MIA MUSA

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Re Carlo I salì al trono nel 1625. Per motivi logistici (in parole povere stringi-stringi) ho dovuto farlo salire al trono nel 1612. Quando riscriverò il libro farò in modo che le date coincidano. Per il momento portate pazienza e non decapitatemi.... :D. Grazie come sempre per avermi seguita fin qui. 

POV RENUAR

Spinsi la piccola porta del convento e sbattei gli occhi per abituarli alla penombra. In fondo alla ripida rampa di scale un piccolo alone di luce mi rivelò la presenza di qualcuno. Scesi lentamente, pregustando il momento in cui i miei occhi si sarebbero posati sul volto immobile di Nadine, registrando per la prima volta i dettagli di quel luogo che mi era stato proibito fino alla partenza di Alec.

"Lord Stuart", salutai, raggiunto l'ultimo scalino, per niente sorpreso di trovarlo lì.

Da quando Alec giaceva sotto la forza del sortilegio, il compito di sorvegliare la donna che amavo era ricaduto su di lui, l'unico in grado di sapere con esattezza se e quando il sortilegio che li legava al futuro si sarebbe spezzato. Ero stato informato del fatto che il disegno marchiato sulla pelle di Nadine sarebbe scomparso, rivelando quindi che il suo ritorno nel 1612 non richiedeva più alcun sacrificio, ma essendo posizionato in una parte del corpo che mi era per legge vietato osservare, conoscendo l'affetto che mi legava a Nadine, Alec aveva dato disposizione a lord Stuart di controllarla a vista, ritenendolo sufficientemente innoquio da concedergli il privilegio di poter vedere da vicino le gambe di sua moglie. 

Il corpo dormiente di Alec, per ragioni di sicurezza, era stato spostato nella cella sottorenea della fattoria dove lord Stuart aveva trovato dimora, sollecitando la potenza economica di Alec per ottenere delle terre e un avvaloramento del proprio titolo in cambio della propria protezione. Avevano ottenuto tutti qualcosa, e a giudicare dalla comprovata originalità del sigillo che richiudeva il testamento a me indirizzato, ben presto avrei potuto io stesso ottenere molto più di quanto avessi mai osato sperare.

Potevo avere tutto. Ogni cosa. Potevo avere terre, ricchezze, un esercito sotto la mia guida che avrebbe supportato la mia causa e di certo mi avrebbe seguito verso la mia marcia verso l'Inghilterra. Sì! Avrei avuto tutto. Feci scattare gli occhi su Nadine. E avrei avuto anche lei.

Tamburellai le dita contro il muro, in attesa, riempiendomi gli occhi di ogni particolare che riuscivo a distinguere sul volto di quella femmina, oscurato dalle ombre che si allungavano lungo le pareti della grande sala. Il letto su cui riposava era stato coperto da un lenzuolo bianco che si perdeva tra le chiare pieghe del lungo abito che ne avvolgeva il corpo. Le mani strette in preghiera contro il petto reggevano tre rose rosse, i cui petali erano avvizziti lungo i bordi e si aprivano a ventaglio, reggendosi a fatica sulla corolla. Le spine erano state accuratamente tolte dallo stelo e al loro posto erano rimaste delle piccole macchie chiare. 

La gente aveva mormorato sul dolore di Alec per la perdita della moglie. Alcuni menestrelli ne avevano persino catturato la sofferenza per trasformarla in sonetti. Ma l'atroce agonia che aveva tenuto in ostaggio me , giaceva tombale nel mio cuore, nascondendosi a tutti. Se ne avessi avuto la possibilità avrei assistito al lutto di Nadine, ma l'amicizia quasi fraterna che mi legava ad Alec si era spezzata dal giorno in cui quella donna caparbia era entrata nelle nostre vite. E anche se non era più tra di noi da settimane intere, il ricordo di lei aveva costretto me ed Alec a mantenere una certa oppurtuna distanza, che indubbiamente aveva messo in dubbio la mia fedeltà nei suoi confronti. Approvavo la sua gelosia, poiché io stesso, accanto a una donna simile, avrei dato fondo ai miei più reconditi istinti possessivi, marchiandole corpo e anima per rivendicarne il possesso assoluto e tenere alla larga gli altri uomini. Ciò che non riuscivo a perdonargli, era il modo in cui aveva calpestato la nostra amicizia, obbligandomi per puro egoismo a vivere accanto a lei per poter così straziare il mio amore. Una bieca vendetta che sarebbe morta con lui, lasciando me libero di appriopiarmi di tutto ciò che ormai non gli apparteneva più. 

SEI MIA PER DIRITTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora