27 - Non lo fare

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  "Quindi sta bene, è guarita?" domandò Shayleen camminando avanti e indietro per la sala.
Nancy annuì nervosamente: "E non solo: l'incantesimo che le impediva di parlare deve essersi in qualche modo spezzato. Quando Robbins è tornato al San Mungo era accompagnato da Potter e non è stato difficile capire quali fossero le loro intenzioni nei miei confronti. Ho a mala pena avuto il tempo di smaterializzarmi" spiegò diligentemente.
Jack al suo fianco sbuffò alzando gli occhi al cielo mentre Cheryl continuò a tacere rimanendo impassibile.
Shayleen stava ancora riflettendo.
Alla fine, contrariamente a quanto i tre si sarebbero aspettati, la sua espressione si distese in un sorriso.
Alquanto sinistro, ma pur sempre un sorriso.
"Molto bene allora. Adesso non resta altro che metterla alla prova, ma non c'è fretta..." commentò congedando poi i presenti con un cenno svogliato della mano.
Dopotutto le cose stavano ancora andando secondo i suoi piani.






***






Elise aveva capito che James non la stava riportando all'appartamento –non ancora almeno- praticamente appena ebbero lasciato la proprietà dei Potter.
Nonostante tutto continuò a seguire il ragazzo, non che avesse potuto fare altrimenti visto che lui ancora la teneva per mano, senza però avere il coraggio di aprire bocca per dire qualcosa o chiedere dove stessero andando.


Diversi minuti più tardi James aprì la porta del Paiolo Magico per far entrare nel locale una Elise piuttosto sorpresa e perplessa: cosa dovevano andare a fare a Diagon Alley a quell'ora di sera?
Se possibile il suo stupore crebbe ulteriormente quando James, invece di fare strada fino al retro del pub, la accompagnò ad un tavolo abbastanza appartato spostando la sedia in modo da farla accomodare.
Con un po' di fortuna l'ambiente ombroso del locale sarebbe stato sufficiente per coprire il rossore che aveva colorato le guance della ragazza a quel gesto.


Non era la prima volta che andava ad un appuntamento con un ragazzo, se così si poteva definire anche quell'occasione, ma pensandoci bene nessuno si era mai comportato così con lei.


Si rincuorò pensando che se James si stava comportando a quel modo forse non l'aveva invitata ad uscire solo per dirle di stargli lontano perché con lei non voleva avere più niente a che fare.


La cena andò più che bene, persino il cibo aveva superato le sue aspettative, e lei e James avevano parlato del più e del meno per tutto il tempo: non una volta l'argomento Shayleen era stato tirato in ballo.


Quando ebbero finito era davvero ora di rientrare, ma nessuno dei due sembrava avere fretta visto che entrambi si trovarono d'accordo sul raggiungere l'appartamento di Elise a piedi.




Una volta arrivati a destinazione, ancora sul pianerottolo, la ragazza si trovò non poco in difficoltà: avrebbe voluto ringraziare James per il tempo trascorso, per essere stato in grado di distrarla e di non farle pensare a tutto quello che stava succedendo, ma non riusciva a trovare le parole.
Il ragazzo sembrò intuirlo tanto che sorrise scuotendo la testa facendole capire che non era necessario che dicesse nulla.
Poi la sua espressione tornò seria e prese lui la parola.
"Quel pomeriggio... con Calliope..." cominciò, e quelle parole furono sufficienti per far scendere un peso sul cuore alla ragazza che aveva subito capito a quale pomeriggio si stava facendo riferimento.
"Sono stata io a invitarla" continuò.
Elise sospirò piano abbassando la testa.
"Volevo che avesse ben chiaro che qualunque cosa ci possa mai essere stata tra noi due era definitivamente chiusa. E da un bel po', a dirla tutta. Quando ci siamo scontrati nel corridoio... ero sceso perché mi aveva chiesto un bicchiere d'acqua, non avevo idea che avesse intenzione di conciarsi a quel modo..." spiegò velocemente quasi avesse paura di veder scappare Elise da un momento all'altro prima che potesse finire di spiegarsi.

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