II

226 66 34
                                    

Solitamente il mio risveglio era sempre accompagnato dalle grida di mia madre che mi diceva: 'È tardi Sophie, alzati', ma questa volta era del tutto diverso.
Mi svegliai pimpante, cosa mai successa in tutta la mia vita. Sarebbe stato un giorno magnifico.

Qualche settimana fa la mia insegnate di danza ci comunicò la possibilità di partecipare ad uno stage e ad un concorso di danza a Roma, e non appena sentii danza e Roma insieme iniziai ad impazzire soltanto all'idea.
Dopo aver ascoltato tutti i particolari, tornata a casa, cercai di convincere in tutti i modi i miei genitori, dopo vari tentennii, mi dissero di si. Non riuscivo a crederci che sarei andata a Roma a ballare, fare quello che amo nella città di cui sono innamorata da quando ero piccola.

Dopo essermi alzata dal letto, corsi subito in bagno a lavarmi. Doccia, shampoo e poi un filo di trucco. Non sono il tipo di ragazza che ama truccarsi esageratamente, al massimo un tocco di colore sulle guance e via.
Più passava il tempo, più ero tremendamente in ansia.
Era l'ora di andare in aeroporto, presi la mia valigia e salì in auto con i miei genitori.
Arrivata in aeroporto mi incontrai con la mia insegnante e le mie compagne, e tutte insieme eravamo incredule dell'esperienza che ci sarebbe aspettata. Salimmo in aereo e nel giro di qualche ora arrivammo a Roma.
L'aria di quella città mi trasmetteva sicurezza, vivere in una città del genere potrebbe stravolgere la vita delle persone. Sono al secondo anno di liceo classico e forse mi affascina proprio per la sua classicità.
Salimmo sul taxi che ci portò in un palazzo enorme dove si sarebbe svolto lo stage e poi l'ultima sera il concorso.
Prima di entrare un signore ci fermò all'ingresso: 'Prego voi siete?' la mia insegnante rispose: 'Siamo qui per lo stage' ci porse dei moduli da compilare e poi ci accompagnò dentro sino alla porta degli spogliatoi.
'Qui potete cambiarvi e poi salite le scale per andare in sala'
Entrate nei camerini, trovammo vicino a noi persone di ogni nazionalità. Era davvero impressionante il modo in cui c'eravamo catapultate in pochissimo tempo da una normalissima scuola di danza, ad relazionarci con ballerini di tutta europa e insegnanti addirittura di tutto il mondo.
Ci vestimmo ed entrammo in sala.
Eravamo divisi in fasce di età e le mie compagne essendo un'anno più grandi di me, mi lasciarono sola.
Mi misi in un angolino a terra a fare un po' di esercizi per riscaldarmi e aspettai che iniziasse la lezione.
Si avvicinò a me un ragazzo, era un ragazzo bruno con gli occhi scuri, e mi disse:
'Che ci fai qui sola soletta?'
'Non conosco nessuno'
'Bene adesso conosci me, piacere sono Stefan'
'Piacere io sono Sophie' 'Sei straniera?'
'Nono, italiana e tu? Neanche il tuo nome sembra del tutto italiano'
'Mia madre è inglese, ma mio padre è italiano, viviamo qui da qualche anno'
Entrò il maestro e non ci fu più tempo di continuare la conversazione. Ci scambiavamo dei sorrisi durante la lezione, sembravamo così uniti come se ci conoscessimo da una vita.
Dopo aver fatto il riscaldamento, il maestro ci chiese di metterci in coppia per provare un passo a due, e lui si catapultò verso di me dicendomi:
'Posso essere il tuo cavaliere per questa coreografia?'
Mi misi a ridire e accettai, in fondo era proprio quello che volevo.
➖➖➖➖➖➖➖➖➖➖➖➖
Buonasera a tutti ragazzi, spero che questo nuovo capitolo vi piaccia. Fatemelo sapere con un commento, che mi fa sempre piacere sapere cose ne pensate. A presto per il terzo capitolo:)

Piccoli passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora