Jace Herondale quella sera sedeva beatamente sul suo divano preferito nella sala dell'Istituto di New York, intendo ad osservare come la pioggia fuori dalla finestra trasformava tutto in una grigia foschia senza forma.
-Di sicuro, la pioggia non la amo.- disse ad alta voce, un po' per sé e un po' per rompere il silenzio che era calato tra i suoi amici.
Clary aveva la testa poggiata sulle sue gambe, sdraiata sul divano con disinvoltura e noia, intenta a giocherellare con il lembo della maglietta nera che indossava - che tecnicamente era di Jace.
Alec e Izzy invece erano seduti scomposti su due poltrone differenti, intenti a fare cose diverse ma assolutamente uguali: ovvero, una noia assoluta.
Solo due giorni prima all'Istituto erano arrivati dieci rappresentanti importanti del Conclave per riferire una nuova notizia a Maryse e Robert Lightwood, i genitori di Isabelle e Alec, però talmente segreta che nemmeno Clary era riuscita a sapere di cosa si trattasse.
E così, sedevano annoiati in salotto, intenti a non fare un bel niente.
Però, stranamente, Jace sentiva di avere un peso al petto: come una roccia rimasta a mezza strada nell'esofago, che rotolava sui suoi organi.
Sentiva che era qualcosa di importante, di molto importante...ma non sapeva cosa.
-Grazie, Mister Ovvio.- sbuffò Izzy, alzando gli occhi al cielo: i setosi capelli neri le scendevano lungo le spalle raccolti in una treccia che suo fratello stava cercando di rovinare.-E smettila, Alec! Sai quanto tempo ci vuole per fare un capolavoro del genere?
-Mmh, no.- rispose secco il parabatai di Jace, sbadigliando.
-Penso che non gli serva a niente saperlo, visto che né lui né Magnus hanno i capelli lunghi.- aggiunse Jace, sorridendo sarcastico quando il suo migliore amico arrossì e gli lanciò un'occhiataccia.
-Tu però puoi imparare, Jace, così puoi farla a me.- rise Clary, guardandolo in alto con i suoi bellissimi occhi verdi: a Jace venne voglia di baciarla, come sempre.
Ma, se un bacio tirava l'altro, allora si sarebbero ritrovati a fare cose che era meglio fare da soli, in un posto appartato.
Anche se... pensò lui con occhi maliziosi, rigirandosi una ciocca dei capelli rossi di Clary tra le dita.
-Sai che io amo i tuoi capelli così come sono.- le disse chinando il volto per strofinare tra loro i nasi: Jace poté vedere perfettamente le sue lentiggini sparse tra il naso e le guance, e le labbra rosee.
Da quando era finita la Guerra Oscura, erano riusciti a passare più tempo insieme a fare cose normali, anche se a volte una escursione per uccidere un demone ci stava sempre.
-Se non la smettete tipo ora, giuro che vomito.- sbuffò Isabelle, scuotendo la testa: gli occhi neri gli brillarono quando la luce della lampada le illuminò il volto.
La legna crepitava nel camino.
-So che senti la mancanza del tuo nerd, ma...- Jace non fece in tempo a finire la frase che la sorella adottiva gli lanciò un cuscino in faccia: stranamente non lo aveva schivato.
Non era da lui un simile gesto.
Era turbato, anche se non voleva darlo a vedere agli altri: stava per succedere qualcosa di importante.
O almeno così credeva.
Spero niente, però. si augurò.
Solo due mesi prima Sebastian era morto, il corpo bruciato e le ceneri gettate nel lago Lyn: il Conclave non voleva che per qualche oscura magia sconosciuta ritornasse in vita.
Ma nell'aria c'era ancora traccia del suo passaggio, una traccia che non sarebbe mai stata cancellata: morte, forse; tristezza, di sicuro; rabbia, be', quella sempre.
-Non so voi, ma io sono curioso.- fece Alec per rompere il silenzio, ma aveva gli occhi incollati al cellulare: attendeva un messaggio da Magnus, ormai lo sapevano tutti, anche se lui continuava a credere il contrario - ehm illuso. aveva pensato Jace, ridendo sotto i baffi.
-Perché, non ti diverti a non fare un bel nulla con i tuoi amici?- gli domandò Jace, scrollandosi dalla testa i suoi pensieri; il peggio era passato: Sebastian era morto, gli Ottenebrati sconfitti, le Fate confinate e i Demoni banditi.
Cosa poteva andare storto?
Ma si diceva in giro, o almeno Jace l'aveva sentito dire da un gruppo di Licantropi in una discoteca, prima di uccidere un demone come faceva quasi tutte le sere, che i mondani stavano sparendo e morendo in modi assai strani: a Sud di congelamento, a Nord dal troppo caldo e per le bruciature.
Il mondo stava cambiando drasticamente.
E, come Jace ben sapeva, i guai per gli Shadowhunters non erano ancora finiti.
Forse non sarebbero finiti mai.
-Insomma, io mi sto divertendo a contare i secondi che tu impieghi per aspettare un messaggio del tuo ragazzo.- aggiunse infine, mentre Clary si sbatteva una mano in fronte esasperata.
-Hai capito cosa intendo, Jace.- disse severamente Alec, passandosi una mano fra i capelli corvini; con gli occhi intanto fissava il cellulare posato sul bracciolo della poltrona, come aveva appena detto Jace.-Mamma, papà e gli altri sono in riunione da troppo tempo, e non hanno fatto entrare nemmeno Clary che, per "un colpo di fortuna", ha salvato tutti.
-Grazie, eh.- sospirò la diretta interessata, guardando divertita Alec.
Lui, sebbene avesse dimenticato i vecchi rancori - che poi erano abbastanza idioti, pensava Jace -, continuava lo stesso a comportarsi da idiota, come lo chiamava Jace.
Oh, quanto piaceva a Jace dargli fastidio!
-Forse stanno discutendo su cosa cucinare la sera: Maryse di solito ci mette un'eternità.- ironizzò, stringendosi nelle spalle con noncuranza.
-Sii serio, per una buona volta!- lo richiamò disperato il suo parabatai.
-Però ha ragione, Alec.- si intromise Izzy, sorridendo leggermente quando il fratello assunse una faccia arrabbiata.-Anche se poi alla fine la mamma ordina sempre o pizza o cibo cinese.
Clary ridacchiò.
Perché era vero: era sempre meglio non far cucinare nessun Lightwood se non volevi finire strozzato da qualcosa di schifosamente alieno. O peggio.
-Possiamo parlare di cose importanti, ora?- concluse Alec, mettendosi le mani fra i capelli: facendo così scoprì un succhiotto sulla gola.
Magnus ci dà dentro, eh. pensò Jace, nascondendo a malapena un sorriso.
Anche Clary e Izzy l'avevano notato, costatò, visto che voltarono lo sguardo da un'altra parte ridacchiando.
Alec arrossì violentemente.
-Da quando discrimini il cibo cinese? Mi colpisci al cuore, fratello.- finì col dire l'Herondale, per cambiare discorso, facendo il finto offeso.
Alec si alzò.
-Va bene, ora basta, lasciamo finire Alec.- terminò definitamente Clary, ammonendo Jace con lo sguardo di non fare più battute: i suoi occhi verdi si puntarono su quelli dorati di Jace in un misto di colori calmanti e pacifici.
A lui sembrò che la pioggia fosse scomparsa, lasciando posto ad un bellissimo arcobaleno colorato.
-Grazie,- il moro si risedette sulla poltrona con espressione compiaciuta; si portò una mano sul succhiotto per nasconderlo.-allora, stavo dicendo...
Il rumore del portone dell'ingresso che si apriva lo interruppe.
Un veloce e pesante strappo.
Restarono tutti immobili.
-Aiuto! Vi prego, aiutatemi!- urlò una voce al piano di sotto, disperata: sembrava allo stremo delle forze.
Clary saltò sù come una molla.
Quella voce...
Quella voce era maledettamente conosciuta a tutti loro.
Isabelle strinse la frusta che portava sempre al fianco finché le nocche non le divennero bianche, come se fosse stata pronta a mozzare di nuovo la mano di quel traditore.
Perché tutti sapevano chi era.
Perché era lui, doveva essere lui.
Sebastian Morgenstern.
Contemporaneamente, come un sol uomo, Jace e Clary e Alec e Izzy si precipitarono fuori dalla stanza, correndo all'ascensore - nessuno aveva voglia di fare le scale, ovvio.
Subito la scatola di metallo iniziò a scendere, ripieno di Shadowhunters; partì una di quelle canzoni snervanti che Jace odiava a morte, e tutti come ad evidenziarlo rimasero zitti e muti.
Jace non era il tipo da canzoni rompiballe.
Anzi, non era il tipo proprio da canzoni in generale: il miglior suono che poteva udire era quello di una lama che sbudellava il corpo viscido di un demone.
Già, molto poetico.
Molte volte aveva pensato di scrivere una canzone del genere per Clary.
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Shadowhunters: Città Dei Dimenticati
FanfictionFinita la Guerra Oscura, Jonathan Christopher Morgenstern - conosciuto come Sebastian -, dopo aver passato diciassette anni sotto il controllo del sangue di demone, quando crede finalmente di poter morire e dare sollievo a tutti con la sua morte, si...