Arianna
Arriviamo alla festa: la musica è altissima e, già da fuori, si sente il casino e le luci colorate riflettono sugli edifici attorno. Questo posto non mi piace, e spero che il mio presentimento che sia un errore andarci sia sbagliato. La "festa" - che a me sembra più che altro un rito satanico a causa della luce rossa diffusa per tutta la zona - è in un appartamento nel centro di New York, se non sbaglio al terzo piano. Scopriamo presto che l'ascensore è rotto, e quindi dobbiamo prendere le scale, che sono messe abbastanza male. Mi viene un dubbio, vedendo le condizioni dell'edificio: che sia abbandonato? Se fosse, non potremmo stare qui, e spero che Rocco lo capisca, prima di finire in qualche guaio.
"Hey, welcome to our party!", grida una ragazza, coperta da un pezzo di stoffa che dovrebbe essere un vestito. È euforica, e il bicchiere che ha in mano spiega tutto: è ubriaca, e vedendo il fumo, credo che qui ci siano molte sigarette. Fantastico, penso.
"Che cos'ha detto? Non si capisce un cazzo, con 'sto casino" chiede Rocco.
"Niente di che" minimizzo. "Ma come hai saputo di questa festa?".
"Me l'ha scritto un mio amico. È... eccolo là!", esclama, indicando un ragazzo. Ha i capelli biondo scuro e gli occhi un po' rossi. Ha un piercing al labbro e un sorriso malizioso. Saluta Rocco e si presenta: si chiama Isaac. Mi spiega con un leggero accento americano come si sono conosciuti, e poi ci offre da bere. Decliniamo l'offerta, provocandogli un'espressione disgustata. "Me la chiamate festa, senza alcol?", chiede, e con un gesto indica la stanza troppo affollata.
"Em, senti. Noi andiamo..." inizia Rocco.
"Non se ne parla!", ci blocca Isaac. "You haven't seen nothing" aggiunge, in inglese.
In quel momento appare un ragazzo magro, troppo forse, con delle canne. No, cazzo. Ma che amici ha Rocco?
"Scusa, non pensavo che fosse... diventato così. Non è sempre stato un fattone. Ora ce ne andiamo" mi sussurra Rocco, come se mi avesse letto nel pensiero. Per fortuna la musica è stata abbassata, così l0 sento bene.
"Isaac, davvero, ce ne andiamo" dice serio.
"Oh, la tua piccola girlfriend ha paura di un po' di divertimento?", insinua lui.
"Vai a quel paese" dico.
"Oh, honey. Sei una piccola sfacciata. Dovresti dargli una lezione, amico" dice lui, e poi si allontana.
"Porca puttana, lo ammazzo" inizia Rocco, ma io lo trattengo.
"Andiamo" dico semplicemente.
"Spero di non rivederlo mai più", sono le ultime parole di Rocco sull'argomento.Una settimana dopo
Arianna
Siamo in aereoporto e stiamo per prendere l'aereo: si torna a casa! Mi mancherà New York, ma non vedo l'ora di dormire nel mio letto.
"Vieni, principessa" dice Rocco, per risvegliarmi. Mi ero incantata a guardare il vuoto, e non capisco perché.
Imbarchiamo le valige (alle quali ho aggiunto solo qualche vestito nuovo, niente di che) e saliamo a bordo. Tra poco partiremo. Prendo il cellulare e le cuffiette: cerco nella playlist una canzone. Noto Space Bound, è da tanto che non la ascolto, quindi la faccio partire, e mi addormento con la testa appoggiata alla spalla di Rocco."Siamo arrivati" mi sveglia lui.
"Mh-mh" farfuglio.
"Dai, amò" insiste, dandomi un bacio sulla guancia.
Scendiamo e, prese le valige, prendiamo un taxi. Non posso credere che dovrò sopportare un'altra ora di viaggio!
"Ary" mi chiama Rocco.
"Sì?".
"Sai, per il tour... vuoi venirci con me? L'ho già posticipato di molto, e devo sapere se ci sarai".
"Mm... sì, verrò anch'io" dico su due piedi. Ci ho pensato molto, e non voglio separarmi per così tanto tempo da lui.
"Davvero?", chiede lui, felice.
"Sì" ripeto.
Chiacchierando col tassista, il viaggio passa velocemente. Scendo dall'auto e cerco le chiavi di casa. Non trovo mai niente. Entro e trovo i miei genitori davanti alla televisione, con delle espressioni preoccupate.
"Buongiorno!", li saluto, e loro corrono ad abbracciarmi, e quando Rocco entra fanno lo stesso con lui.
"Eravamo in pensiero" ammettono.
"Perché?", chiediamo all'unisono.
"È in arrivo un uragano in America, e temevamo che non sareste tornati più" spiega mia madre, tra le lacrime.
"Che negativi! Lo sapevate che dovevamo tornare oggi" li tranquillizzo.Alla fine riusciamo a tranquillizzarli e decidiamo di andare a riposare: sono stanchissima. Ci mettiamo nel letto e subito Rocco si addormenta, mentre io rimango un po' a pensare. A cosa? All'uragano. So che è impossibile, ma ho il presentimento di c'entrare qualcosa con quello che sta succedendo. Se, quando sono tornata nel passato, ho modificato qualcosa nel futuro? Spero di no, perché non so come potrei sistemare tutto.
Chiudo gli occhi, cercando di riaddormentarmi, ma non riesco. Guardo Rocco che dorme, e Dio se è bello. Il suo respiro lento mi fa da ninna nanna e riesco finalmente ad addormentarmi.La mattina dopo mi sveglio e mangio alcuni biscotti guardando la tv. Ad un certo punto Rocco spunta dalla camera e mi ruba un biscotto. Sono quelli con disegnati sopra gli smiley, e lui trova quello con gli occhietti a cuoricino.
"Ehi, ridammi il mio biscottino!", esclamo con un finto broncio.
"Mm, e io cosa ci guadagno?", chiede con un sorrisino malizioso.
"Un bacino" provo.
"Um, può andare, ma prima il bacio".
Gli do il bacio promesso, ma dopo si mangia il biscotto.
"Che infame!", rido.
Trovo un bel film e lo guardiamo insieme, abbracciati.
STAI LEGGENDO
Qualcosa Di Strano || Rocco Hunt
FanfictionArianna e Siria sono due Hunters, ma scoprono che ascoltando alcune canzoni di Rocco Hunt si può viaggiare nel tempo. Improvvisamente si trovano a Salerno, dove fanno amicizia con Rocco, loro coetaneo, e Walter, di cui Siria si innamora. Tra Ariann...