleva andarsene.
"Ascolta tanto io non riesco a dormire. Andiamo a vedere l'alba Har."
Il riccio sorrise e si girò verso Louis. Aveva capito. Sorrise anche lui. "Si Sun. Te la descrivo io l'alba."
Così uscirono fuori in cortile. Faceva freddo. Era ottobre inoltrato e tirava un venticello freddo. L'aria era fredda. Il freddo ti pungeva le guance. Harry tremava. Il vento gli sbatteva sul viso facendogli colorare le guance di rosa e i capelli gli svolazzavano sotto il capello di lana. Louis non poté non guardarlo. In realtà l'avrebbe guardato  per il resto della sua vita.
"Hai freddo?"
Harry annuì sfregando le mani sulle braccia,cercando di scaldarsi. Louis si tolse la giacca e l'appoggiò delicatamente sulle spalle del riccio.
"Grazie Boo." disse Harry arrossendo
"Non preoccuparti."
Questa volta stesero sull'erba degli asciugamani e dei lenzuoli perché l'erba era umida. Portarono anche tanti cuscini. Crearono un letto,sotto la luce dell'alba. Si stesero sopra e si coprirono con le coperte.
"Har sta sorgendo."
Louis sorrise e avvolse i fianchi di Harry tirandolo più vicino a lui.
"È bello Lou?" Chiese il ricciolino
Tu di più. "Si Har è bellissimo sai. Il sole sta sorgendo piano piano,sembra che abbia paura." Louis ridacchiò.
"Il cielo si è colorato. Il sole fa un cm alla volta. Arriva piano. Come la paura. Sale piano piano, e tu stai li ad aspettarla. Oppure come l'amore. Arriva piano piano come un bacio,un abbraccio,una carezza. Sembra non arrivare mai,come quando aspetti l'autobus o quando aspetti l'ora per fare il bagno, o quando aspetti la neve con la faccia appoggiata al vetro. Come quando aspetti una chiamata importante. Poi però arriva. Arriva tutto prima o poi. Dobbiamo solo aspettare Sun."
Harry stette in silenzio.
"Louis intanto leggimi qualcosa."
"Va bene."

"L'alba è magica. La mattina è un luogo misterioso.
Apre gli orizzonti,apre i sorrisi,apre i cuori.
Hai una scarica di energia improvvisa. C'è un momento la mattina,in cui puoi fare tutto. Sei un maledetto supereroe in quel momento.
Manderesti un messaggio che hai in testa di mandare,manderesti a farsi fottere tutti quelli che ti hanno voluto male.
Sei un fuoco d'artificio.
E come ogni cosa del genere,non hai controllo.
Sei troppi pensieri in quel momento,sei troppi desideri in quel tempo. Sei troppo amore in quell'istante.
E dannazione. Dura tutto troppo poco."

"Har." Il ragazzo sospirò. "Devo dirti una cosa."
"Boo prima abbracciami. Perché misà che ho paura."
Louis sopirò e l'abbracciò. Harry incominciò a piangere mentre Louis lo stringeva di più. Non fece domande. Sapeva perché stava piangendo. In quel momento voleva vedere nero anche lui.
"Dai Sun." Disse il ragazzo mentre gli accarezzava i capelli. "Ci sono io con te."
Ingoiò la saliva. C'era ora. Ma non ci sarebbe stato a lungo.
"Lou. È sorto il sole?" Chiese lil riccio. Si stava asciugando le lacrime.
Il liscio girò la testa verso il cielo. Schiuse le labbra.
L'alba era sfumata ormai. Il sole adesso splendeva alto nel cielo.
"Si Har. Adesso è alto nel cielo."
"Misà che ha fatto veloce a salire."
"Già."

~

Rientrarono  in ospedale alle 14:00. Si misero un po' a dormire. Harry si addormentò. Louis non ci riusciva. Non facevo altro che pensare.
Pensava a cosa avrebbe fatto una volta fuori dall'ospedale. Ma in realtà non avrebbe fatto niente. Non aveva nessuno. Era solo. Sarebbe ritornato al suo vecchio quartiere,nel suo vecchio appartamento, nel suo vecchio divano. Forse doveva ricominciare la scuola. Aveva solo 18 anni.
Scacciò subito quel pensiero dalla testa. No. Non ci sarebbe andato a scuola. Sarebbe stato a casa a scrivere. Si. Poi tutti i giorni sarebbe andato a trovare Harry. A trovare un po' di se stesso.
E poi avrebbe aspettato. Avrebbe aspettato qualcosa. Tutti aspettano. Lo avrebbe fatto anche lui.

Mentre Harry dormiva lui scriveva. Erano le 17:00.

"Forse non ti vedrò come prima. Forse sarai in un posto dove non ci sarò. Forse mi mancherai sempre di più.
Lo sai. Avrai sempre un pezzo di me. Dentro di te. E ogni giorno mi sentirò un po' più spazio.
Non vuoto. Spazio. Quello che si riempie. Perché il mio,potrai riempirlo solo tu.
Tu,con la tua testa in guerra e le tue mani che tremano.
Tu,con il sorriso sulla faccia. Tu che mi illumini.
Ora mentre dormi, posso cogliere in te la vera essenza.
Non sembri bellissimo. Lo sei e basta. Tu non sembri niente. Sei e basta.
Sei tu. Sei noi. Sei bellissimo.
Mentre io ti conserverò nella mente e negli occhi, spero che tu possa conservarmi nel cuore. Perché è li che voglio stare.
E anche se dovesse venire la tempesta,se tutto dovesse crollare,ti prego.
Nascondimi dentro di te e non farmi più vedere la luce del sole. Perché lo sai. Vedo tutto in bianco e nero senza di te."

Erano le 19:30. Si mise a dormire anche lui.

Piango.
Alla prossima!

-Lu

Noi non cambiamo mai >> L.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora