43- Security

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«Sei sicura? E soprattutto... Harry concorda?» chiese Alan serio

«Sinceramente non gli ho dato scelta...» ammisi guardandolo negli occhi

«Ti darò io la parola..» disse guidandomi verso il suo studio

Entrai e trovai un divano su cui c'era già seduto Jonathan, appena mi vide rimase confuso...

«Ciao... Credevo avessimo la seduta oggi...» disse Jonathan deglutendo

«Certo ce l'abbiamo, ma lei si é unita a noi... Per te può andare?» chiese Alan gentilmente

Annuì ed io mi sedetti accanto a lui, gli sorrisi e lui ricambiò..

«Bene, parlatevi...» disse Alan guardandoci

Jonathan aggrottò le sopracciglia ed io mi toccai le unghie...

«Mi odi?» chiesi guardandolo

Lui scosse la testa guardandomi negli occhi

«Perché dovrei?» chiese curioso

«Io non volevo che stessi male a causa mia, io volevo solo aiutarti e farti capire che non sei un mostro...» risposi seria

«Veder mio padre finire in carcere mi ha tolto un gran peso dalle spalle... Io adoravo mia madre ed è giusto abbia pagato» rispose prendendomi le mani

I miei occhi si fecero lucidi...

«Mi dispiace sia finita male tra noi due...» disse deglutendo

«Non smetterai mai di sperare che io ed Harry ci lasciamo, vero?» chiesi facendogli un piccolo sorriso

«No... Questo mai, ma tu hai fatto davvero tanto per me e non basterà una vita per esserti grato...» rispose sincero

Tuttavia quella sensazione spiacevole non sparì dal mio stomaco..

«Ti voglio davvero un mondo di bene..» dissi abbracciandolo

Lo tenni stretto a me e chiusi gli occhi desiderando che lui stesse bene e che non facesse qualche sciocchezza...

«Andrà tutto bene..» sussurrai dolcemente

Cercavo più che altro di convincere me e non lui...

«Jonathan posso chiederti di lasciarci soli, ci vediamo la prossima seduta...» disse Alan sorridendogli

Lasciai andare Jonathan e lo vidi sparire dietro la porta, guardai Alan confusa..

«Perché l'hai mandato via?» chiesi confusa

«Non sei l'unica ad aver parlato con me, questa non è una seduta di Jonathan... Ma tua.» rispose sincero

«P-perché? I-io non capisco» balbettai disorientata

«Harry mi ha chiesto di parlarti...» disse raddrizzandosi sulla poltroncina

«Di cosa?» chiesi aggrottando le sopracciglia

«Di quello che ti prende, sei a malapena riconoscibile...» rispose sincero

«Io sto bene...» dissi seria

«Non dire queste stronzate, per lo meno non a me... Che sono psicologico e che ho studiato la mimica facciale, anche perché se no la tua mente ed i tuoi muscoli sono in profondo conflitto.» rispose guardandomi negli occhi

«Non capiresti... Nessuno capisce, nemmeno Harry» dissi chinando la testa

«Prova a spiegarti, farò del mio meglio per capirti... Te lo prometto» rispose sincero

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