POV ALEC
Spalancai la porta di una stanza con le pareti tinte in azzurro e restai fermo sulla soglia, incerto se proseguire o meno. Poteva trattarsi di una stanza per le torture. Anche se vi erano poche possibilità che nella casa di una donna potessero aver luogo degli interrogatori, si trattava pur sempre della casa di Nadine, una donna la cui mente aveva vissuto prevalentemente in un'epoco futura, in cui gli usi e i costumi erano ben poco tollerabili. Analizzai con calma gli strumenti che sembravano incatenati alle pareti, chiedendomi in quale modo potessero essere utilizzati. Uno era senz'altro un lavabo, simile a quelli che avevo fatto installare nelle mie cucine, anche se molto più piccolo. Era sovrastato da uno specchio e da alcune bottiglie. Azzardai qualche passo, stando bene attento a non toccare nulla, e lessi le targhette: crema al timo - dentifricio mentadent - shampoo alla camomilla - sapone.... Afferrai quella bottiglia e la inclinai prima a destra, poi a sinistra. Infine la capovolsi. Per quale assurda ragione avevano sciolto del sapone?
Riposai la bottiglietta sul ripiano in vetro e tracciai con un dito il contorno del lavabo; non vi erano tracce di sangue, ma solo un paio di capelli scuri rimasti incastrati sotto una strana manopola luccicante. Provai a tirarla ma non successe nulla. La pigiai. Niente. A che diavolo serviva? La colpii con il palmo della mano e la sentii traballare prima che si muovesse di poco verso destra. Quindi provai a girarla e da una piccola fessura uscì un getto d'acqua.
"Merda!", imprecai, scattando indietro.
Ma subito mi ritrovai a ridere di me. Doveva senz'altro trattarsi di un pozzo. La rigirai nel verso opposto e il getto d'acqua diminuì, fino ad arrestarsi del tutto. Affascinante...
Probabilmente veniva utilizzato per affogare i detenuti o i prigionieri. Passai ad un altro strumento sormontato da uno strano coperchio. lo sollevai e sbirciai all'interno, tenendomi pronto a balzare indietro qual'ora ne fosse uscita qualche lama affilata. Invece vi trovai dell'acqua stagnante, limpida e vagamente profumata di fiori. Mi inginocchiai e vi immersi un dito: era fredda. Non aveva l'aria di essere uno strumento pericoloso, sebbene quel piccolo foro sul fondo poteva benissimo essere utilizzato per imprigionare la mano di un uomo. Richiusi il coperchio e decisi di cambiare stanza, ignorando quel minuscolo quadrato circondato da una tenda a fiori.
Attraversai il corridoio puntando l'ultima stanza in cui non ero ancora entrato, sperando di trovare ciò che stavo cercando. Abbassai la maniglia e la porta cigolò, aprendosi in una piccola stanza in penombra. La luce del corridoio filtrò sul pavimento, allungandosi contro una finestra apparentemente sigillata e rivelando a malapena la presenza di una poltrona e una bassa libreria. Tastai sulla parete alla ricerca di quel pulsante magico che aveva il potere di far comparire e scomparire la luce, ma le mie dita si imbatterono solo col ruvido muro. Con un gemito tornai sui miei passi: dove diavolo urinavano in quella casa? Non potevano certo recarsi in giardino, dal momento che non vi era alcun riparo dagli occhi indiscreti dei vicini?!
A quel punto ricordai di aver visto una sorta di vaso da notte nella stanza del divano e feci dietrofront nel corridoio, superando una specie di mobile rettangolare e scuro sul quale si rifletteva la mia immagine. Era troppo scuro per poter fungere da specchio e mentalmente mi appuntai di domandarne l'utilizzo a Nadine. Il vaso era piccolo ma dai bordi alti, fin troppo variopinto per sembrare un vero vaso da notte e vi era della terra all'interno. Abbassai i pantaloni e vi urinai all'interno, facendo attenzione a non sporcare in giro. La cameriera di Nadine, in seguito, si sarebbe occupata di svuotarlo dalla terra.
Un rumore contro la porta mi mise sull'attenti, avvertendomi della presenza di qualcuno. Mi rivestii in fretta e afferrai la spada da sopra il divano, nascondendomi contro la parete, con le spalle ben aderenti al muro. Con la coda dell'occhio vidi la maniglia abbassarsi lentamente e istintivamente impugnai l'elsa con più forza, tenendomi pronto a far calare la lama contro chiunque stesse cercando di introdursi all'interno.
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SEI MIA PER DIRITTO
Paranormal2° libro della trilogia "SE TI PRENDO SARAI MIA". Da quando l'anima di Nadine è tornata nel futuro, la vita di Alec è rimasta immobilizzata nel dolore, divisa tra i rimpianti e il suo ruolo di Signore degli O'Braam. Questa routine straziante verrà s...