Capitolo 13

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Strattonai John fino a portarlo in luogo un pò più ilenzioso.
<Che cazzo vuol dire matrimonio?!?>
<Vuol dire quello che hai sentito. Io ho 25 anni e mia madre pensa che sia ora di sistemarsi e quindi è così. >
<È la dici con questa calma? Ti rendi conto che è una pazzia! Io non ti voglio come finto fidanzato pensa come marito!> urlai sempre di più,ero davvero infuriata.
<Anna ti vuoi calmare! Va tutto bene. Anche da sposati potrai fare quello che vuoi,rilassati.> Ma perchè John era così calmo?
<No invece non mi rilasso per niente!  Adesso tu ed io...anzi solo io,andrò a parlare con tua madre!> me ne andai a cercare sua madre.
<Signora Smith noi due dobbiamo parlare. Adesso.>
<Dimmi Annuccia,sono tutta orecchi.> Aveva un sorriso compiaciuto,probabilmente sapeva quello di cui dovevamo parlare.
<Non ho alcuna intenzione di sposarmi e figuriamoci con suo figlio!>
<Ah come sei ingenua.  Vai a casa ti servirà per riflettere su quello che ti succederà fra un anno.> se ne andò.  Semplicemente andò via convinta che io sposassi suo figlio.

Venti minuti dopo arrivai a casa di Ryan,non avevo la minima idea di come gli avrei detto tutto.
<Ciao.> Ryan mi fece entrare
<Ciao.> A quel punto cedetti alla tensione e mi lasciai completamente andare tra le braccia di Ryan.
<Ehi,che succede?>
<Io...alla festa...John...fra un anno dovró sposarlo.>
<E? Ma....>
<Lo sai che io non lo voglio,hanno deciso tutto la madre e John. Ma loro sanno il mio segreto..e...>
<Perchè non ti lasci aiutare? Insomma Anna questa storia è diventata troppo anche per me,confidati con me,lascia che ti aiuti.>
<Io...ho paura.> Ero seriamente terrorizzata. La paura di perderlo era grandissima.
<Anna,qualunque cosa sia,io starò qui con te.>
<Okay. Sediamoci. >

<Quando avevo 15 anni ero a Tulsa con tutta la mia famiglia. A quei tempi abitavo li,insieme alle mie zie e ai miei cugini. Ero legata molto ad uno,Chris. Aveva 16 anni e per me era come un migliore amico,un fratello anche di più. Dopo un pò lui mi confessò  di essersi innamorato di me e sotto sotto sapevo di esserlo anche io. Ma capisci questa cosa era sbagliata, eravamo cugini di primo grado e quindi io gli dissi che non provavo nulla per lui. Un mese dopo la sua dichiarazione non ci parlavamo quasi per niente un giorno peró ci ritrovammo da soli e...ci baciammo. Lui però volevo andare oltre...>
<Anna?> mi ero bloccata.
<Si scusa...ecco allora...io me ne andai ma quando ci rincotrammo il giorno dopo mi chiese scusa e  io lo perdonai giurando che non lo avrei detto a nessuno. È stato il più grande sbaglio della mia vita.  Il giorno dopo l'accaduto,io ero nella mia stanza e ad un certo punto Chris entrò nella mia stanza. Si avvicinò lentamente a me,mi sfiorò un braccio e poi mi baciò con violenza. Io non lo volevo,cercai di allontanarlo,ma lui era più forte di me. Mi tappò la bocca con una mano e mi trascinò nel garage. Putroppo quel giorno erano tutti usciti e c'eravamo solo io e lui. >
<Che ti ha fatto Anna?>
<Cominciò a darmi degli schiaffi,mi graffiò e nello stesso momento cominciò anche a spogliarmi. Quando alla fine mi ritrovai solo in intimo e dolorante,lui si allontanò un attimo per chiudere bene la porta del garage e fu li che io ne approfittai... Mi alzai presi uno degli attrezzi da lavoro che si trovavano lì,volevo solo minnacciarlo...ma ero spaventata,avevo freddo,avevo dolore e lui si avvicina minaccioso...>
<Lo hai colpito..?>
<Si.  Lo colpì sulla testa,lui cadde subito per terra..e...>Cominciai a piangere <Poi arrivarono i miei zii,io ero rimasta li seduta sconvolta e Chris era ancora per terra sanguinante...>
<Adesso lui dov'è?>
<È morto. Ryan io ho ammazzato mio cugino!> Ormai piangevo come una fontana.
<E...com'è finita?> Intanto Ryan mi abbracciò.
<Dopo che hanno portato Chris in ospedale ed è arrivata la notizia della sua morte,naturalmente chiamarono la polizia ma capirono quasi subito che era stata per legittima difesa,insomma mi avevano ritrovato quasi nuda e con svariati segni sulla pelle di aggressione.  E così poi tornai a casa ma io mi sento ancora attualmente in colpa...forse avrei potuto...io non lo so...>
<Tu non potevi fare nulla,è stato l'unico modo, volevi solo ferirlo ma è andata così,non fartene una colpa. Vieni qui.> Mi abbracciò di nuovo e mi calmai fra le sue braccia. 

Il musicista che mi salvòDove le storie prendono vita. Scoprilo ora