XVIII

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'Sophie posso chiederti una cosa?' disse Federico.
Quando le persone fanno certe domande, dovrei iniziare a cercare una via di fuga alla svelta. Non sai cosa puoi aspettarti davvero.
'Ehm si dimmi' risposi.
'Andiamo come da programma in sala e mi permetti di ballare con te la coreografia dello stage?'
Non volevo ballare quella coreografia con lui. Era il simbolo di me e Stefan. Mi sentivo tremendamente male a non poter ballare con lui. Avevo sempre desiderato poter aver un ragazzo che avesse la mia stessa passione per la danza e sapere che era tutto finito all'improvviso mi colpiva profondamente.
Gli occhi di Federico erano così profondi, probabilmente stava giocando l'espressione da cucciolo in modo che io accettassi, e ci riuscì. Non riuscivo a crederci che mi avesse convinta.
Arrivammo in sala e iniziò ad aprire un immensa finestra che era sempre nascosta da una tenda, e non mi ero resa conto della sua esistenza.
'Sai ogni volta che vengo qui di sera, apro quella enorme finestra e guardo fuori mentre ballo' disse.
Era così bello qui, mi sentivo di essere così libera. Ballare sotto le stelle è sempre stato un sogno.
Mi prese dai fianchi e iniziò ad accarezzarmi. Era una sensazione piacevole ma allo stesso tempo ero impacciata così tanto a tal punto che le mie guance diventarono rosse.
Dal suo telefono mise Give me love, non volevo rivivere questa coreografia in modo diverso, ma ormai c'ero dentro.
Iniziammo a ballare, e nonostante fossero passati tre mesi ricordavo ogni passo.
Quando i nostri sguardi si incontravano, scattavano dei sorrisi spontanei, a tal punto che iniziammo a ridere senza un determinato motivo.
'Sei bravo eh'
'Avresti dovuto vedermi quando sono arrivato qui, mi sentivo l'ultimo della classe e ho lavorato così tanto per questo'
'Mi piace aver trovato uno stakanovista come me'
Iniziammo a ridere.
'La notte è giovane, e domani è l'ultimo giorno che possiamo divertirci per tutto il giorno se andassimo in un bar a bere?'
Mi piaceva la sua spontaneità, la sua voglia di divertirsi, anche se non erano i soliti ragazzi che solitamente mi piaceva stare.
'In realtà io non amo bere.. ma
okay proverò qualcosa'
'Così ti voglio, tranquilla non ti farò ubriacare' risi e andammo verso il bar difronte il dormitorio.
Appena varcammo la porta, seduto sulle sedie del bancone c'era Stefan. Mi sembrava di rivivere la giornata.
'Non ci posso credere, mi dispiace andiamo via?' disse Federico.
Non riuscì neanche a rispondere. Stefan era lì solo, ricoperto di ridicolo per i suoi centinaia di drink che si era bevuto e centunesimo in mano. Non so come, ma l'istinto mi portò da lui.
'Stefan, che ci fai di nuovo qui?'
'Ho bisogno di parlarti'
'Parla'
'Non qui, quell'idiota ci ascolta'
'Non puoi permetterti di chiamarlo così'
Dopo la mia difesa, vedevo lo sguardo di Federico compiaciuto e felice. Mi piaceva Federico come persona, non volevo che Stefan iniziasse ad insultarlo.
'Beh scusa, ma andiamo fuori'
Chiesi scusa a Federico, mi dispiaceva dargli sempre buca.
Mi sentivo in colpa, ma Stefan era così importante per me e nonostante tutto c'ero sempre per lui.
'Avevo bisogno di te in questi tre mesi, la distanza non era una cosa facile. Sentivo il bisogno di abbracciarti, sentirti vicina ma non c'eri. La tua distanza era incolmabile. Cercavo di distrarmi sempre ma non ce la facevo. I miei genitori mi consigliavano di uscire, conoscere nuove ragazze per questi mesi e beh io non volevo ma alla fine avevo incontrato Helena e volevo a tutti i costi avere un rapporto con lei che mi facesse distrarre da te, ma niente era inutile. Sei indispensabile, e ti giuro che lascerò Helena'
Tutte queste parole in una boccata sola erano troppe. Sentivo i miei sentimenti impazzire. Non sapevo cosa dire, non sapevo cosa pensare. Avrei potuto fidarmi ancora di lui? Avrei dovuto davvero perdonarlo? Se mi avesse amato seriamente, non avrebbe mai cercato di tradirmi. Anche io soffrivo, anche a me mancava, ma non cercavo il modo di sostituirlo con qualcun altro, durante la sua assenza.
'Stefan.. io..'
'Non dire niente, pensaci su'
Andó via e mi raggiunse Federico.
'Allora? Avete chiarito?'
'Non esattamente'
Vedevo che rideva sotto i baffi, un po' come se fosse felice della situazione. Immaginavo che a Federico, Stefan, non stesse molto simpatico, ma il suo comportamento mi aveva dato un po' fastidio.
'Federico scusa ma sono stanca, vorrei andare in camera'
'Certo, ti accompagno'
La strada verso il dormitorio fu molto silenziosa, non avevo molto da dire dal momento che era stata una delle giornate più brutte da quando sono qui, e ce ne vuole.
Eravamo arrivati alla porta:
'Beh grazie per tutto, oggi nonostante tutto mi sono divertita. È stata una giornata davvero impegnativa'
'Spero di rifarla presto'
'Lo spero anch'io, beh buonanotte'
Si avvicinò lentamente a me, portò i miei capelli dietro le orecchie e mi baciò.
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Heii ragazzi, come state? Mi scuso per non aver pubblicato in questi giorni, ma sono stata un po' in giro e non ho avuto molto tempo. Fatemi sapere qui sotto che ve ne pare🐯🐯

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