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"Quindi fatemi capire.
Lei è talmente brava che dovrà andare a Milano per provare a vincere un importante torneo di tennis?"
Chiede,ancora insicura, quell' ingenua di mia zia.
"In poche parole, si, come le abbiamo già detto, vostra nipote è talmente brava che potrà giocare alla pari con altri giocatori di tennis per contendersi il premio del torneo"
Ripete con un tantino di insicurezza quel tipo che avrebbe dovuto farmi da allenatore ma che mi sta aiutando a sfuggire dalle perfide e maligne cattiverie dei miei zii.
Lei annuisce.
"Bene, si parte tra una settimana, ciao Laila"
Lo saluto con un accenno del capo e ci dirigiamo verso casa.

A casa

"Beh, ma se sei brava perché stavi facendo tutti quei noiosi lamenti, quando, in fondo, hai accettato di partecipare al torneo?"
Chiede appena metto piede in casa.
Pensavo finalmente di potermi riposare, ma suppongo sarà impossibile con questa rompiscatole in zona.
Sbuffo e con molta svogliatezza rispondo alla sua insignificante domanda
"Ho accettato perché tanto non avrei avuto scelta.
Voi mi avreste rotto le scatole per il resto della vita, affinché io accettassi quella proposta, onde evitare ho accettato prima, per evitare le vostre stupidissime ramanzine, che nessuno farebbe manco ad una bambina di due anni"
Rispondo e prima che continui il suo "interrogatorio" la lascio li, assorta nei suoi mille pensieri inutili e raggiungo la mia camera.
Per fortuna ho anche riavuto modo di riottenere il mio amatissimo telefono.
Tra una settimana sarei partita.
Avrei lasciato tutto quello schifo per intraprendere una carriera da calciatrice,o almeno, provare a diventarlo.
Chissà come la prenderanno quando scopriranno che li ho presi in giro.
Che ingenui babbani...
La prima cosa che ovviamente controllo è twitter.

Molto deludente vedere che Stephan non ha dato più notizie su quel "concorso" ma ormai la data è vicina ed io quel giorno ci sarò.
Per forza.

Decido di andarmi ad allenare, approfittando del fatto che i miei zii non sono in casa, e menomale!

Dopo un'oretta di allenamento sento la porta aprirsi ed immediatamente butto il pallone in una zona nascosta del giardino e mi siedo sull'unica panchina presente, facendo finta di nulla, appena quella perfida strega irrompe nel giardino interrompendo la quiete.
"Ti sei allenata?"
Chiede con la sua voce stridula.
"A tennis?"
Chiedo indifferente.
"Certo, a cosa altrimenti"
Dice sbuffando
"Non saprei.
Comunque si, mi sono allenata e sono pronta a partire.
Anche le mie valigie son tutte pronte."
Rispondo accennando un sorriso perché so benissimo che non giocherò a tennis.

His Smile; Stephan El Shaarawy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora