Prologo

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Avvocato di successo lei , chirurgo molto conosciuto e stimato lui: ci si sarebbe aspettato che i signori Starlet fossero contenti della vita apparentemente perfetta che conducevano.


E invece dopo il lavoro, dopo la casa, si erano accorti che nella loro vita mancava ancora qualcosa: qualcuno.


Quando alla fine avevano scoperto di non poter avere figli non avevano avuto dubbi: ne avrebbero adottato uno.



L'Orfanotrofio Wool era stato il primo posto dove erano andati a informarsi.


Lì una molto professionale signora Collins, la direttrice dell'istituto, aveva provveduto a fornire alla giovane coppia tutte le informazioni di cui avevano bisogno.


Dopo una lunga serie di scartoffie, documenti e incontri con l'assistente sociale, i due furono finalmente considerati idonei ad avere in custodia un bambino.


Passarono così alla seconda parte dell'adozione: la scelta.


La signora Starlet era stata irremovibile: lei voleva una bambina, e il marito non aveva neanche provato a opporre resistenza. Alla fine dei conti la moglie era pur sempre un avvocato, e sapeva far valere bene le sue motivazioni: discutere con lei non sarebbe servito a molto. E poi, in fondo in fondo, neanche a lui dispiaceva l'idea di avere una piccola principessa per casa.


Sul secondo punto erano invece d'accordo: se possibile avrebbero preferito adottare una bambina piccola, meglio se sotto i quattro-cinque anni. Pensavano che così, essendo più piccola, la nuova arrivata sarebbe riuscita ad adattarsi meglio al cambiamento.


Queste erano le loro idee, ma poi avevano visto Elise.


La prima volta che l'avevano notata si stava dondolando a testa in giù, appesa per le gambe a uno dei giochi nel cortile dell'orfanotrofio. Sembrava persa in un mondo tutto suo.


Dopo un po' si era riscossa, era scesa, e aveva cominciato a giocare con gli altri bambini.


Non aveva fatto niente di strano, niente di speciale, ma gli Starlet erano comunque rimasti stranamente colpiti da quella bambina.


Durante la loro visita successiva avevano chiesto, curiosi, chi fosse.


E così gli venne raccontata la storia di una neonata trovata infagottata in una pesante coperta davanti alla porta d'ingresso dell'orfanotrofio un'uggiosa mattina di novembre di quasi otto anni prima.


Non aveva niente con sé, se non uno strano foglio di pergamena tutto stropicciato infilato tra le coperte su cui erano stati scarabocchiati un nome e una data in corsivo, con una calligrafia stretta e sottile: Elizabeth Charlotte – 31 ottobre


Gli venne spiegato come quello scricciolo dalla zazzera bionda era ben presto stata soprannominata 'terremoto' per la sua energia che pareva non mancarle mai e la voglia di fare, pur rimanendo una bambina buona ed educata, sempre allegra e gentile con tutti.

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