Capitolo 6

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Passò un settimana da quello splendido bacio,continuammo ad uscire insieme, come se non fosse accaduto nulla. Ma sapevo che non potevo continuare così, ormai ci eravamo dichiarati ed era difficile ogni volta guardarci negli occhi senza cadere in tentazione. Era il momento di parlare con entrambi. Ryan ormai già lo sapeva,ma John era all'oscuro di tutto,ma prima dovevo parlare con sua madre. Non ho scordato le parole che mi ha detto e quindi voglio un chiarimento.
<Signora Smith,posso parlarle?> Dico mentre entro in casa.
<Anna,entra pure.>
<Scusi il disturbo ma devo parlarle di una cosa molto importante. Si ricorda delle parole 'tu non puoi più lasciare mio figlio'?>
<Certo le ricordo benissimo. >
<Ecco,credo che invece accadrà...signora sono successe delle cose,e...credo che quando suo figlio lo saprà non sarà contento e quindi..>
<Oh cara Anna,come sei innocente. Peccato pensavo che le cose sarebbero andate meglio.>
<Già anche io,ma non posso stare con una persona che non amo. Mi spiace molto,voglio bene a suo figlio ma non può funzionare. >
<Certo,bè Anna tanto non puoi.>
<Mi scusi potrebbe essere più chiara?>
<Vai da John,vedrai che lui ti spiegherà tutto.>
Quando esco da quella casa,sono confusa e allo stesso tempo impaurita. So che questa storia non finirà bene. Me lo sento.

Più mi avvicino alla stanza di John,più sono nervosa.
<John? Posso entrare? Sono Anna.>
Ma non risponde. Entro lo stesso e lo vedo seduto per terra,al buio.
<John,stai bene? Che ti è successo??>
<Tu...mia madre. ..mi ha raccontato tutto.>
Brutta strega,perchè non sta un pò zitta.
<John. ..mi spiace,volevo parlartene io...>
<Sta zitta. È Ryan vero? >
<Sì..devi sapere che io e lui ci conosciamo da tanto tempo e....>
In quel momento John si alza..e il resto non credevo di poterlo mai potuto vedere. Mi spinge contro il muro,tenendomi il viso con forza,come per minacciarmi.
<Troia che non sei altro,ti ho accolto io qui! Ed è così che mi ripaghi! Tradendomi!> Lo dice urlando.
Mi spinge contro un altra parete e li mi faccio male ad una spalla. Mi prende e mi imprigiona sul letto dove mi da uno schiaffo. Non avrei potuto credere di vedere John violento. Quando lui si alza dal letto mi accorgo che sto piangendo. Fa il giro della stanza,tira un pugno sul muro,poi mi fissa. La mia paura si materializza.
Viene verso il letto e mi aggredisce,cerca di tenermi ferma e intanto mi spoglia. Cerco in tutti i modi di liberarmi,ma non ci riesco, lui è piú forte.
Ad un tratto vedo una lampada sul comodino,devo riuscire a prenderla. Cerco di allungare la mano il piú possibile. E dopo che l'avrà presa cosa faró?
Quando riesco a prenderla,so cosa devo fare. Rompo la lampada sulla sua testa e lui si alza barcollando,poi cade per terra. Prendo la maglietta che mi aveva tolto,la infilo e scappo via. Non so per dove,ma assolutamente via da qua.

Il musicista che mi salvòDove le storie prendono vita. Scoprilo ora