Giusto il tempo di finire di mettere le cose in tavola che suona il campanello. "Vado io!" Urlo in modo che i miei mi sentano. Mi avvio verso la porta e la apro con un sorriso sul volto, faccio accomodare la famiglia Mendes. Chiamo i miei genitori e cominciano le presentazioni, Karen prende parola "Allora Amanda questo è mio marito Manuel, e questi sono i miei due figli: Shawn e Aaliyah" mia mamma rivolge un sorriso ad ognuno di loro e gli stringe la mano. Poi ci presenta "Buongiorno cari, questo è mio marito Robert e questa è mia figlia Skylynn, il mio figlio maggiore è rimasto a Miami" anche lei ci sorride e io faccio lo stesso con tutti i membri dell'altra famiglia. Il figlio maggiore, Shawn mi squadra da capo a piedi e io abbasso la testa imbarazzata, so già cosa starà pensando 'mi è capitata anche la vicina cessa'. Con questo pensiero molti ricordi mi ritornano in mente e una lacrima riga il mio viso, poi un'altra e un'altra ancora, non riesco a fermarle e alzo la testa per vedere le reazioni di tutti, mi stanno fissando, asciugo le lacrime e mi dirigo in fretta in bagno. Mi siedo sul water e comincio a piangere, la felicità non poteva durare così tanto, era troppo bello per essere vero, ad interrompere i miei pensieri è una voce alla porta "Tesoro tutto okay? Mi fai preoccupare" mi ricompongo e mi asciugo le lacrime e apro la porta "Tranquilla mamma, mi erano tornati in mente alcuni ricordi poco felici e non ho trattenuto le emozioni". Le sorrido il più sinceramente possibile e insieme ci dirigiamo in sala da pranzo, mio padre mi chiedo come sto e io rispondo un semplice 'bene papà'. Questa famiglia è molto simpatica e la figlia è troppo carina, il figlio invece non ha fatto altro che lanciarmi strane occhiatine, probabilmente di disgusto. So di fare schifo ma ti prego smettila di guardarmi! Dopo 2 minuti di chiacchiere tra adulti Karen mi chiede "Raccontaci un po' di te Skylynn" rabbrividisco immediatamente, ho deciso di essere sincera con questa donna "Ho 15 anni e sono nata a Miami, la mia vita è sempre stata tranquilla fino alle medie, dove ho subito molti atti di bullismo, assumendo una bassa autostima, lì a Miami avevo troppi brutti ricordi così ho deciso di cambiare aria e di venire a vivere qui, nella mia città dei sogni" mi guardano tutti stupiti, anche shawn. Io rivolgo a tutti un sorriso e dico "Tranquilli, sto bene e mi sento felice qui, soprattutto con dei vicini adorabili come voi e lontana dai quei ricordi" una lacrima scivola sul mio viso ma la asciugo subito. Karen poggia una mano sulla mia, che era ul tavolo e dice "Oh tesoro, devi essere così forte. Beh basta commuoverci e gustiamoci questo delizioso pranzo!" Esclama facendoci ridere tutti. Passano una decina di minuti prima che mia madre dica "E tu shawn? Vuoi parlarci un po' di te?" Shawn irrigidisce, riesco a capirlo perchè succede spesso anche a me. Si schiarisce la gola e dice "Beh io ho 16 anni compiuti da poco, sono nato qui a Tornonto e non intendo spostarmi. Riguardo al mio passato è abbastanza tormentato ma non me la sento di parlarne se non vi dispiace" detto questo si alza da tavola e si dirige in giardino, sono sicura di avergli visto gli occhi lucidi. Decido di seguirlo, io avrei voluto che qualcuno lo facesse con me, non perderó l'occasione di aiutare un ragazzo nella mia stessa situazione. Lo trovo seduto sotto un albero in giardino, con la testa sulle ginocchia, riesco a percepire la sua tristezza da qui, mi avvicino con cautela e mi siedo di fianco a lui. Vederlo così mi ricorda troppo me, debole come sono finisco in lacrime anche io, alzo la testa e decido di aiutarlo, gli prendo il viso tra le mani e faccio incrociare i nostri occhi. Entrambi con gli occhi lucidi rimaniamo a fissarci, come se riuscissimo a leggerci a vicenda. Non so per quanto rimaniamo così, forse pochi secondi, ma a me sembrano ore, rompe il silenzio dicendo "Grazie" "Di che?" "Di essere qui, la gente di solito se ne frega dei problemi degli altri" "Probabilmente abbiamo molto in comune, dovremmo conoscerci meglio" concludo io alzandomi e porgendogli la mia mano per aiutarlo ad alzarsi. Rientriamo in casa sorridenti e tutti ci guardano in cerca di spiegazioni "Noi andiamo. Faccio visitare a Skylynn la cittá. Abbiamo tanto da raccontarci" guardo i nostri genitori e li vedo annuire, prendo una giacca ed esco di casa con Shawn. Penso diventeremo ottimi amici. Dopo una decina di minuti arriviamo in un grande parco pieno di bambini sulle altalene e sugli scivoli, ci sediamo su una panchina e comincio a parlare "Penso sia il caso di raccontarci un po di cose non credi?" Lui annuisce e mi incita a continuare "Beh come già sai sono nata a Miami e alle medie ho subito atti di bullismo, ció che non sai è che soffro di autolesionismo e sono venuta qui perchè la mia condizione era critica, la gente mi prendeva in giro perchè non sono magra e non avevo amici. Nessuno si avvicinava minimamante a me perchè ero considerata un'asociale, il problema è che quando parli la gente non ti ascolta lo stesso, quindi che senso ha confidarsi son qualcuno? Mia madre ha cercato di farmi 'guarire' mandandomi da diversi psicologi e dottori ma tutto invano, così mi hanno proposto di fare una cosa, qualsiasi cosa, che mi facesse sentire meglio, e quale cosa migliore se non andarmene da quell'inferno e venire nella città dei miei sogni? Ed ora eccomi qua. Ora tocca a te" poggia i pollici sulle mie guance e mi asciuga delle lacrime cadute, non me n'ero accorta, ormai ero così abituata a piangere. Lui sospira e dice "Io sono nato qui, la mia famiglia è sempre stata molto unita e io ho sempre avuto tanti amici, fino al primo superiore, avevo un migliore amico, eravamo molto uniti finchè lui morì in un incidente stradale. Da allora non socializzo con nessuno, ho paura di affezionarmi di nuovo a qualcuno per poi rimanere solo. Mi rimanevano solo la mia chitarra e la mia musica, ovviamente la mia famiglia c'è sempre stata, anche io sono un autolesionista... Strano eh? Un ragazzo grande e grosso come me che sfoga la rabbia su se stesso anzichè su un sacco da box" anche lui sta piangendo e io eseguo il suo stesso gesto asciugandogli le lacrime con i pollici. Gli scopro i polsi e scopro anche i miei, sono simili, ma i suoi tagli sono più recenti e numerosi, solo che sui miei si vedono leggermente di più visto che ho la pelle bianchisima. Mi prendo coraggio e dico "Un giorno saremo anche noi normali" "Ci puoi contare" dice e sorride. Torniamo a casa e ci mettiamo d'accordo per quando incontrarci per visitare la città. Finalmente ho un amico che mi capisce.
********************
Hey ragazze spero vi piaccia questo capitolo!
Sto cercando di non essere banale, spero di star riuscendo nel mio intento.
Grazie per la vostra attenzione!

STAI LEGGENDO
Save me//shawn mendes.
Fanfiction"E ci guardammo negli occhi, come se fossimo in grado di leggerci a vicenda"