Capitolo VI

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Abigail imprecò.
Erano a Il Cairo da circa un'ora e ancora non riuscivano a trovare l'Istituto degli Shadowhunters del luogo: sembrava che lì non ci fossero Cacciatori di Demoni, visto che tutti indossavano lunghe vesti bianche che coprivano tutto tranne la faccia.
Per fortuna, Abigail li aveva trasportati vicino alla capitale, e quel tratto di deserto dove si trovavano fu facile da attraversare: ci avevano messo sì e no due ore, un tempo decisamente più piacevole del tempo passato lì in città a predersi per le strade.
Jonathan la seguiva in silenzio, limitandosi ad annuire o a indicarle qualche tizio sospetto. Era un ottimo compagno di viaggio, secondo Abigail, anche se lo aveva visto più di una volta a guardarle le gambe o le braccia scoperte.
E un po' si sentiva a disagio.
Aveva solo dei pantaloncini cortissimi e una maglietta bianca quasi trasparente stracciata per colpa dei demoni asghrad.
Ma era anche Jonathan che la metteva a disagio: era così calmo, paziente, disponibile, anche un po' dolce...
Possibile che lui fosse lo stesso ragazzo che aveva scatenato la Guerra Mortale?
Abigail scosse la testa, fermandosi ad un incrocio e mettendosi una mano a visiera sul volto: il sole era ancora cocente e si sentiva stremata.
Jonathan poggiò una spalla al muro di una casa e osservò le strade piene di gente e turisti che andavano e venivano. Abigail soffermò lo sguardo sui suoi capelli biondi: se fossero andati all'Istituto e lui avesse avuto quei capelli così biondi che lo potevano identificare come Sebastian, sarebbe stato un problema.
Li guardava pure perché erano davvero belli: la luce che li toccava giocava con le ombre chiaro-scure di quei filamenti di pallido oro.
Abby prese un'iniziativa in pochi secondi.
Con l'agilità silenziosa di sempre si abbassò a terra e raccolse una manciata di terra e sabbia brunastra.
-Hey, Jonathan!- lo chiamò e, appena lui si voltò verso di lei, gli spalmò la terra sui capelli.
Come un colorante, la terra colorò i suoi capelli biondi e li fece diventare color cioccolata: gli stavano abbastanza male.
Jonathan rimase un attimo sconcertato, poi sorrise e chiese:
-Dici che all'Istituto mi riconoscerebbero?
-Già.- annuì lei.-Non sappiamo se qualcuno di loro sia tornato a Idris a combattere contro di...Sebastian.
Abigail cercò di essere più gentile possibile su quell'argomento: Jonathan sembrava dispiaciuto e in rabbia con se stesso quando ne sentiva parlare.
Il ragazzo si limitò ad annuire, girando lo sguardo verso le file di persone che attraversavano la strada.
I suoi occhi verdi brillavano di una luce intensa: ostinazione, forse?
Era così silenzioso da quando, nel deserto, aveva urlato il cognome di Abigail e lei il suo: Abby un po' sentiva la mancanza di quel ragazzo chiacchierone che vuole sapere un po' tutto.
Attraversarono la strada, e Abigail sbatté più volte per sbaglio contro le persone: stava ripensando troppo al suo sogno, anzi, alla sua chiacchierata con Lilith.
A lui ancora non aveva detto niente: meglio non mettergli di già dei problemi sulle spalle, no?
Comunque stavano le cose, Abby doveva avvertire tutti gli Istituti possibili e, infine, Idris del ritorno di Lilith.
Gli altri dovevano sapere.
Girò una svolta a sinistra e, con passo misurato, continuò ad avanzare, con il ragazzo che la seguiva dietro.
Quel silenzio la stava facendo impazzire.
Doveva dire qualcosa: ora la odiava? Non si fidava di lei? Non le credeva?
Si disse che non poteva essere vero, che casomai lei l'avrebbe dovuto odiare o temere per via delle cose che aveva fatto, ma niente: non riusciva a sopportare quel silenzio carico di ansie e di domane senza risposte.
Quando perse la pazienza, si voltò verso Jonathan e urlò, scocciata:
-Parla! Hai appena scoperto che sono una Herondale! Dimmi, non vuoi sapere come sono nata o perché nessuno sapeva della mia esistenza? Per l'Angelo, di qualunque cosa!
Lo Shadowhunter alzò un angolo delle labbra e alzò le spalle.
I suoi occhi verdi luccicarono di una strana luce divertita, come se stesse aspettando da tempo che lei gli parlasse.
-A volte le persone non vogliono ricordare il passato.- disse con voce pacata, passandosi una mano fra i suoi temporanei capelli marroni.- Se vuoi raccontarmi il tuo, fa' pure: se non vuoi, io non ti sforzerò.
Quelle parole zittirono la Shadowhunter.
-Sei snervante.- disse Abigail dopo un po' di riflessione.
-Hey, sei tu quella che vuole parlare, mica io.- sorrise lui, spostando lo sguardo dietro di lei.
Il suo volto si corrugò e disse, indicando qualcosa dietro di Abigail:
-Per caso è quello l'Istituto?
Abigail si girò e guardò l'enorme edificio di pietra bianca a tre navate e con il tetto a spioventi che gli si parava contro: le persone lì vicino erano poche.
Sembrava il posto perfetto per un Istituto.
-Sì.- disse, incantata da quella costruzione.-Questa è l'Eparchia de Il Cairo dei Caldei.

Shadowhunters: Città Dei DimenticatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora