Quel venerdì.

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Si accesero le luci nel corridoio di casa mia.

"Sono le 4 del mattino e stai ritornando ora dalla discoteca, non so se ti rendi conto" sentii urlare mia madre contro mio fratello.

"Non rompere"

Urlarono talmente forte che saltai letteralmente dal letto.

Mio fratello era ritornato di nuovo tardi, come ogni volta che usciva.
Mia madre se ne dovrebbe fare una ragione, aveva ormai 19 anni ed era libero e indipendente.

Mia madre è abbastanza possessiva.

Lo era con me molto di più che con mio fratello, forse perché ero l'unica figlia femmina dopo 2 maschi.

Come avrebbe reagito al mio scappare di casa alle 4:30 del mattino per andare alla stazione, per un ragazzo.
E soprattutto ne valeva la pena?
E se non fosse lui?
Ci sarei rimasta di merda, e rinchiusa a casa a vita.

Dovevo rischiare.

Quando furono spente le luci.
Controllai il corridoio per vedere se ci fosse quacuno.

Via libera.

Mi preparai in fretta.

Cercai di non fare rumore una volta fuori la mia stanza, percorsi il corridoio più veloce e in silenzio possibile.
Scesi le scale e chiusi la porta dietro di me.

Ormai il peggio era passato.

Trovai Iolanda fuori casa mia con la macchina.
Aveva insistito tanto per accompagnarmi alla red line.
Mi faceva comodo anche perché io ancora non avevo la patente.

Salii in macchina.

"Buon giorno bionda" le dissi.

"Buon giorno anche a te bambola"

Avevamo un modo tutto nostro di essere normali.

"Cos'hai intenzione di fare?" mi chiese.

"Se non trovo nessuno ti chiamo"

Annuì.

Accesi la radio.
Nothing else matters dei metallica.
Alzai subito il volume e cominciammo a cantare a squarciagola.
Ce ne fregammo che fossero solo le 5 del mattino.

"Allora ci vediamo dopo" le dissi quando arrivammo li.

"Si, fai colpo mi raccomando".

Accese il motore e se ne andò.

Entrai nella stazione.
Mi incamminai, attraversai quasi tutta la stazione da cima a fondo.
Non trovai nessuno.

Mi appoggiai su una panchina.
Guardai l'oraio "5:30".

"Forse era uno scherzo" pensai a voce alta.

Quando notai un ragazzo alto, con una felpa nera e il cappuccio in testa.
Era appoggiato su una specie di palo di un cartello pubblicitario.
Era irrequieto, cercava qualcuno.
Al che mi alzai, presi coraggio e mi avviai verso di lui.
Mi notò quando ormai ero quasi vicino a lui.

"Finalmente sei arrivata"

Non dissi nulla.

"Sapevo che saresti venuta"

"Perchè ne eri così sicuro?" gli chiesi.

"Io lo avrei fatto per te"







Innamorata Persa Di Te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora