POV NADINE
"Mi domando se tu usi il cellulare come ferma-porta", mi aggredì Mary, senza badare alle occhiatacce che la gente le rivolgeva.
Dietro di lei scorsi immediatamente Alec e il mio cuore, traditore, perse un battito. Il volto era come al solito incorniciato da una massa disordinata di capelli biondi che, in un modo o nell'altro, servivano ad aumentare ilsuo fascino trasandato. Le labbra ferme e sensuali erano leggermente dischiuse. La minuscola cicatrice rabbiosa che gli percorreva la tempia risaltava bianca contro la pelle abbronzata. Avvertii un brivido di deliziosa anticipazione lungo la spina dorsale e dovetti sbattere le palpebre un paio di volte per ritrovare la concentrazione. Che diavolo mi prendeva? Possibile che mi bastasse non vederlo per qualche minuto per ritrovarmi col fiato corto? Che fine aveva fatto il mio proposito di non lasciarmi coinvolgere emotivamente da lui?
Se quel sortilegio non avesse preveduto la sua morte come merce di scambio, sarebbe stato certamente fin troppo semplice cedere alla tentazione di cadergli ai piedi, ma non potevo concedere al mio cuore di vincere l'ardua battaglia che stava portando avanti contro la mia razionalità. Dovevo restare ferma nella mia freddezza, stabile nel mio ruolo di donna tutta d'un pezzo, senza mai uscire dalla parte. Non sapevo a cosa avrebbe portato questo mio atteggiamento schivo, ma di certo gli avrebbe salvato la vita.
Controllai il cellulare e sul display vidi lampeggiare due chiamate perse e la bustina delle e-mail.
"L'avevo silenziato", mi scusai, indicando il cartello affisso alla perete che invitava gli ospiti a non disturbare la lettura con schiamazzi e suoni di alcun tipo.
"Bhe... tieni", disse, spingendo Alec verso di me.
Lui la guardò in cagnesco ma poi i suoi occhi vennero proiettati verso di me. La luce nel suo sguardo aveva il potere di illuminarmi dentro, allo stesso modo in cui i raggi del sole riescono a intrufolarsi anche nel più piccolo angolo d'ombra. Non si vedono, non ti bruciano gli occhi, ma sono lì. Sempre.
"Te l'ho riportato". Mary gli battè due colpetti sulla spalla. "Ora tocca a te il turno di guardia. Ho evitato un paio di stragi mentre venivamo qua, ma ora Alec è sotto la tua responsabilità. Ho un appuntamento di lavoro e preferirei non far incazzare il mio cliente arrivando in ritardo".
"Ti serve un passaggio?", proposi.
Per un attimo Mary sembrò spiazzata. Guardò Alec. Poi l'orologio. Infine me. "Lascia stare, non sono certa di essere emotivamente capace di sopportare un altro viaggio in auto con tuo marito".
Marito! Il mio cuore rimbalzò nel petto, preso a calci dall'emozione. Non mi sarei mai abituata. Alec mi si avvicinò, a passo di marcia, puntando il mio cellulare. Lo afferrò e se lo portò all'orecchio dopo aver esaminato il display spento. Io e Mary restammo in silenzio a fissarlo, incerte.
"Nadine?", mormorò contro il telefono.
"Sì?", risposi.
"Nadine", ripetè, dopo aver allontanato il cellulare dall'orecchio.
"Dimmi".
Lo capovolse un paio di volte, quindi lo gettò sopra il tavolo con un movimento brusco.
"Il vostro smartphone non funziona", sentenziò, assolutamente certo.
"E'... spento", mormorai, senza capire.
Ma lui mi ignorò. "Ho capito che serve a chiamare una persona, ma voi mi avete risposto sia mentre lo tenevo accanto alla bocca sia quando l'ho allontanato da me".
Aprii la bocca per rispondere ma mi bloccai quando notai che Mary mi stava facendo segno di "no" scrollando la testa. A quel punto ero curiosa di capire cosa avessero fatto loro due mentre stavo tornando in biblioteca, ma evitai di fare domande. Non ero certa di voler iniziare un qualunque tipo di discussione che potesse riportare alla mente di Alec il bacio che ci eravamo scambiati fuori da questo edificio. Il suo sapore era ancora appiccicato alle mie labbra, come un marchio che non voleva andarsene via. E pian piano stava strisciando dentro di me, alterando ogni mia capacità di giudiczio. Era ancora peggio che avere le sue labbra appiccicate alle mie. Perchè mi sembrava che mi stesse baciando anche stando ad un metro di distanza.
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SEI MIA PER DIRITTO
Paranormal2° libro della trilogia "SE TI PRENDO SARAI MIA". Da quando l'anima di Nadine è tornata nel futuro, la vita di Alec è rimasta immobilizzata nel dolore, divisa tra i rimpianti e il suo ruolo di Signore degli O'Braam. Questa routine straziante verrà s...